Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace




Scusate, ma non riesco a trattenermi da questa discussione.
Vorrei far rilevare alcune cose: la prima è che quando qualcuno su questa lista critica esponenti del "pacifismo di ex governo",  come la Menapace, subito si alzano parole che sfiorano l'offesa. Quando mi qualifico come nonviolento spesso mi viene fatto notare dall'interlocutore che uno dei gruppi a più alto tenore di aggressività verbale è quello nonviolento. Meditiamo su questo.
In secondo luogo non voglio addentrarmi nella questione del votare il meno peggio (condivido molto le cose dette da Gubitosa), ma vorrei far rilevare che comunque questa dovrebbe essere un'opzione transitoria, emergenziale. Il fatto è che ci stanno portando a votare il meno peggio da decenni e non si vede l'alba di nulla di nuovo; anzi dopo la batosta elettorale il diavolo Silvio è diventato "interlocutore", ci si è addirittura inventati l'"opposizione di governo". Ma chi vuol far politica deve fare anche analisi e qui mi sembra che i nonviolenti siano carenti: vorrei ricordare solo alcune cose:
  • molti anni fa, al tempo della Bicamerale, D'Alema aveva già scelto Berlusconi come interlocutore privilegiato per le riforme costituzionali (in pratica la distruzione della Costituzione); che senso ha avuto in tutti questi anni votare il meno peggio (come ho diligentemente fatto)?
  • dopo la nascita del governo Prodi - il cosiddetto meno peggio - si poteva e si doveva continuare a lottare per far nascere il nuovo, a combattere la guerra militare e sociale che avanzava. In realtà si è fatto di tutto SOLO per tenere in vita il governo nato moribondo. Si è chiuso gli occhi su tutto: l'imperativo era solo "Prodi non deve cadere". Anche una persona di livello culturale medio-basso come il mio, ha chiesto parecchie volte, anche a Enrico: "Il governo Prodi finirà comunque: cosa facciamo dopo? Non vi rendete conto che STATE SPIANANDO LA STRADA ALLA DESTRA E AL FASCISMO?"
Prima della caduta di Prodi nessuno ha mai risposto a questa domanda (anzi, nella mia città, Firenze, nel locale "Comitato fermiamo la guerra" mi fu chiesto di allontanarmi perché ero "incompatibile con la linea politica"), dopo la caduta ancora nessuno ha idea di che fare. Ecco che il fascismo è tra noi.
Quel che resta dell'arcobaleno è solo rissa e pensiero di salvaguardare qualche privilegio miserrimo. Ma la cosa più tragica, che non perdono a chi ci ha portato a questo sfacelo, è che le parole "sinistra" o "socialismo" o "comunismo" ma anche "socialdemocrazia" sono ormai invise alle persone. Parlare di sinistra ad un corteo di metalmeccanici mi ha procurato insulti da parte di alcuni operai! La sinistra non è solo morta elettoralmente (male da poco), è morta nelle coscienze.
Sabato scorso c'è stato a Firenze un incontro dei comitati aderenti al "Patto di Mutuo Soccorso", un luogo che permette ai comitati che difendono il proprio territorio di incontrarsi e conoscersi: da più parti si è parlato di "suicidio della sinistra", alcuni hanno detto che la parola "sinistra" non va più usata, uno ha addirittura detto che ormai c'è solo il cadavere della sinistra e che dobbiamo disfarcene perché comincia ad imputridire. Teniamo conto di queste voci o rischiamo solo di ripetere cose che non hanno più senso.
In positivo è stato anche detto che il pullulare di lotte territoriali è chiaro segno di un bisogno vero e vitale di essere presenti (partecipazione e democrazia sono anche queste parole consunte). Nessuno l'ha ricordata perché quasi nessuno la conosce, ma a me è venuta in mente la parola omnicrazia. Si è detto che se una speranza per l'umanità c'è passerà da luoghi come il Patto, dove i singoli ricominciano a vivere assieme; si è convenuto che occorreranno anni, forse decenni, per ricostruire qualcosa di nuovo da proporre in alternativa all'incubo del presente.
Mi domando se la nonviolenza oggi è in grado di dare riposte a queste richieste, ad affrontare la sfida del futuro. Da quel che vedo mi pare di capire che i nonviolenti sono bravi soprattutto a fare l'analisi del sangue delle lotte altrui, ma di non saper proporre molto.
A quelli che hanno agito la vecchia politica nel palazzo chiederei solo di mettersi da parte: hanno fallito in modo clamoroso. Riconoscano almeno questo. Rivolgo loro questa preghiera che è uno dei motti della Val di Susa: per favore "non bruciateci il futuro".
Un saluto
TC