Re: [pace] per il 9 giugno



A Enrico Peyretti
 
Caro Enrico, dopo gli scambi di pareri che abbiamo avuto recentemente, e rinnovandoti il mio spirito di collaborazione, devo però informarti della mia adesione alla manifestazione alternativa. Si tratta di decisioni non facile, ma la mia è ormai convinta della impossibilità di questo governo e di questa coalizione politica a realizzare una svolta pacifista in politica estera; e della assoluta urgenza di agire in modo decisamente antagonistico rispetto al trend che uccide il mondo. Ti dovevo questa informazione. Saluti sempre cari e solidali, Luigi Cortesi  
 
 
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Sent: Wednesday, May 23, 2007 3:07 PM
Subject: [pace] per il 9 giugno

se manifestando....
 
di Lidia Menapace
 
23 maggio 2007
 
  Quando ho saputo che in occasione della visita in Italia di Bush, reduce dal G8 di Germania, era stata lanciata una manifestazione e un'altra si preparava, ho aderito ben volentieri all'iniziativa di un appello per far sì che le manifestazioni si unifichino in una sola piattaforma e metodo e percorso,  ripristinando la consuetudine di comporre, attraverso il consenso, la mediazione e il rapporto il più largo possibile, l'agibilità politica di massa.
 
  Mantengo questa posizione e desidero agire nel senso detto sopra, dato che l'occasione  mi pare la più adatta a rilanciare la consuetudine di piattaforme concordate, invece della concorrenza delle iniziative. Infatti due manifestazioni inevitabilmente contrapposte, in occasione della visita di Bush, mi sembrano una colossale sciocchezza che "rafforza"  Bush; in più, in questo momento, sembrano lasciar intendere che agire secondo il modello Hamas-Fatah sarebbe accettabile:  invece è una sciocchezza addirittura tragica.
 
  A me questo pare un momento nel quale bisogna avere massimo il senso della importanza delle cose che succedono e del simbolico attraverso cui le si rappresenta. Tutto ciò che si può fare di articolato, molteplice, plurale nei contenuti e nonviolento nel metodo è al livello -a mio parere- giusto: non si può mancare  a questa necessità storica. 
 
  Tra l'altro una piattaforma ampiamente concordata dovrebbe ricevere dal prefetto di Roma una accoglienza rispettosa del suo contenuto politico  e non una aprioristica proposta di polizia che provoca paura nella popolazione: che politica della sicurezza è quella che semina insicurezza anticipatamente? già si è visto a  Novara in occasione della manifestazione per Cameri, che la paura predicata anticipatamente non aveva fondamento alcuno, come già del resto accadde nelle  manifestazioni contro l'ampliamento del dal Molin. I nostalgici della caserma di Bolzaneto come cabina di comando durante le  manifestazioni farebbero bene a fare cure disintossicanti. 
 
   Se il prefetto di Roma vuole rilevare e far sapere che è una consuetudine mai interrotta quella di non manifestare davanti a palazzo Chigi, lo dica e si vedrà. Sui percorsi si è sempre trattato. Ma non è compito del prefetto valutare il grado di agibilità politica di una  manifestazione: suo compito è di garantirlo al  massimo compatibile con  il diritto della popolazione di non avere troppi percorsi interrotti.  


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