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Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.



Salve a tutt*,

Carlo Gubitosa, Lunedì, 24 febbraio 2003 ore 16:07:02 +0100
ha scritto a tutt* in "Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte."
 >Quanto consenso hanno ricevuto secondo te le azioni di blocco dei treni?
 >Questo non so valutarlo, ma io respiro molto malcontento per quella che
 >viene vissuta come una azione unilaterale... io c'ero a Roma il 16
 >febbraio, e il blocco dei treni non era nemmeno all'ordine del giorno, si
 >era parlato di presidi alle basi militari. Poi qualcuno e' sceso sui
 >binari... a me sta bene che i treni si blocchino, mi fa un po' incazzare
 >vedere come certi stanno sguazzando nella faccenda dei treni tirando un
 >sospiro di sollievo perche' dopo Roma si poteva parlare solo delle bandiere
 >e dei decreti che le vietavano... adesso hanno anche qualche scontro in
 >piu' con cui riempire gli editoriali e far credere a mia zia e mia mamma
 >che quelli dei treni sono pericolosi sovversivi... e la propaganda
 >probabilmente attecchira' anche su qualche magistrato...
 >
 >>Le bandiere sono consenso, Roma il 15 era consenso, il FSE era consenso.
 >
 >La mia domanda e': i treni e i falo' sui binari sono consenso?

Il consenso è un processo, un percorso, non la sintesi. Si determina
consenso spiegando e coinvolgendo. Sarai stato a Roma, il 16, ma non sui
binari l'altro giorno e ti assicuro che le azioni sono state tutte
nonviolente senza danneggiare cose o persone. I carabinieri hanno avuto
l'ordine di caricare a freddo. In nessuno di questi casi, comunque, i
dimostranti hanno risposto nello stesso modo. Trovo singolare che di fronte
a queste evidenze prima si tacciano di menzogna i giornali e poi ne si
accredi i pretesti. Alle zie e alle mamme ci si parla di persona. O
vogliamo già alzare bandiera bianca quando la campagna di disinformazione
sarà martellante come le bombe che cominceranno a cadere?



 >>Intralciare fisicamente una guerra è una faccenda delicata. Ma almeno
 >>mettiamoci d'accordo su un punto che io credo faccia parte della
 >>maturazione sociale di cui sopra: non esistono una sola modalità di
 >>"partecip/azione" che sia da sola efficace contro questa guerra.
 >
 >Appunto... torniamo alla mia domanda: il blocco dei treni rientra nel
 >ventaglio delle modalita' efficaci oppure e' inefficace?


E' efficace se non è la sola. E' efficace se la si mantiene nelle cornici
di mobilitazioni comuni. E' efficace nel senso delle cose che scrivono gli
organizzatori del FSE e quindi del 15 a Roma (allego sotto)



 >Con queste modalita' lo sciopero generalizzato te lo sogni, e ancora di
 >piu' quello generale, perche' nel frattempo la Cisl che era nel cartello di
 >Roma se ne e' andata per fatti suoi, la Cgil, che gia' a Roma
 >nell'assemblea post-manifestazione era stata molto polemica con Casarini,
 >cerchera' in tutti i modi di non farsi associare a immagini di estremismo e
 >massimalismo, rimangono i soli Cobas che possono scioperare, ma non certo
 >in forma generalizzata.

la CGIL sta dialogando con altri pezzi del movimento su questo punto da
Porto Alegre. Oggi Cofferati ha dato sostegno ai lavoratori che faranno
obiezione di coscienza. Gli ha risposto in questa maniera scomposta un
personaggio come Bondi:

  Iraq: Bondi (Fi), irresponsabile il linguaggio di Cofferati
  ROMA, 24 FEB - ''Se c'e' una persona che in questi anni ha pronunciato
  frasi e   parole irresponsabili, dal caso Marco Biagi fino alle attuali
  posizioni sull'Onu e alle clamorose e illegali iniziative volte a boicottare
  il trasferimento sul nostro territorio di materiale appartenente agli Stati
  Uniti, questa persona e' proprio Cofferati''. Lo afferma il portavoce di
  Forza Italia Sandro Bondi. ''Della sua precedente esperienza comunista -
  osserva poi il deputato 'azzurro' - Cofferati farebbe bene a tenere a mente
  almeno l'abito di responsabilita' nazionale e la misura del linguaggio
  piuttosto che la postura sacerdotale, tipica dei vecchi dirigenti comunisti,
  che nessuno e' piu' disposto a riconoscergli''.
  24/02/2003 11:00
  (http://www.ansa.it/fdg01/200302241600100687/20030224110032482447_ass.html)

Non male, eh? Non male per un esponente di un governo che ha la
responsabilità morale dell'assassinio di Marco Biagi!
Che facciamo, Carlo? Diamo del massimalista anche a Cofferati solo perché
ha detto una cosa che qualsiasi sincero democratico di buon senso direbbe?
Diamoo ragione a Bondi che chissà cosa potrebbe dire del resto del
movimento?




 >>Che senso ha se
 >>agiscono entrambe su un discorso molto simbolico?
 >
 >Bene, quindi siamo arrivati ad un punto: si tratta di azioni simboliche che
 >non hanno una incidenza concreta sulle azioni di guerra.
 >
 >
 >>Abbiamo un altro piano di azione?
 >
 >Si', c'e' il piano legale con la denuncia per attentato alla costituzione
 >(se ne facessimo migliaia le procure dovrebbero esprimersi), c'e' il piano
 >mediatico non subalterno alle trappole della propaganda, c'e' il piano di
 >azione diretta con la presenza in Iraq, c'e' il piano di "fraternizzazione"
 >con il "nemico" facendo volantinaggi davanti alle basi e diffondendo i
 >manuali per dare ai militari gli strumenti legali per disobbedire alle
 >leggi ingiuste, c'e' il piano politico con la proposta di legge su
 >iniziativa popolare per l'applicazione dell'articolo 11, c'e' la campagna
 >contro le modifiche alla 185 che ha messo in evidenza le contraddizioni
 >interne alla maggioranza, ma sai qual'e' il problema? Che nessuna di queste
 >azioni ti fruttera' mai la prima pagina di repubblica, e c'e' chi per
 >conquistare la prima pagina di repubblica accetta come "effetto
 >collaterale" che sulla prima pagina del "Giornale" la bandiera della pace
 >venga messa come simbolo sui binari nel grafico che illustra le "fermate"
 >dei treni armati, per alludere al fatto che i pacifisti sono dei sabotatori
 >e terroristi.

No, caro Carlo, il problema è che hai elencato anche tu una serie molto
"simbolica" di iniziative (perché come me rifiuti l'altra soluzione).
Simbolica nel senso più nobile del termine, intendiamoci, perché pongono un
problema dall'esterno dei centri decisionali e facendo pressione su di essi
indicandone la soluzione nel quadro di una normale dialettica democratica.
Il punto è che c'è una intera dirigenza politica che si sta muovendo, in
affanno, per "normalizza" qualsiasi tipo di dissenso. Se questo è vero, ed
io penso che sia così, credo che non solo vadano promosse tutte le cose che
dici, ma bisogna metterle di una cornice di iniziative comuni dove,
certamente di volta in volta chiedersi cosa porta consenso, ma dove abbiamo
- mi ripeto - la responsabilità di creare un fronte contro la guerra che si
radicalizzi soprattutto società e più che nelle rappresentanze. E per farlo
occorre cambiare anche la nostra prospettiva: se pensi che i blocchi dei
treni vengano fatti da gruppi organizzati, o dai "soliti" disobbedienti,
tanto per fare nomi e cognomi, credo che tu ti stia sbagliando.
Quanto a Repubblica sarebbe ora che tutto il movimento pacifista cominci
una campagna di boicottaggio contro questo giornale che ha espresso sempre
una linea editoriale chiaramente interventista e antisociale.

M.

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From: "Ufficio Stampa- Fse" <ufficiostampa@fse-esf.org> (by way of Carlo
Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
To: news@peacelink.it
Subject: FSE - Fermiamo i trasporti di morte!
Date: Mon, 24 Feb 2003 15:49:29 +0100

FORUM SOCIALE EUROPEO
Contatti stampa: ufficiostampa@fse-esf.org
Andreina Albano 3483419402
Claudio Jampaglia 3488958602
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COMUNICATO STAMPA

Le organizzazioni e i movimenti che hanno promosso il Forum Sociale Europeo,
riuniti a Roma il 24 febbraio, hanno lanciato il seguente appello:

Fermiamo i trasporti della morte

Come è già spontaneamente già successo negli ultimi giorni, continuiamo a
bloccare, rallentare e intralciare i convogli della guerra che illegalmente
viaggiano nel nostro paese.
Facciamo appello affinché in tutta Italia, in modo diffuso, pacifico, con la
disobbedienza civile e la nonviolenza, valorizzando e rispettando le tante e
differenti pratiche del movimento, proseguano e si allarghino le iniziative
lungo le linee ferroviarie interessate dai treni di guerra.
Facciamo appello perché in tutte le città d'Italia si realizzino iniziative
individuali, collettive, di gruppo e di massa a sostegno della campagna
contro i treni di guerra.
Sosteniamo e rilanciamo tutte le iniziative tese a impedire la guerra: la
campagna delle bandiere, le iniziative nelle scuole, nei luoghi di lavoro,
nelle comunità, nei luoghi di guerra (ambasciate, consolati, basi militari
ecc.), la pressione sui parlamentari e sulle istituzioni locali, la campagna
di boicottaggio delle compagnie petrolifere, l'obiezione fiscale.
Facciamo appello a tutti e tutte affinché mercoledì 26 sia una giornata
nazionale e straordinaria di mobilitazione: alle stazioni, lungo la linea
ferroviaria, ai passaggi a livello, sui binari e lungo i binari cercheremo
di bloccare, ritardare e ostacolare i treni di guerra.
Lo faremo come in questi giorni, senza mettere a repentaglio la sicurezza
nostra e degli altri, senza creare disagi alla cittadinanza, senza cedere a
nessuna provocazione, cercando di favorire la massima partecipazione e il
massimo consenso.
Facciamo appello affinché si esprima ovunque la solidarietà e il sostegno ai
lavoratori dei trasporti che hanno già dichiarato e dimostrato la loro
indisponibilità ad essere utilizzati per il trasporto sulle ferrovie e nei
porti.
Chiediamo al Parlamento e ai parlamentari, alle forze politiche e sociali di
fare il massimo della pressione politica sul Governo perché receda dalla
decisione di militarizzare stazioni e ferrovie e sulle forze dell'ordine
perché non usino violenza contro persone che a mani nude testimoniano il
rispetto dell'art. 11 della Costituzione.
Ci impegniamo a proseguire e rafforzare nello spirito di condivisione e di
solidarietà, l'esperienza unitaria del Comitato Fermiamo La Guerra, che già
domani riunisce il gruppo di lavoro sulle iniziative di lotta sindacale, nei
luoghi di lavoro e sugli scioperi, che riteniamo un tavolo essenziale.
Saremo il 1 marzo a Londra al Coordinamento Europeo e Mondiale contro la
guerra, che lancerà le prossime scadenze internazionali, a Ginevra per il
Forum Sociale Europeo e per le manifestazioni contro il G8 a Evian.
Diamo appuntamento ai movimenti del Forum Sociale Europeo , a tutti coloro
che si oppongono alla guerra sociale, economica e militare, al neoliberismo
e al razzismo per incontrarsi a Livorno in una Assemblea Nazionale l'1 e il
2 marzo, per definire l'agenda di lavoro dei prossimi mesi e per rilanciare
il nostro patto comune.
Sosteniamo l'8 marzo contro la guerra promosso dalle organizzazioni e reti
delle donne e invitiamo tutte e tutti a estendere le iniziative.
Continuiamo a preparare la manifestazione di Camp Darby prevista per l'8
marzo.

Le organizzazioni e i movimenti che hanno promosso il Forum Sociale Europeo

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