Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace



Il 21 giugno 2008 20.07, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
> Solamente, penso che la politica, pur essendo un grande importante impegno,
> non è il luogo in cui possa realizzarsi l'intero ideale, che pure nella
> politica va cercato, avvicinato, approssimato.

Sarei d'accordo, ma a patto di sostituire l'espressione "politica" con
"esercizio del potere nelle rappresentanze parlamentari", che grazie
al cielo non e' la sola ne' l'unica forma di realizzazione della
politica.

Gandhi e Martin Luther King ci hanno insegnato tre grandi cose:

- Puoi cambiare il mondo fuori dal parlamento
- Lo puoi fare senza allontanarti dai tuoi ideali, dalle tue
convinzioni e da quella che Capitini chiamava "la persuazione" di cio'
che e' giusto.
- Lo puoi fare utilizzando mezzi che siano coerenti con i tuoi fini,
improntati alla nonviolenza e alla nonmenzogna.

E' ovvio che il parlamento sia il luogo del compromesso e
dell'inciucio, ma e' altrettanto vero che l'azione diretta nonviolenta
e' il luogo della fermezza nella verita' e nella giustizia.

Quello che dispiace molto e' che ogni tentativo di "inquinare il
sistema" con persone che cercano di portare in Parlamento un pizzico
di cultura nonviolenta si traduca ogni volta nell'esatto contrario, e
cioe' che sono le persone a ritrovarsi inquinate e invischiate nelle
strutture di potere violento, e questo brucia di piu' quando queste
persone sono tra le piu' vicine alla cultura di Pace e ai movimenti
per la nonviolenza.

Le critiche alla Menapace possono trasformarsi in violente aggressioni
"ad personam" o viceversa essere liquidate come stupidaggini di chi
non capisce che lei non poteva fare altrimenti. Possiamo provare a
cercare un terzo piano di discussione, che non personalizzi il
problema senza pero' neppure minimizzarlo?

Io non ce l'ho con lei come persona, pur essendo fortemente avverso
alle operazioni militari approvate anche grazie al suo voto, e credo
che sia giunta l'ora di fare una bella riflessione sul rapporto tra
prassi nonviolenta ed esercizio del potere nelle strutture di
rappresentanza istituzionale, per fare in modo che le persone come
Lidia Menapace non siano lasciate sole con la loro coscienza al
momento di prendere decisioni cosi' difficili.

> La politica opera nel limite, nel condizionatissimo limite.
> Ho scritto una quantità di volte che, se davvero manca una terza
> possibilità, tra Hitler e Mussolini (esempio madornale), io "devo" votare
> Mussolini, pur ritenendolo un criminale, perché Hitler è peggiore.

Questa e' la tua scelta etica, e' il tuo male minore, e' la soluzione
che tu dai personalmente ai problemi di coscienza che nascono al
momento del voto.

Questa posizione e' rispettabile nel momento in cui non si aggiunge
implicitamente la postilla finale "questo e' l'unico comportamento
etico e responsabile, e chi si comporta diversamente e' complice del
male".

Resto nella scia del tuo esempio, e ti dico che la mia personale
risposta morale al problema di chi votare e' differente dalla tua, e
alle elezioni tra Hitler e Mussolini io non voto nessuno dei due, per
queste ragioni:

- Mi considero responsabile di quello che fanno quelli che voto
- Non voglio essere responsabile delle azioni di Mussolini
- Non mi considero responsabile di quello che fanno quelli che non
voto, o quelli che votano altri
- Posso comunque esercitare i miei diritti civili e la mia
partecipazione politica in altre forme diverse dal voto, come ad
esempio la scrittura e la creazione di opinioni contrarie sia a Hitler
che a Mussolini.

Quindi, come vedi, al momento di votare la prospettiva della riduzione
del danno non e' l'unica possibile, esiste anche la prospettiva etica
che mette al centro della valutazione la domanda chiave: "in
coscienza, sento di poter votare per questo candidato"? Se la risposta
e' no, non sono io che devo rispondere del mio disimpegno, ma le
segreterie dei partiti che devono rispondere della candidatura di
personaggi impossibili da votare per chi ascolta la propria coscienza.
La mia ad esempio rimorde ancora per il sangue versato in Serbia anche
con il mio voto, e siccome so che da solo mi e' difficile impedire che
Berlusconi faccia i suoi comodi con voti altrui, faccio cio' che e'
alla mia portata e cioe' evito che il mio voto diventi una cambiale in
bianco per una sinistra meno mafiosa (ma solo un pochino, visto il
numero di pregiudicati candidati dal PD in Sicilia) ma altrettanto
guerrafondaia.

> Se poi c'è un uomo o donna, un partito, onesto e capace, con idee giuste,
> tanto meglio. Ma la politica è una cosa assai stretta. E' impegnativa, ma
> non può soddisfare.

Su questo non sono d'accordo: la politica SCEGLIE CHI SODDISFARE. I
padroni delle acque pugliesi sono molto soddisfatti dalla politica, io
lo sarei stato se il compagno Vendola avesse scelto di sostenere il
progetto di acqua pubblica sostenuto da Riccardo Petrella anziche'
fare il gioco chi vuole che l'acquedotto pugliese resti proprieta'
privata. E' questo e' solo uno di mille esempi possibili.

> Credo che la società possa e debba crescere in cultura, moralità, onestà,
> ideali.

Benissimo: proprio per questa ragione se vengo messo davanti alla
scelta tra Hitler e Mussolini, cerco una terza via che mi permette di
alimentare la cultura, la moralita', l'onesta' e gli ideali del mio
paese, nella speranza che questo clima nuovo possa produrre un terzo
candidato alle prossime elezioni. Questa e' la mia personale risposta
morale al problema del voto, non ti chiedo di condividerla, ma ti
chiedo di rispettarla perche' non esiste la morale assoluta e la mia
coscienza vale quanto la tua anche se le risposte della mia coscienza
non coincidono con quelle che ti da' la tua.

> Gandhi è "grande anima", estremamente concreto, realista,
> costruttivo.

Fammi capire: secondo te Gandhi avrebbe votato per rifinanziare la
missione militare in Afghanistan, sotto il ricatto del berlusconismo
alle porte? Secondo me avrebbe fatto un discorso in Parlamento per
spiegare come potevano essere meglio impiegati quei soldi.

Ripeto, io non mi permetto di giudicare Lidia Menapace come persona,
pero' credo di avere il diritto di giudicare molto male un voto che mi
vede fortemente contrario, e chiedo che per lo stesso principio di
concretezza che tu invochi il mio voto "disperso" e "non utile" sia
giudicato solo per le sue conseguenze concrete e non per "quello che
avrebbe potuto essere se..." Veltroni ha gia' preso piu' voti di
quelli che avrebbe avuto in un sistema proporzionale puro, credo che i
"duri e puri" siano stati talmente "concreti" da rottamare i partiti
per cui avrebbero votato se avessero avuto la certezza di non
disperdere quel voto. Cominciamo a prendercela un po' anche con le
parrocchie e i "duri e puri" del centro, che pur di non riconoscere i
diritti civili alle coppie omosessuali hanno favorito una classe
politica corrotta e criminale.

Non capisco poi perche' tu sia cosi' inflessibile nel giudicare il
ruolo dei "duri e puri" di sinistra nel far cadere prodi e al tempo
stesso mininizzi chi lo ha fatto fuori dal centro non in nome di
chissa' quali ideali, ma solo perche' sentiva puzza di bruciato nei
tribunali, aveva il terreno che scottava sotto i piedi suoi e di sua
moglie e ha voluto favorire un regime che in pochi mesi ha
imbavagliato la stampa e paralizzato la magistratura. A me
personalmente sta piu' simpatico un idealista irresponsabile che un
sospetto criminale capace di mandare in rovina il paese per salvare se
stesso.

Ma come ho detto, questa e' la mia personalissima prospettiva etica e
non pretendo di imporla a nessuno, basta che nessuno venga a chiedermi
conto delle malefatte di Berlusconi solo perche' al momento di votare
guardo solo la mia coscienza senza pensare ai giochi piu' grandi,
scelta che si e' rivelata azzeccata e che mi rende piu' facile
accettare un'opposizione che ha lo stesso sapore della risciacquatura
dei piatti: se non altro, quello che fanno o che non fanno non e' un
problema mio, ma di quelli che li hanno votati sperando che ci
salvassero dal lupo mannaro mentre invece hanno solo rubato voti alla
sinistra ormai estinta.

Massimo rispetto per le scelte etiche individuali, pero' senza
degenerare nell'assolutismo. Vota pure Mussolini se lo ritieni giusto,
ma ti prego di esercitare un po' piu' di compassione e comprensione
per chi decide di non votarlo e per chi pensa che in fondo sarebbe
stato politicamente piu' efficace per chi crede nei valori della Pace
e della Giustizia far cadere un governo gia' condannato a morte
perche' D'Alema si ostina ad affermare la sua visione armata della
politica estera anziche' farlo cadere per i problemi giudiziari della
famiglia Mastella.

Col senno di poi, quale sarebbe stato il "male minore?

Con la stima di sempre

Carlo