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Fw: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace
- Subject: Fw: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace
- From: <locascio.francesco at aliceposta.it>
- Date: Mon, 23 Jun 2008 08:21:56 +0200
...è sorprendente l'incapacità di autocritica
dei cosiddetti pacifisti o nonviolenti!
Francesco
----- Original Message -----
From: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, June 23, 2008 7:30 AM
Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio
bene-Lidia Menapace
> vedo l'intervento di Carlo Gubitosa, che ringrazio, solamente attraverso
> quello di Sergio Bergami che lo cita.
> Provo a continuare la riflessione, senza pretesa di unica verità
> (occorre dirlo?), ma con una convinzione, purtroppo, che è in aspro
> contrasto coi miei più personali desideri. Cioè, vorrei aver torto e dare
> ragione a Carlo, ma non lo vedo possibile.
> D'ccordo con Carlo su questo: ho sempre "predicato" che la prima
> politica è nella vita sociale quotidiana, e la seconda è quella nelle
> istituzioni. Questa decide delle cose, ma esegue (nella democrazia numerica)
> ciò che vuole la società. Berlusconi è nulla al confronto del berlusconismo
> diffuso.
> L'azione diretta nonviolenta dimostra e testimonia, ma non cambia le
> struture generali e le idee-guida se non c'è cambio culturale e ideale nella
> società. Una maestra elementare e due genitori qualunque sono più importanti
> di un deputato o di un manifestante.
> Ho fatto una quantità di esempi per mostrare ciò che mi sembra vero: il
> voto del parlamentare o quello elettorale del cittadino non è la propria
> dichiarazione di coscienza (anche se la coscienza deve vigilare), ma il
> risultato di una mediazione, la migliore possibile o la meno peggiore. Se
> devono tagliarmi una gamba in cancrena e io decido di dire di sì, questa non
> è la mia verità, ma la mia necessità: meglio vivo con una gamba che morto
> con due.
> Non c'è nessun piacere nel dire questi tristi limiti. Credo di essere
> più idealista di tanti, vorrei sostenere e praticare solo la pura
> nonviolenza attiva. Questo è il mio pensiero perché lo credo giusto. C'è più
> gioia nel pensare e cercare che nel votare o agire. Poi, nella stretta
> pratica faccio quello che mi sembra il meglio possibile, con tristezza. Non
> voto per la verità, perchè... non è tra i candiati. Non mi astengo, perché
> cerco di appoggiare quei candidati che forse sono un po' meno lontani dalla
> possibile ricerca della pace, o meno interessati e appassionati alla guerra.
> So che, astenendomi, do un punto di vantaggio ai peggiori (Hitler è peggiore
> di Mussolini). Votare è un calcolo, una previsione degli effetti, non un
> giuramento. Si giura nella vita personale quotidiana, non nella cabina
> elettorale.
> Non minimizzo affatto l'azione di Mastella, con cui non sento nulla in
> comune. Mi sento partecipe della sinistra "radicale" ma penso che abbia
> fatto un "assist" (si dice così nel calcio?) a Mastella, cioè uno sbaglio.
> Lidia Menapace cercava ammirevolmente alternative e uscite dall'Afghanistan
> senza aprire la via al goerno peggiore di quello di Prodi.
> Gandhi ha appoggiato due volte le guerre inglesi, nelle condizioni di
> quel momento, e ne ha dato le ragioni (vedi nei libri di Pontara), anche se
> poi, in altre condizioni, ha valutato ben diversamente.
> Tu non sei responsabile della guerra in Serbia (e neppure io). Abbiamo
> votato chi sembrava voler decidere meno male possibile, hanno deciso così,
> abbiamo urlato. Il parlamentare non è un semplice esecutore dell'elettore.
> noi la nostra responsabilità, lui la sua.
> Ovvio che, nell'esempio schematico Hitler- Mussolini, bisogna cercare
> una terza via, opposta ad entrambi! L'ipotesi, in quel ragionamento, è che
> una terza via non ci sia.
> La mia non è rassegnazione. Neppure giurerei con sicurezza su ciò che mi
> sembra il calcolo politico più accettabile. Soltanto, vedo che chi non
> voleva Prodi ha contribuito ad avere Berlusconi, che è peggio assai, su
> tutti i piani della civiltà (non solo pace e guerra).
> Sull'Afghanistan, spese militari, Dal Molin, bisognava dire a Prodi
> (dico lui per dire il suo governo), tutta la disapprovazione, e gliela
> abbiamo detta, gliela ho detta (più fortemente possibile).
> Volevamo il meglio, abbiamo il peggio. Forse va bene così?
> Ciao, con altrettanta stima, Enrico Peyretti
>
>
>
>
> ----- Original Message -----
> From: "Sergio Bergami" <serberg at libero.it>
> To: <pace at peacelink.it>
> Sent: Monday, June 23, 2008 12:28 AM
> Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace
>
>
>> Carissimo Carlo, condivido in tutto e per tutto le tue posizioni sulle
>> ultime elezioni, sul voto, sulla caduta del Governo Prodi, sulla moralità
>> delle scelte nonviolente di non votare secondo la logica del "voto utile"
>> che non sono affatto astratte - come sostiene Enrico Peyretti- ma sono
> molto
>> concrete. Se il governo Prodi fosse caduto sulle questioni della pace e
>> della guerra (come in effetti era successo l'anno scorso) sarebbe stato
>> molto meglio. L'unico punto di lieve dissenso è che non è scomparsa la
>> sinistra radicale nel paese, ma solo è stata giustamente bocciata la
>> dirigenza della sinistra radicale che è rimasta fuori del Parlamento.
>> Ciao
>> Sergio Bergami
>> ----- Original Message -----
>> From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa at peacelink.it>
>> To: <pace at peacelink.it>
>> Sent: Saturday, June 21, 2008 10:22 PM
>> Subject: Re: [pace] Il pacifismo? Non sta proprio bene-Lidia Menapace
>>
>>
>> > Il 21 giugno 2008 20.07, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
>> >> Solamente, penso che la politica, pur essendo un grande importante
>> >> impegno,
>> >> non è il luogo in cui possa realizzarsi l'intero ideale, che pure nella
>> >> politica va cercato, avvicinato, approssimato.
>> >
>> > Sarei d'accordo, ma a patto di sostituire l'espressione "politica" con
>> > "esercizio del potere nelle rappresentanze parlamentari", che grazie
>> > al cielo non e' la sola ne' l'unica forma di realizzazione della
>> > politica.
>> >
>> > Gandhi e Martin Luther King ci hanno insegnato tre grandi cose:
>> >
>> > - Puoi cambiare il mondo fuori dal parlamento
>> > - Lo puoi fare senza allontanarti dai tuoi ideali, dalle tue
>> > convinzioni e da quella che Capitini chiamava "la persuazione" di cio'
>> > che e' giusto.
>> > - Lo puoi fare utilizzando mezzi che siano coerenti con i tuoi fini,
>> > improntati alla nonviolenza e alla nonmenzogna.
>> >
>> > E' ovvio che il parlamento sia il luogo del compromesso e
>> > dell'inciucio, ma e' altrettanto vero che l'azione diretta nonviolenta
>> > e' il luogo della fermezza nella verita' e nella giustizia.
>> >
>> > Quello che dispiace molto e' che ogni tentativo di "inquinare il
>> > sistema" con persone che cercano di portare in Parlamento un pizzico
>> > di cultura nonviolenta si traduca ogni volta nell'esatto contrario, e
>> > cioe' che sono le persone a ritrovarsi inquinate e invischiate nelle
>> > strutture di potere violento, e questo brucia di piu' quando queste
>> > persone sono tra le piu' vicine alla cultura di Pace e ai movimenti
>> > per la nonviolenza.
>> >
>> > Le critiche alla Menapace possono trasformarsi in violente aggressioni
>> > "ad personam" o viceversa essere liquidate come stupidaggini di chi
>> > non capisce che lei non poteva fare altrimenti. Possiamo provare a
>> > cercare un terzo piano di discussione, che non personalizzi il
>> > problema senza pero' neppure minimizzarlo?
>> >
>> > Io non ce l'ho con lei come persona, pur essendo fortemente avverso
>> > alle operazioni militari approvate anche grazie al suo voto, e credo
>> > che sia giunta l'ora di fare una bella riflessione sul rapporto tra
>> > prassi nonviolenta ed esercizio del potere nelle strutture di
>> > rappresentanza istituzionale, per fare in modo che le persone come
>> > Lidia Menapace non siano lasciate sole con la loro coscienza al
>> > momento di prendere decisioni cosi' difficili.
>> >
>> >> La politica opera nel limite, nel condizionatissimo limite.
>> >> Ho scritto una quantità di volte che, se davvero manca una terza
>> >> possibilità, tra Hitler e Mussolini (esempio madornale), io "devo"
> votare
>> >> Mussolini, pur ritenendolo un criminale, perché Hitler è peggiore.
>> >
>> > Questa e' la tua scelta etica, e' il tuo male minore, e' la soluzione
>> > che tu dai personalmente ai problemi di coscienza che nascono al
>> > momento del voto.
>> >
>> > Questa posizione e' rispettabile nel momento in cui non si aggiunge
>> > implicitamente la postilla finale "questo e' l'unico comportamento
>> > etico e responsabile, e chi si comporta diversamente e' complice del
>> > male".
>> >
>> > Resto nella scia del tuo esempio, e ti dico che la mia personale
>> > risposta morale al problema di chi votare e' differente dalla tua, e
>> > alle elezioni tra Hitler e Mussolini io non voto nessuno dei due, per
>> > queste ragioni:
>> >
>> > - Mi considero responsabile di quello che fanno quelli che voto
>> > - Non voglio essere responsabile delle azioni di Mussolini
>> > - Non mi considero responsabile di quello che fanno quelli che non
>> > voto, o quelli che votano altri
>> > - Posso comunque esercitare i miei diritti civili e la mia
>> > partecipazione politica in altre forme diverse dal voto, come ad
>> > esempio la scrittura e la creazione di opinioni contrarie sia a Hitler
>> > che a Mussolini.
>> >
>> > Quindi, come vedi, al momento di votare la prospettiva della riduzione
>> > del danno non e' l'unica possibile, esiste anche la prospettiva etica
>> > che mette al centro della valutazione la domanda chiave: "in
>> > coscienza, sento di poter votare per questo candidato"? Se la risposta
>> > e' no, non sono io che devo rispondere del mio disimpegno, ma le
>> > segreterie dei partiti che devono rispondere della candidatura di
>> > personaggi impossibili da votare per chi ascolta la propria coscienza.
>> > La mia ad esempio rimorde ancora per il sangue versato in Serbia anche
>> > con il mio voto, e siccome so che da solo mi e' difficile impedire che
>> > Berlusconi faccia i suoi comodi con voti altrui, faccio cio' che e'
>> > alla mia portata e cioe' evito che il mio voto diventi una cambiale in
>> > bianco per una sinistra meno mafiosa (ma solo un pochino, visto il
>> > numero di pregiudicati candidati dal PD in Sicilia) ma altrettanto
>> > guerrafondaia.
>> >
>> >> Se poi c'è un uomo o donna, un partito, onesto e capace, con idee
> giuste,
>> >> tanto meglio. Ma la politica è una cosa assai stretta. E' impegnativa,
> ma
>> >> non può soddisfare.
>> >
>> > Su questo non sono d'accordo: la politica SCEGLIE CHI SODDISFARE. I
>> > padroni delle acque pugliesi sono molto soddisfatti dalla politica, io
>> > lo sarei stato se il compagno Vendola avesse scelto di sostenere il
>> > progetto di acqua pubblica sostenuto da Riccardo Petrella anziche'
>> > fare il gioco chi vuole che l'acquedotto pugliese resti proprieta'
>> > privata. E' questo e' solo uno di mille esempi possibili.
>> >
>> >> Credo che la società possa e debba crescere in cultura, moralità,
> onestà,
>> >> ideali.
>> >
>> > Benissimo: proprio per questa ragione se vengo messo davanti alla
>> > scelta tra Hitler e Mussolini, cerco una terza via che mi permette di
>> > alimentare la cultura, la moralita', l'onesta' e gli ideali del mio
>> > paese, nella speranza che questo clima nuovo possa produrre un terzo
>> > candidato alle prossime elezioni. Questa e' la mia personale risposta
>> > morale al problema del voto, non ti chiedo di condividerla, ma ti
>> > chiedo di rispettarla perche' non esiste la morale assoluta e la mia
>> > coscienza vale quanto la tua anche se le risposte della mia coscienza
>> > non coincidono con quelle che ti da' la tua.
>> >
>> >> Gandhi è "grande anima", estremamente concreto, realista,
>> >> costruttivo.
>> >
>> > Fammi capire: secondo te Gandhi avrebbe votato per rifinanziare la
>> > missione militare in Afghanistan, sotto il ricatto del berlusconismo
>> > alle porte? Secondo me avrebbe fatto un discorso in Parlamento per
>> > spiegare come potevano essere meglio impiegati quei soldi.
>> >
>> > Ripeto, io non mi permetto di giudicare Lidia Menapace come persona,
>> > pero' credo di avere il diritto di giudicare molto male un voto che mi
>> > vede fortemente contrario, e chiedo che per lo stesso principio di
>> > concretezza che tu invochi il mio voto "disperso" e "non utile" sia
>> > giudicato solo per le sue conseguenze concrete e non per "quello che
>> > avrebbe potuto essere se..." Veltroni ha gia' preso piu' voti di
>> > quelli che avrebbe avuto in un sistema proporzionale puro, credo che i
>> > "duri e puri" siano stati talmente "concreti" da rottamare i partiti
>> > per cui avrebbero votato se avessero avuto la certezza di non
>> > disperdere quel voto. Cominciamo a prendercela un po' anche con le
>> > parrocchie e i "duri e puri" del centro, che pur di non riconoscere i
>> > diritti civili alle coppie omosessuali hanno favorito una classe
>> > politica corrotta e criminale.
>> >
>> > Non capisco poi perche' tu sia cosi' inflessibile nel giudicare il
>> > ruolo dei "duri e puri" di sinistra nel far cadere prodi e al tempo
>> > stesso mininizzi chi lo ha fatto fuori dal centro non in nome di
>> > chissa' quali ideali, ma solo perche' sentiva puzza di bruciato nei
>> > tribunali, aveva il terreno che scottava sotto i piedi suoi e di sua
>> > moglie e ha voluto favorire un regime che in pochi mesi ha
>> > imbavagliato la stampa e paralizzato la magistratura. A me
>> > personalmente sta piu' simpatico un idealista irresponsabile che un
>> > sospetto criminale capace di mandare in rovina il paese per salvare se
>> > stesso.
>> >
>> > Ma come ho detto, questa e' la mia personalissima prospettiva etica e
>> > non pretendo di imporla a nessuno, basta che nessuno venga a chiedermi
>> > conto delle malefatte di Berlusconi solo perche' al momento di votare
>> > guardo solo la mia coscienza senza pensare ai giochi piu' grandi,
>> > scelta che si e' rivelata azzeccata e che mi rende piu' facile
>> > accettare un'opposizione che ha lo stesso sapore della risciacquatura
>> > dei piatti: se non altro, quello che fanno o che non fanno non e' un
>> > problema mio, ma di quelli che li hanno votati sperando che ci
>> > salvassero dal lupo mannaro mentre invece hanno solo rubato voti alla
>> > sinistra ormai estinta.
>> >
>> > Massimo rispetto per le scelte etiche individuali, pero' senza
>> > degenerare nell'assolutismo. Vota pure Mussolini se lo ritieni giusto,
>> > ma ti prego di esercitare un po' piu' di compassione e comprensione
>> > per chi decide di non votarlo e per chi pensa che in fondo sarebbe
>> > stato politicamente piu' efficace per chi crede nei valori della Pace
>> > e della Giustizia far cadere un governo gia' condannato a morte
>> > perche' D'Alema si ostina ad affermare la sua visione armata della
>> > politica estera anziche' farlo cadere per i problemi giudiziari della
>> > famiglia Mastella.
>> >
>> > Col senno di poi, quale sarebbe stato il "male minore?
>> >
>> > Con la stima di sempre
>> >
>> > Carlo
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