Re: la morte di Terri Schiavo



si hai ragione, sopratutto nel caso di accanimento terapeutico. siamo i primi ad essere contrari e non è questo il caso


ma non è per noi il povero michael (il marito legale, l'ex marito nei fatti) ad essere definito nazista...poverino..lui è vittima di una cultura tipica del suo paese...magari visto che si è rifatto una famiglia ,una compagna e ha due figli, poco gli costava dare ai genitori l'affidamento della sua ex moglie...ma il nazismo per lui non c'entra

per esempio molti vorrebbero vedere i propri figli o cari morti piuttosto che tossicodipendenti, (sul serio!)...
o ergastolani
o disoccupati da 30 anni
o sposati con i neri
o amici degli zingari

ovviamente...se qualcuno chiedesse solo per se la morte ad esempio, se ergastolano, e un giudice glielo accosentisse, scoppierebbe la rivoluzione...
per un disabile grave no...poverino ha finito di soffrire...

io ad esempio preferirei essere morto piuttosto che ritrovarmi ladro nella pubblica amministrazione, o venditore di armi al terzo al secondo e primo mondo (lo lascio come mio testamento socio biologico, in questo newsgroup...)
invece se fossi disabile grave come terri preferirei rimanere in vita...

a noi fanno rabbrividire

i giudici americani, che sostengono nelle loro sentenze, siccome è disabile, non può guarire...meglio morta
uguale ai nazisti
il presidente pilato ponzio, pronto ad intervenire in iraq, pronto a dire di no alla supplica del papa per non uccidere un condannato a morte americano, pronto a riempirsi la bocca per il bene che fa al mondo i nostri commentatori italiani che sostengono la modernità di queste decisioni
uguale alla deriva prenazista

tutto qui
ciao
marco




----- Original Message ----- From: "B.P." <b.pietrangeli at email.it>
To: <volontariato at peacelink.it>
Sent: Saturday, April 02, 2005 11:54 AM
Subject: Re: la morte di Terri Schiavo


Non intendevo, in realtà, ne condannare, ne giustificare i sentimenti di
nessuno.
Condivido pienamente la differenza tra la nutrizione assistita e
l'accanimento terapeutico.
E' quella che faccio io stessa nel decidere cosa vorrei avvenisse per me.
Intendevo solo sottolineare che ognuno può avere sentimenti diversi.
Un genitore (ad esempio) che vede un proprio figlio in quelle condizioni,
può desiderare d'amarlo fino alla fine, può sentire (nel senso di
sentimento) che quel figlio deve continuare a vivere.
Ed è quello che vorrei per me, è quello che io stessa sentirei.
Ma al pari non si può negare e condannare il sentire di chi ravvede una
situazione di sofferenza e s'augura solo che termini.
Lo sapete meglio di me, credo, che vedere la sofferenza di una persona che
si ama è terribile. Si può condannare, chiamandolo nazista, chi ritiene che
una sofferenza meriti di finire?
Si può non essere daccordo. Io per prima non sono daccordo. Ma volevo solo
dire con la mia mail che il sentimento che porta a una decisione così
sofferta non necessariamente è un sentimento di crudeltà.
Tutto qui.
Buona giornata a tutti voi.
Beatrice




--
Email.it, the professional e-mail, gratis per te: http://www.email.it/f

Sponsor:
Proteggi la tua moto dalle intemperie e... dagli sguardi indiscreti con il Telo Coprimoto!
Clicca qui: http://adv.email.it/cgi-bin/foclick.cgi?mid=2744&d=2-4

--
Mailing list Volontariato dell'associazione PeaceLink.
Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/volontariato/maillist.html
Area tematica collegata: http://www.peacelink.it/tematiche/volontariato/
Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html