Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace



Cari tutti,
    vedo l'intervento di Carlo Gubitosa, che ringrazio, solamente attraverso
quello di Sergio Bergami che lo cita.
    Provo a continuare la riflessione, senza pretesa di unica verità
(occorre dirlo?), ma con una convinzione, purtroppo, che è in aspro
contrasto coi miei più personali desideri. Cioè, vorrei aver torto e dare
ragione a Carlo, ma non lo vedo possibile.
    D'ccordo con Carlo su questo: ho sempre "predicato" che la prima
politica è nella vita sociale quotidiana, e la seconda è quella nelle
istituzioni. Questa decide delle cose, ma esegue (nella democrazia numerica)
ciò che vuole la società. Berlusconi è nulla al confronto del berlusconismo
diffuso.
    L'azione diretta nonviolenta dimostra e testimonia, ma non cambia le
struture generali e le idee-guida se non c'è cambio culturale e ideale nella
società. Una maestra elementare e due genitori qualunque sono più importanti
di un deputato o di un manifestante.
    Ho fatto una quantità di esempi per mostrare ciò che mi sembra vero: il
voto del parlamentare o quello elettorale del cittadino non è la propria
dichiarazione di coscienza (anche se la coscienza deve vigilare), ma il
risultato di una mediazione, la migliore possibile o la meno peggiore. Se
devono tagliarmi una gamba in cancrena e io decido di dire di sì, questa non
è la mia verità, ma la mia necessità: meglio vivo con una gamba che morto
con due.
    Non c'è nessun piacere nel dire questi tristi limiti. Credo di essere
più idealista di tanti, vorrei sostenere e praticare solo la pura
nonviolenza attiva. Questo è il mio pensiero perché lo credo giusto. C'è più
gioia nel pensare e cercare che nel votare o agire. Poi, nella stretta
pratica faccio quello che mi sembra il meglio possibile, con tristezza. Non
voto per la verità, perchè... non è tra i candiati. Non mi astengo, perché
cerco di appoggiare quei candidati che forse sono un po' meno lontani dalla
possibile ricerca della pace, o meno interessati e appassionati alla guerra.
So che, astenendomi, do un punto di vantaggio ai peggiori (Hitler è peggiore
di Mussolini). Votare è un calcolo, una previsione degli effetti, non un
giuramento. Si giura nella vita personale quotidiana, non nella cabina
elettorale.
    Non minimizzo affatto l'azione di Mastella, con cui non sento nulla in
comune. Mi sento  partecipe della sinistra "radicale" ma penso che abbia
fatto un "assist" (si dice così nel calcio?) a Mastella, cioè uno sbaglio.
Lidia Menapace cercava ammirevolmente alternative e uscite dall'Afghanistan
senza aprire la via al goerno peggiore di quello di Prodi.
    Gandhi ha appoggiato due volte le guerre inglesi, nelle condizioni di
quel momento, e ne ha dato le ragioni (vedi nei libri di Pontara), anche se
poi, in altre condizioni, ha valutato ben diversamente.
    Tu non sei responsabile della guerra in Serbia (e neppure io). Abbiamo
votato chi sembrava voler decidere meno male possibile, hanno deciso così,
abbiamo urlato. Il parlamentare non è un semplice esecutore dell'elettore.
noi la nostra responsabilità, lui la sua.
    Ovvio che, nell'esempio schematico Hitler- Mussolini, bisogna cercare
una terza via, opposta ad entrambi! L'ipotesi, in quel ragionamento, è che
una terza via non ci sia.
    La mia non è rassegnazione. Neppure giurerei con sicurezza su ciò che mi
sembra il calcolo politico più accettabile. Soltanto, vedo che chi non
voleva Prodi ha contribuito ad avere Berlusconi, che è peggio assai, su
tutti i piani della civiltà (non solo pace e guerra).
    Sull'Afghanistan, spese militari, Dal Molin, bisognava dire a Prodi
(dico lui per dire il suo governo), tutta la disapprovazione, e gliela
abbiamo detta, gliela ho detta (più fortemente possibile).
    Volevamo il meglio, abbiamo il peggio. Forse va bene così?
    Ciao, con altrettanta stima, Enrico Peyretti




----- Original Message ----- 
From: "Sergio Bergami" <serberg at libero.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, June 23, 2008 12:28 AM
Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace


> Carissimo Carlo, condivido in tutto e per tutto le tue  posizioni sulle
> ultime  elezioni, sul voto, sulla caduta del Governo Prodi, sulla moralità
> delle scelte nonviolente di non votare secondo la logica del "voto utile"
> che non sono affatto astratte - come sostiene Enrico Peyretti- ma sono
molto
> concrete. Se il governo Prodi fosse caduto sulle questioni della pace e
> della guerra (come in effetti era successo l'anno scorso) sarebbe stato
> molto meglio. L'unico punto di lieve dissenso è che non è scomparsa la
> sinistra radicale nel paese, ma solo è stata giustamente bocciata la
> dirigenza della sinistra radicale che è rimasta fuori del Parlamento.
> Ciao
> Sergio Bergami
> ----- Original Message ----- 
> From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa at peacelink.it>
> To: <pace at peacelink.it>
> Sent: Saturday, June 21, 2008 10:22 PM
> Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace
>
>
> > Il 21 giugno 2008 20.07, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
> >> Solamente, penso che la politica, pur essendo un grande importante
> >> impegno,
> >> non è il luogo in cui possa realizzarsi l'intero ideale, che pure nella
> >> politica va cercato, avvicinato, approssimato.
> >
> > Sarei d'accordo, ma a patto di sostituire l'espressione "politica" con
> > "esercizio del potere nelle rappresentanze parlamentari", che grazie
> > al cielo non e' la sola ne' l'unica forma di realizzazione della
> > politica.
> >
> > Gandhi e Martin Luther King ci hanno insegnato tre grandi cose:
> >
> > - Puoi cambiare il mondo fuori dal parlamento
> > - Lo puoi fare senza allontanarti dai tuoi ideali, dalle tue
> > convinzioni e da quella che Capitini chiamava "la persuazione" di cio'
> > che e' giusto.
> > - Lo puoi fare utilizzando mezzi che siano coerenti con i tuoi fini,
> > improntati alla nonviolenza e alla nonmenzogna.
> >
> > E' ovvio che il parlamento sia il luogo del compromesso e
> > dell'inciucio, ma e' altrettanto vero che l'azione diretta nonviolenta
> > e' il luogo della fermezza nella verita' e nella giustizia.
> >
> > Quello che dispiace molto e' che ogni tentativo di "inquinare il
> > sistema" con persone che cercano di portare in Parlamento un pizzico
> > di cultura nonviolenta si traduca ogni volta nell'esatto contrario, e
> > cioe' che sono le persone a ritrovarsi inquinate e invischiate nelle
> > strutture di potere violento, e questo brucia di piu' quando queste
> > persone sono tra le piu' vicine alla cultura di Pace e ai movimenti
> > per la nonviolenza.
> >
> > Le critiche alla Menapace possono trasformarsi in violente aggressioni
> > "ad personam" o viceversa essere liquidate come stupidaggini di chi
> > non capisce che lei non poteva fare altrimenti. Possiamo provare a
> > cercare un terzo piano di discussione, che non personalizzi il
> > problema senza pero' neppure minimizzarlo?
> >
> > Io non ce l'ho con lei come persona, pur essendo fortemente avverso
> > alle operazioni militari approvate anche grazie al suo voto, e credo
> > che sia giunta l'ora di fare una bella riflessione sul rapporto tra
> > prassi nonviolenta ed esercizio del potere nelle strutture di
> > rappresentanza istituzionale, per fare in modo che le persone come
> > Lidia Menapace non siano lasciate sole con la loro coscienza al
> > momento di prendere decisioni cosi' difficili.
> >
> >> La politica opera nel limite, nel condizionatissimo limite.
> >> Ho scritto una quantità di volte che, se davvero manca una terza
> >> possibilità, tra Hitler e Mussolini (esempio madornale), io "devo"
votare
> >> Mussolini, pur ritenendolo un criminale, perché Hitler è peggiore.
> >
> > Questa e' la tua scelta etica, e' il tuo male minore, e' la soluzione
> > che tu dai personalmente ai problemi di coscienza che nascono al
> > momento del voto.
> >
> > Questa posizione e' rispettabile nel momento in cui non si aggiunge
> > implicitamente la postilla finale "questo e' l'unico comportamento
> > etico e responsabile, e chi si comporta diversamente e' complice del
> > male".
> >
> > Resto nella scia del tuo esempio, e ti dico che la mia personale
> > risposta morale al problema di chi votare e' differente dalla tua, e
> > alle elezioni tra Hitler e Mussolini io non voto nessuno dei due, per
> > queste ragioni:
> >
> > - Mi considero responsabile di quello che fanno quelli che voto
> > - Non voglio essere responsabile delle azioni di Mussolini
> > - Non mi considero responsabile di quello che fanno quelli che non
> > voto, o quelli che votano altri
> > - Posso comunque esercitare i miei diritti civili e la mia
> > partecipazione politica in altre forme diverse dal voto, come ad
> > esempio la scrittura e la creazione di opinioni contrarie sia a Hitler
> > che a Mussolini.
> >
> > Quindi, come vedi, al momento di votare la prospettiva della riduzione
> > del danno non e' l'unica possibile, esiste anche la prospettiva etica
> > che mette al centro della valutazione la domanda chiave: "in
> > coscienza, sento di poter votare per questo candidato"? Se la risposta
> > e' no, non sono io che devo rispondere del mio disimpegno, ma le
> > segreterie dei partiti che devono rispondere della candidatura di
> > personaggi impossibili da votare per chi ascolta la propria coscienza.
> > La mia ad esempio rimorde ancora per il sangue versato in Serbia anche
> > con il mio voto, e siccome so che da solo mi e' difficile impedire che
> > Berlusconi faccia i suoi comodi con voti altrui, faccio cio' che e'
> > alla mia portata e cioe' evito che il mio voto diventi una cambiale in
> > bianco per una sinistra meno mafiosa (ma solo un pochino, visto il
> > numero di pregiudicati candidati dal PD in Sicilia) ma altrettanto
> > guerrafondaia.
> >
> >> Se poi c'è un uomo o donna, un partito, onesto e capace, con idee
giuste,
> >> tanto meglio. Ma la politica è una cosa assai stretta. E' impegnativa,
ma
> >> non può soddisfare.
> >
> > Su questo non sono d'accordo: la politica SCEGLIE CHI SODDISFARE. I
> > padroni delle acque pugliesi sono molto soddisfatti dalla politica, io
> > lo sarei stato se il compagno Vendola avesse scelto di sostenere il
> > progetto di acqua pubblica sostenuto da Riccardo Petrella anziche'
> > fare il gioco chi vuole che l'acquedotto pugliese resti proprieta'
> > privata. E' questo e' solo uno di mille esempi possibili.
> >
> >> Credo che la società possa e debba crescere in cultura, moralità,
onestà,
> >> ideali.
> >
> > Benissimo: proprio per questa ragione se vengo messo davanti alla
> > scelta tra Hitler e Mussolini, cerco una terza via che mi permette di
> > alimentare la cultura, la moralita', l'onesta' e gli ideali del mio
> > paese, nella speranza che questo clima nuovo possa produrre un terzo
> > candidato alle prossime elezioni. Questa e' la mia personale risposta
> > morale al problema del voto, non ti chiedo di condividerla, ma ti
> > chiedo di rispettarla perche' non esiste la morale assoluta e la mia
> > coscienza vale quanto la tua anche se le risposte della mia coscienza
> > non coincidono con quelle che ti da' la tua.
> >
> >> Gandhi è "grande anima", estremamente concreto, realista,
> >> costruttivo.
> >
> > Fammi capire: secondo te Gandhi avrebbe votato per rifinanziare la
> > missione militare in Afghanistan, sotto il ricatto del berlusconismo
> > alle porte? Secondo me avrebbe fatto un discorso in Parlamento per
> > spiegare come potevano essere meglio impiegati quei soldi.
> >
> > Ripeto, io non mi permetto di giudicare Lidia Menapace come persona,
> > pero' credo di avere il diritto di giudicare molto male un voto che mi
> > vede fortemente contrario, e chiedo che per lo stesso principio di
> > concretezza che tu invochi il mio voto "disperso" e "non utile" sia
> > giudicato solo per le sue conseguenze concrete e non per "quello che
> > avrebbe potuto essere se..." Veltroni ha gia' preso piu' voti di
> > quelli che avrebbe avuto in un sistema proporzionale puro, credo che i
> > "duri e puri" siano stati talmente "concreti" da rottamare i partiti
> > per cui avrebbero votato se avessero avuto la certezza di non
> > disperdere quel voto. Cominciamo a prendercela un po' anche con le
> > parrocchie e i "duri e puri" del centro, che pur di non riconoscere i
> > diritti civili alle coppie omosessuali hanno favorito una classe
> > politica corrotta e criminale.
> >
> > Non capisco poi perche' tu sia cosi' inflessibile nel giudicare il
> > ruolo dei "duri e puri" di sinistra nel far cadere prodi e al tempo
> > stesso mininizzi chi lo ha fatto fuori dal centro non in nome di
> > chissa' quali ideali, ma solo perche' sentiva puzza di bruciato nei
> > tribunali, aveva il terreno che scottava sotto i piedi suoi e di sua
> > moglie e ha voluto favorire un regime che in pochi mesi ha
> > imbavagliato la stampa e paralizzato la magistratura. A me
> > personalmente sta piu' simpatico un idealista irresponsabile che un
> > sospetto criminale capace di mandare in rovina il paese per salvare se
> > stesso.
> >
> > Ma come ho detto, questa e' la mia personalissima prospettiva etica e
> > non pretendo di imporla a nessuno, basta che nessuno venga a chiedermi
> > conto delle malefatte di Berlusconi solo perche' al momento di votare
> > guardo solo la mia coscienza senza pensare ai giochi piu' grandi,
> > scelta che si e' rivelata azzeccata e che mi rende piu' facile
> > accettare un'opposizione che ha lo stesso sapore della risciacquatura
> > dei piatti: se non altro, quello che fanno o che non fanno non e' un
> > problema mio, ma di quelli che li hanno votati sperando che ci
> > salvassero dal lupo mannaro mentre invece hanno solo rubato voti alla
> > sinistra ormai estinta.
> >
> > Massimo rispetto per le scelte etiche individuali, pero' senza
> > degenerare nell'assolutismo. Vota pure Mussolini se lo ritieni giusto,
> > ma ti prego di esercitare un po' piu' di compassione e comprensione
> > per chi decide di non votarlo e per chi pensa che in fondo sarebbe
> > stato politicamente piu' efficace per chi crede nei valori della Pace
> > e della Giustizia far cadere un governo gia' condannato a morte
> > perche' D'Alema si ostina ad affermare la sua visione armata della
> > politica estera anziche' farlo cadere per i problemi giudiziari della
> > famiglia Mastella.
> >
> > Col senno di poi, quale sarebbe stato il "male minore?
> >
> > Con la stima di sempre
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> > Carlo
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