Re: [pace] pace e Siria
- Subject: Re: [pace] pace e Siria
- From: "mary r" <humdrum2 at libero.it>
- Date: Mon, 11 Jun 2012 16:42:26 +0200
- Importance: Normal
Sono disponibile a considerare anche un
intervento armato fatto da un organismo sovranazionale come l’ONU nel caso di un
genocidio, ma che sia genocidio, ossia sterminio in atto di un intero popolo,
non stragi di qualche migliaia di morti.
No Lorenzo, Secondo legge, non è affatto come Lei
dice. Vedi il procedimento cui facevo parte in 2008 per il Tribunale
Internazionale di Coscienza per la guerra contro il Libano. Attenzione a Cap 2,
lettera c).
http://vho.org/aaargh/fran/livres8/TRIBUNALIBANO.pdf 1) la codificazione di tale reato nello Statuto della Corte Penale
Internazionale, direttamente mutuata dalla Convenzione di Ginevra e dunque dal
Tribunale di Norimberga, finisce per permetterne l’attribuzione a molti se non
tutti i conflitti della nostra epoca, caratterizzati da un altissimo livello di
tecnologizzazione degli armamenti bellici, tale da coinvolgere giocoforza ormai
più le popolazioni civili che le forze armate: infatti, l’art. 6 del citato
Statuto recita che una serie di atti tipici dell’attività bellica, quali
“uccidere membri del gruppo” o “cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o
psichica di persone appartenenti al gruppo”, diventano crimini di genocidio, se
compiuti “nell’intento di distruggere in tutto o in parte, un gruppo nazionale,
etnico, razziale o religioso”: definizione quest’ultima, nella quale l’
“intento” diventa comunque facilmente sempre dimostrabile nel caso di
distruzione di una “parte” del gruppo nazionale etc. (e non di tutto, come
richiederebbe il termine assolutizzante utilizzato: genocidio, i.e, sterminio di
un popolo fino alla sua scomparsa).
La mia opinione è che
un nonviolento non condanna chi reagisce alla dittatura o all’invasione nel suo
paese con le armi. Non mi pare che Gandhi
abbia mai condannato chi proponeva una lotta violenta contro le ingiustizie e
contro l’impero inglese. Ha condannato il mezzo
usato, ha proposto la nonviolenza, ma ha sempre espresso rispetto e di solito
anche ammirazione per i rivoluzionari che hanno usato anche la violenza, a
partire da Mazzini, che considerava un suo maestro, e Garibaldi. Non mi pare che
Capitini abbia mai condannato i partigiani. E la Costituzione italiana che tutti
lodiamo è opera soprattutto dei partigiani, di persone che hanno usato la
violenza. La condanna dei
nonviolenti, da Gandhi, a Capitini a ML King è sempre stata verso i vili, verso
coloro che NON reagivano in alcun modo alle ingiustizie. Non verso coloro i
quali reagivano con la violenza in contingenze storiche dove la possibilità
della nonviolenza non era contemplata, era estranea alla cultura del momento o
era in ogni caso concretamente non fattibile a livello di massa. Qualcuno di voi
si sente di biasimare Bonhoeffer per aver partecipato alla congiura contro
Hitler? Io lo stimo, per questo. E stimo i missionari dell’America Latina che
erano e sono pronti a usare le armi se nel loro paese non c’è un movimento
nonviolento visibile e in grado di arrivare a dei risultati. Non do alcun
giudizio negativo verso la loro persona. Posso prodigarmi nel mio piccolo per
favorire una risposta nonviolenta nei paesi in cui vivono, forse lo stanno
facendo anche loro, ma se la contingenza del momento non permette una risposta
nonviolenta di massa se non in tempi lunghissimi e imprevedibili, così come non
lo permetteva l’Italia del 1943-45, capisco benissimo la loro scelta di
abbracciare la rivolta violenta se questa è rivolta a regimi dittatoriali o
invasori, e se avviene portando avanti istanze democratiche e non identitarie.
In questo caso, da nonviolento, il mio è un silenzio-assenso.
Sono d’accordo con
Cacopardo sul proibire la guerra nella storia come guerra tra stati e quindi nel
ripudiarla in modo assoluto come stato, pur considerandola legittima quando di
difesa dei confini – come nella nostra Costituzione. Sono favorevole allo
smantellamento della Nato e di ogni alleanza militare a una completa riforma
dell’ONU, comprendente la possibilità di un esercito sovranazionale e di un
corpo di pace nonviolento. Posizione cioè simile a quella di Alex Langer. Non mi
sento di poter dire di proibire ogni intervento di uno stato su un altro e
contemporaneamente di proibire una rivolta popolare armata in uno stato sotto
regime dittatoriale. Sono disponibile a considerare anche un intervento armato
fatto da un organismo sovranazionale come l’ONU nel caso di un genocidio, ma che
sia genocidio, ossia sterminio in atto di un intero popolo, non stragi di
qualche migliaia di morti. Nel caso della Siria,
la rivolta nonviolenta è stata ed è presente. A causa della repressione
sanguinaria del regime molti cittadini che hanno manifestato in modo nonviolento
molti comitati locali hanno chiesto l’aiuto dell’Onu, e occorre comprenderli e
non condannarli. Il sostegno, per quel che mi riguarda, lo do a quelli che
resistono nel tenere ferma la richiesta di non ingerenza esterna, e che intanto
condannano oltre al regime (che è, lo ricordo di nuovo, la causa principale
dell’innescarsi di una rivolta armata) i rivoltosi violenti che uccidono civili,
ossia quelli del Coordinamento per il Cambiamento
democratico. Lorenzo
Galbiati Da:
pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Paolo Bertagnolli Caro Alberto, Date: Mon, 11 Jun 2012 15:07:28
+0200 Mi trovo particolarmente a disagio
quando sento e vedo come si sta svolgendo il "dibattito" sulla Siria: le
posizioni, mi sembra, si fanno sempre più rigide ed aggressive. > From: xenos at iii.it |
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- pace e Siria
- From: Dante Bedini <bdndante at gmail.com>
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- From: "Borghi Franco" <xenos at iii.it>
- RE: [pace] pace e Siria
- From: Paolo Bertagnolli <paolo_bertagnolli at hotmail.com>
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- From: Alberto Cacopardo <alberto.cacopardo at alice.it>
- RE: [pace] pace e Siria
- From: Paolo Bertagnolli <paolo_bertagnolli at hotmail.com>
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- From: <lorenz.news at yahoo.it>
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