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----- Original Message -----
Sent: Wednesday, February 02, 2005 4:43
PM
Subject: Re: R: Consumo di carne
Leggo interessato da giorni questa discussione che è scaturita in
questa mailing list durante questi giorni. Premetto che io sono abbastanza
ignorante in materia, e forse per questo ne deriva un così grande interesse.
Io non sono vegetairiano (ma non mi considero nemmeno carnivoro, mi piace di
più onnivoro) e non mi permetto di ribattere o elaborare tesi o confutarle, di
fronte a sicuramente esperti in materia e molto meglio documentati come
Gianluca o il biologo (Giorgo?) che stanno animando molto correttamente e
sapientemente i due punti di vista. Però su un punto mi sento comunque di
muovere una critica, io lavoro da molti anni nel volontariato internazionale
in Africa e in India proprio per quel 20% di popolazione che menzionava
Gianluca che si pappa l'80% delle risorse mondiali.
Io ho apprezato molto le diquisizioni di Gianluca, che dimostra di essere
molto preparato e conoscitore della materia che finora ha portato
all'attenzione di questa mailinlist, però mi sembra, e ne sono certo visto il
mio lavoro, che la presa di posizione affermando che questa disparità di
percentuali sia dovuto all'allevamento per le esigenze di chi non è
vegetariano sia molto azzardata e un po' malformata a vantaggio delle tesi
sostenute. Posso ammettere che una marginale e ininfluente parte di questa
disparità tra il 20% di chi mangia quasi tutta la fetta della torta sia dovuta
a questa agricoltura intensiva per allevamenti con tutte le conseguenze che
hai descritto, ma è sicuramente marginale come problema. E che sicuramente un
consumo critico risolverebbe in piccola parte il problema. Ma problema
vero, o meglio i problemi, che permettono di mangiare l'80% delle risorse
mondiali solo al 20% della popolazione mondiale deriva da tutt'altro tipo di
problematiche mo lto più gravi e intrinsiche. Motivazioni politiche,
economiche, sociali, di chi ha tutti gli interessi affinchè le popolazioni
povere rimangano povere per servire le popolazioni ricche. Non credo che gli
esempi manchino agli occhi di tutti.
Non mi permetto di discutere sull'eticità o meno di essere o non
vegetariani, e nemmeno sulle conseguenze sanitarie ed economiche.
Semplicemente non le conosco, e le vostre mail sono ottimi spunti di
riflessione per tutti, ma non credo si possa veramente pensare che se tutti
fossimo vegetariani, ciò comporterebbe la risoluzione del problema della fame
nel mondo. Se tutti mangiassimo solo verdura come prospettano i sostenitori di
questa idea, non ho le basi e le conoscenze per determinare quali possano
essere i fattori positivi, (a parte il fatto ovviamente che moltissimi animali
non sarebbero uccisi) e nemmeno posso determinare gli effetti negativi
(che ci sarebbero) ma dalla mia esperienza sono certo che se la cultura
mondiale, intesa nella sua complessità di aspetti e materie, rimane la stessa,
ci sarà sempre quel 20% di persone che mangeranno 80% di verdure del
mondo.
Ciao a tutti, Luca
--------- Original Message -------- Da:
consumocritico at peacelink.it To: "consumocritico at peacelink.it"
<consumocritico at peacelink.it> Oggetto: R: Consumo di carne Data:
02/02/05 14:12
> Tu,
Gianluca, avrai sicuramente più oggettività di me nel poter >
scegliere fra un tipo di aliemntazione e un altro, però non > puoi
pensare > di avere più oggettività di me o di Franz nel guardare
globalmente la > cosa, prendendo in considerazione che, rispondendo
ai due punti > principali della mail list sopra riportati: >
> 1) anche di vegetali si muore e SICURAMENTE (dati scientifici e
> pubblicazioni scientifiche) più spesso che di carne, considerato il
> rischio aflatossine e gli alcaloidi contenuti nelle piante e il
fatto > che causino molte più allergie di quanto possa fare la carne
Il fatto che anche di vegetali s i possa morire NON GIUSTIFICA MAI
che noi si debba uccidere per questo. Questo, in termini netti e
chiari si chiama *specismo*, non ha altre definizioni più precise di
questa.
La specie umana, da qualunque parte derivi, dai bonobo o da
un pasticcio di fragole ha portato alla distruzione il pianeta
sconvolgendone tutti gli equilibri in un tempo geologicamente pari ad una
frazione di secondo od anche meno.
L'uomo si arroga il diritto di
poter disporre di tutte le risorse proprio piacimento, e della vita o
della morte di TUTTE LE ALTRE SPECIE VIVENTI.
Gli animali, in
un'ottica specista, sono una risorsa come tante, da sfruttare, torturare
ed uccidere ed in quest'ottica sfruttare una risorsa, specie se VIVENTE
fa un po a pugni con la pretesa di consumo critico
e responsabile.
Non cambieremo mai le cose finchè non cambiamo
rotta: Tutti gli esseri viventi hanno dei diritti (di fronte agli uomini
o a dio, per chi ci crede) ma una sola specie ha anche DEI DOVERI,
l'uomo.
Anche se mi dimostraste, cosa che non potete fare e lo sapete
bene, che la carne fa benissimo ed è una panacea per tutti i mali, io
deciderei comunque di non uccidere altri esseri viventi visto che se ne
può tranquillamente fare a meno.
> 2) anche l'agricoltura
fa i suoi morti, e ne fa molti, ma tanti, così > tanti da non poter
sentirsi a posto con la coscienza riguardo > la morte e > la
sofferenza degli altri animali.
L'agricoltura, (seconda attività
produttiva umana dopo la zootecnia fonte di effetto serra) fa i suoi
morti, d'accordo ma:
La metà dell'agricoltura in generale, ed oltre
il 70% di quella intensiva ed in monocoltura e' destinata
all'alimentazione animale, che a sua volta è destinata a nutrire il 20%
della popolazione mondiale lasciando l'80% alla fame ed alla
morte.
Quindi, mettetela un po come volete, anche con tutte le
ragioni e le attenuanti del caso, ma mangiare carne è, per un consumatore
critico e responsabile, un atto criminoso.
Criminoso nei confronti
del pianeta se pensiamo al business (compreso tutto l'indotto) ed ai
danni che il fenomeno sta provocando.
Criminoso nei confronti della
vita, in quanto si deve uccidere per nutrirsi, e nutrirsi di morte genera
inevitabilmente morte (concetto karmico sul quale varrebbe la pena
riflettere).
Fermo restando che io comunque non mangerei carne, per
le già citate ragioni salutistiche, etiche, morali, animiche, e di
responsabilità sociale, se parliamo di veganismo/vegetarianesimo,
parliamo anche di riconversione dell'agricoltura, di riconversione dei
consumi, dell'autoproduzione quanto più possibile, della riconversione
delle grandi monoculture a colture miste, del consumo di prodotti locali
eccetera eccetera eccetera.
Non solo non mi nutro e non mi nutrirei
comunque di carne e derivati, non us o farmaci se non in casi
assolutamente eccesionali, non uso cuoi e pellami (al di la degli animali
a cui salvo la vita l'attività conciaria è una delle più inquinanti), non
mi vesto di lana o di seta, se solo sapeste cosa fanno alle pecore
durante la tosa smettereste anche voi di indossare lana (cercate mulesing
su Google o andate qui: http://www.piccolopopolo.org/modules.php?name=News <http://www.piccolopopolo.org/modules.php?name=News&file=article&sid=801> &file=article&sid=801).
Credi
davvero che non abbia "analizzato globalmente la cosa" come
dicevi qualche riga fa, nel cambiare TOTALMENTE il mio stile di vita per
cercare di diventare il più possibile cruelty-free, lo credi
davvero?
E' parziale limitarsi a consumare meno detersivi continuando
a nutrirsi di morte, ma questo è solo il mio limitatissimo parere, per
quel lo che può valere...
Saluti
Gianluca
"Fintanto che i nostri corpi sono le tombe viventi di animali
assassinati come possiamo aspettarci che sulla terra regni la
pace?"
L. N. Tolstoj (scrittore russo 1828-1910)
********************** "Il Piccolo Popolo" Associazione
Culturale Non-Profit Per un mondo CRUELTY-FREE www.piccolopopolo.org
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