Re: la morte di Terri Schiavo



Non intendevo, in realtà, ne condannare, ne giustificare i sentimenti di
nessuno.
Condivido pienamente la differenza tra la nutrizione assistita e
l'accanimento terapeutico.
E' quella che faccio io stessa nel decidere cosa vorrei avvenisse per me.
Intendevo solo sottolineare che ognuno può avere sentimenti diversi.
Un genitore (ad esempio) che vede un proprio figlio in quelle condizioni,
può desiderare d'amarlo fino alla fine, può sentire (nel senso di
sentimento) che quel figlio deve continuare a vivere.
Ed è quello che vorrei per me, è quello che io stessa sentirei.
Ma al pari non si può negare e condannare il sentire di chi ravvede una
situazione di sofferenza e s'augura solo che termini.
Lo sapete meglio di me, credo, che vedere la sofferenza di una persona che
si ama è terribile. Si può condannare, chiamandolo nazista, chi ritiene che
una sofferenza meriti di finire?
Si può non essere daccordo. Io per prima non sono daccordo. Ma volevo solo
dire con la mia mail che il sentimento che porta a una decisione così
sofferta non necessariamente è un sentimento di crudeltà.
Tutto qui.
Buona giornata a tutti voi.
Beatrice


 
 
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