Re: [pace] Quando si cerca la pace perdendola



Caro Enrico,
non mi pare ci siamo capiti.
Non si tratta dei limiti della democrazia rappresentativa. Mi pare che questa, come sostiene Ginsborg, sia in profonda cirsi. Io dico che non esiste più: se i poteri forti hanno il pieno controllo dei due poli presenti in parlamento, che spazio ha qualunque rappresentanza? Un'altra cosa ci chiede sempre Paul negli incontri a Firenze: come mai la sinistra attuale non ha più la base elettorale nei ceti poveri (nel proletariato direbbe Sanguineti), ma nella classe media meno cialtrona? "Ceto medio riflessivo" ci chiama, ormai non si dice più classe. Quella che oggi si fregia del nome di "sinistra" tale non è più: ha introiettato i valori dei vincitori. Prima che politica quella che viviamo è una sconfitta culturale; tutto il resto scende a cascata. Quello che chiedo alla sinistra che ancora sta in parlamento è: vi rendete conto che state avallando politiche di guerra e antisociali (le cose vanno sempre insieme)? Vi rendete conto che lo scollamento tra voi e i ceti (non voglio dire la classe) di riferimento si fa abisso e state spianando la strada ad una nuova dittatura? Non sarà il Fascismo, speriamo nemmeno il Nazismo, ma un autoritarismo oligarchico in cui i cittadini arretreranno a ruolo di sudditi. Non vi sembra che il sonno della sinistra abbia già generato abbastanza mostri? La mia non è tanto una critica al democrazia rappresentativa (cui preferisco una diretta), ma l'affermazione che "questa non è più democrazia".
Non butto via la Costituzione, mi sembra che altri ne facciano strame.
Come uscirne?
Non ho risposte. Forse la cronaca ci può aiutare? Se facessimo di tutta l'Italia quel che sono Vicenza o la val di Susa ci sarebbero speranze. Ma non abbiamo più gli arnesi culturali. Dobbiamo ricominciare dalle nostre teste, specialmente la mia... Meno male che in sordina qualcuno comincia a parlare di azioni dirette nonviolente; potrebbero essere lo strumento del nuovo rinascimento sociale?
Un saluto di pace
Tiziano

Enrico Peyretti ha scritto:
Critico Prodi, ma un po' meno di Hindenburg...  Pigliarsela con la
democrazia rappresentativa è un po' come prendersela con l'umanità e con la
storia: "Fermate il mondo, voglio scendere!".
Certo che non basta! Certo che fa grandi errori! Ci vuole anche la
democrazia partecipativa. Neppure questa è infallibile.
Da questa (referendum a suffragio universale) abbiamo avuto la Repubblica.
Dalla democrazia rappresentativa abbiamo avuto la Costituzione.
Come avremmo potuto farla senza rappresentanti eletti?
Come combinare le due forme di democrazia?
Distruggere le istituzioni rappresentative? Sei certo che andrebbe meglio?
Come si deciderebbero le cose?
A parte tutto, consiglio di nuovo il libretto di Paul Ginsborg, "La
democrazia che non c'è", Einaudi, perché pone precisamente questo problema
con indicazioni di esperienze concrete.
Ciao! Enrico