Re: [pace] appello al Governo sulla Siria



Ho serissimi dubbi su un appello come questo.
1) perché è indirizzato al governo italiano, che proprio in questo momento si sta rendendo corresponsabile in Libia di crimini la cui esatta entità è a tutti impedito di conoscere e che sono probabilemente ancor più gravi di quelli commessi dal governo siriano. Appellarsi al governo italiano perché faccia alcunché contro Assad significa fingere di non vedere le sue gravissime responsabilità in Libia. Non si erige un malfattore a giudice di un altro malfattore.
2) la Siria non ha aderito allo Statuto di Roma, cioè il trattato istitutivo del Tribunale Penale Internazionale. A termini di tale Statuto, c'è una sola autorità che possa deferire  al TPI un cittadino di paese non aderente, e questa è il Consiglio di Sicurezza ONU. Faccio presente che questa clausola getta una grave ombra sulla legittimazione di quel Tribunale, poiché sottrae irrimediabilmente alla sua giurisdizione i paesi non aderenti che hanno diritto di veto in Consiglio di Sicurezza, come gli Stati Uniti e la Cina. Il TPI consacra nel diritto internazionale il principio che la legge NON è uguale per tutti.
In ogni caso, nulla può fare il governo italiano in questo senso.
Questo non vuol dire che non si debba far nulla per la Siria. Quello che dico è che non si deve riconoscere a governi che hanno commesso e stanno commettendo gravissime violazioni del diritto e della giustizia, l'autorità di giudicare altri paesi e sanzionarli.
Invito pertanto Sergio Bergami a sottoporre queste considerazioni agli amici del MIR di Padova, perché sono certo che non li lasceranno insensibili e spero che servano ad aprire una riflessione su cosa si possa fare per la Siria. Per esempio un appello internazionale dei movimenti al governo siriano?
Cordialmente,
Alberto Cacopardo
 
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Sent: Tuesday, October 11, 2011 9:15 AM
Subject: [pace] appello al Governo sulla Siria

Metto in lista un appello, scritto dalla sede di Padova del MIR,  inviato al Ministro Affari Esteri e a tutti i Parlamentari delle Commissioni Esteri di Camera e Senato.
L'invito è a farlo circolare nel modo più ampio.
 

Appello sulla situazione siriana da presentare al Ministero degli Esteri italiano

 

 

Egregio Sig. Ministro, a metà settembre circa, i media internazionali hanno comunicato la notizia che Ghiat Matar, definito il Gandhi siriano, è morto a seguito delle torture subite in carcere ad opera delle forze di sicurezza siriane. Dopo tre giorni di detenzione il suo corpo – sul quale in un video si scorge un profondo taglio dal petto fino all’inguine – è stato consegnato ai parenti e alla giovane moglie che aspetta un figlio.

Ghiat Matar, giovane di 26 anni di Daraya sobborgo di Damasco, era uno dei promotori delle manifestazioni nonviolente contro il regime ed era stato il primo a proporre l’idea di affrontare le forze di sicurezza con fiori in mano.

Secondo Amnesty International almeno 88 persone sono “morte in detenzione” in Siria da Aprile a metà Agosto tra cui 10 bambini. In almeno 52 casi ci sono prove di torture o maltrattamenti che hanno contribuito alla loro morte.

Neil Sammonds, ricercatore di Amnesty International che si occupa di Siria, ha affermato che “i resoconti di torture che abbiamo ricevuto sono orribili” ed è giunto alla conclusione che “il governo siriano stia perseguitando il suo popolo massicciamente e su vasta scala”. Per tale motivo egli ritiene che la situazione includa “crimini contro l’umanità” da sottoporre alla Corte penale internazionale.

Queste affermazioni sono confermate dal fatto che l’ONU ha stimato in più di 2600 le vittime in Siria dal momento in cui sono iniziate le manifestazioni pro-democrazia.

In considerazione del fatto che tutti gli appelli e le molteplici iniziative di pressione rivolte al governo siriano non hanno sortito alcun effetto, riteniamo sia ormai necessario intraprendere senza ulteriori ritardi un azione più decisa e più forte.

 

Chiediamo pertanto che il Governo italiano:

1)      sospenda temporaneamente tutti i rapporti economici e commerciali con il governo siriano;

2)      chieda l’avvio di una istruttoria da parte della Corte penale internazionale per verificare se la situazione in Siria configuri la sussistenza di “crimini contro l’umanità”;

3)      si adoperi perché le due summenzionate iniziative vengano fatte proprie da tutte le Organizzazioni internazionali e regionali di cui fa parte, in primo luogo dalle istituzioni dell’ Unione Europea.