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RE: [pace] UNIRE LE FORZE
- Subject: RE: [pace] UNIRE LE FORZE
- From: pilar anita quarzell castel <pilarcastel at hotmail.it>
- Date: Tue, 11 Oct 2011 20:05:58 +0200
- Importance: High
intanto che si discute fra pochi giorni è il 15, occasione per dire la nostra. Vogliamo fare uno striscione, volantini,sandwhich-man, performances, o ci siamo esauriti con la marcia perugia assisi? Non m'importa quanto incidiamo o meno, voglio dire le cose come stanno sulla guerra, ed a voce alta. pilar
Date: Tue, 11 Oct 2011 16:46:29 +0100 From: elbano9 at yahoo.it Subject: Re: [pace] UNIRE LE FORZE To: pace at peacelink.it Io credo che in Italia ci siano molte persone contro la guerra e che considerano le cosiddette "missioni di pace" guerre vere e proprie.
Innanzi tutto queste persone non sono solo quelle che si ispirano alla nonviolenza, quindi muoversi per opporsi alle guerre significa dare un riferimento a molte persone e non solo all' estrema minoranza che tenta e dichiara di essere amica della nonviolenza.
Il problema e' che in questi mesi si sono mossi pochissimi contro l' aggressione alla Libia. All' inizio molti si fidavano dell' intervento dell' Onu, finalizzato alla difesa dei civili dalla repressione di Gheddafi; una volta saputo dei primi Cruise lanciati su Tripoli c'e' stato un accenno di reazione ad inizio aprile e dopo il silenzio quasi assoluto.
Gia' nel biennio 2007-2008, con il governo Prodi favorevole alla guerra in Afghanistan,allo scudo spaziale e alla base USA Dal Molin a Vicenza, l' opposizione alla guerra non veniva dalle storiche organizzazioni pacifiste ma da soggetti diversi: reti, comitati territoriali contro le basi militari, sindacati di base e gruppi della nuova sinistra.
In questo momento alcuni soggetti della "nuova sinistra" sono gia' molto impegnati su altri temi,non ci sono vertenze territoriali nuove per le basi militari e qualche rete si e' un po' disimpegnata.
Ma le motivazioni per una campagna contro queste guerre, in Libia e la guerra infinita afghana, ci sono tutte, nonostante l' impresentabilita' di Gheddafi . Nel 2003 si sono mosse in Italia centinaia di migliaia di persone contro la guerra all' Irak e consideravano Saddam Hussein un dittatore guerrafondaio, cosi' come i talebani non hanno mai avuto molti sostenitori in Italia, ma la guerra afghana e' impopolare.
La mancata opposizione e' tutta politica, molte organizzazioni pacifiste non sono indipendenti ma si ritengono parte integrante del centrosinistra e non criticano il centrosinistra nemmeno sotto tortura.
Questo non significa che siano meno pacifisti di me o altri, sono sicuramente piu' bravi in molte altre cose, ma non prendono posizione, soprattutto ora che tutti vedono l' eventualita' di elezioni politiche.
Sulla missione in Libia si e' discusso
-a febbraio nelle Commissioni parlamentari e c'e' stato un voto dove il Pd ha salvato il governo perche' la Lega si era defilata,
-a fine Marzo nell' aula c'e' stato un voto,
-cosi' come a inizio maggio,
-Tra la fine di giugno
-e i primi di agosto si e' discusso quasi senza interruzione, prima per il decreto legge sul rifinanziamento poi per la conversione in legge della legge.
Ora a fine settembre c'e' stato il rinnovo della missione Nato per tre mesi,
non ne ha discusso il Consiglio dei Ministri,
la Nato ha deciso il rinnovo della missione il 21 settembre ed il 24 e 26 settembre due ministri,Bossi e Calderoli, hanno fatto dichiarazioni ridicole riportate dall' Ansa.
Bossi "sara' meglio che la missione finisca" ; Calderoli "Se l' ha detto Bossi allora va bene".
La missione e' prorogata ma non ho trovato nessuna comunicazione di questa decisione al Parlamento o alla Commissione di questo nuova decisione.
Nuova, perche' la precedente diceva che la missione doveva finire al 30 settembre; data fissata dopo molte discussioni, interviste, titoli di giornali e degli altri media.
Non c'e' una legge quadro sulle missioni militari , ci sono solo delle consuetudini. Sul sito della Camera si legge;
In relazione alla citata normativa occorre evidenziare che la Commissione difesa della Camera dei Deputati, con la risoluzione n. 7-1007 del 16 gennaio 2001, ha apportato ulteriori elementi di precisazione al vigente quadro normativo specificando, con riferimento all’indicato procedimento decisionale, la necessità dei seguenti quattro passaggi procedurali:
ü deliberazione governativa in ordine alla partecipazione alla missione di pace all’estero e conseguente informativa alle Camere;
ü approvazione parlamentare (anche da parte di una sola Camera o delle Commissioni permanenti competenti) della deliberazione governativa;
ü presentazione di un disegno di legge o emanazione di un decreto-legge contenente la copertura finanziaria della missione;
ü adozione delle disposizioni attuative da parte della amministrazione militare.
Trovatemi una traccia di uno solo di questi passaggi in occasione di questa proroga. Trovatemi una sola dichiarazione di un esponente della opposizione parlamentare o extraparlamentare. Su internet si trovano dichiarazioni dei mesi scorsi, ora niente.
Da: redazione il dialogo <redazione at ildialogo.org> A: pace at peacelink.it Inviato: Martedì 11 Ottobre 2011 15:22 Oggetto: Re: [pace] UNIRE LE FORZE Il rispetto per tutti è ovviamente scontato ma credo che un manifesto del genere non impensierisce minimamente nè i partiti di governo né quelli di opposizione che conoscono bene la esiguità e marginalità del movimento nonviolento e la sua incapacità di lanciare parole d'ordine in grado di mobilitare milioni di persone. Il problema che dovremmo porci non è quello di dar vita all'ennesimo manifesto (per me basta e avanza lo storico manifesto del movimento nonviolento, quello che Peppe Sini mette in coda a tutte le sue newsletter) ma capire cosa si può fare per uscire dall'angolo nel quale i nonviolenti si sono cacciati e far venire fuori la volontà di pace di milioni di persone che in questo paese c'è e che nessuno riesce ad organizzare. Perdiamo tempo dietro ai vari D'Alema e soci e non riusciamo a parlare con milioni di persone. Più che "movimento nonviolento" stiamo dando vita alla "paralisi nonviolenta", all'incapacità o
impossibilità di proporre qualcosa che riesca a scuotere gli animi. E se questo è possibile il motivo è legato al fatto che siamo tutti centrati su noi stessi e non abbiamo alcun legame profondo con la gente di questo paese, quasi ci volesse una o più lauree per essere nonviolenti. Ghandi si starà rivoltando nella tomba. Il manifesto proposto non tiene neppure conto che il sistema dei partiti che esiste attualmente sarà spazzato via da qui a breve perché l'ideologia su cui questo sistema è stato realizzato negli ultimi trentanni è in crisi profonda e tutte le contraddizioni stanno esplodendo in modo non più controllabile, come dimostrano le manifestazioni di questi giorni davanti a Wall Street. Ciao Giovanni Sarubbi www.ildialogo.org On 10/10/2011 20:46, Lorenzo Galbiati wrote:
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