Re: [pace] per il 9 giugno



In questo momento sto viaggiando nel Sud con la carovana contro la guerra, per la pace e il disarmo. Vedo da tante parti un indignarsi e un irrigidirsi su questioni che parrebbero riguardare il sesso degli angeli. Oramai ho constatato che molti a sinistra privilegiano soprattutto la tenuta del governo Prodi ai motivi per dire no alla guerra. Credo che nessuno pensi, a parte qualche qualche sparso visionario, di voler far cadere il governo, soprattutto perché non ci sono alternative. Ma proprio qui è il problema vero: la constatazione che non ci sono alternative. Segno che la democrazia nel nostro paese è solo un simulacro senza senso. Sto convincendomi sempre più che, in questo periodo, l'unica cosa da fare è attrezzarsi per resistere. Cioè far sì che certi valori basilari della sinistra non vengano completamente dimenticati, stare come grilli parlanti a dire senza stancarsi che un altro mondo è possibile e che l'incubo che viviamo passerà. Verrà il giorno in cui ci sarà bisogno del patrimonio culturale delle lotte operaie, femministe, nonviolente, pacifiste. Oggi non ci sono più spazi per cambiare qualcosa all'interno di questo sistema. Di prodi dalema fassino non vorrei più parlare.
Desolatamente.
Tiziano Cardosi

Enrico Peyretti ha scritto:
Caro Cortesi,
ti ringrazio di questa comunicazione. Io sono perplesso, ma sempre più vicino al tuo giudizio. Eppure, la divisione del movimento per la pace è sempre esiziale. Il 9 il tema è Bush, non il governo. Con questo, dobbiamo vedercela progressivamente, con un giudizio sempre più netto, ma con quali alternative? dalla padella nella brace? Non si tratta, come accusa ogni giorno Peppe Sini, di volere la guerra, ma di non poter avere al momento prosp