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Re: [glt NV] Lilliput e i treni della morte.



Ciao a tutti...

Di fronte alle azioni dirette sui binari ho alcune perplessita' che vorrei 
condividere con voi...

1) Quali saranno gli effetti REALI sulla macchina bellica? Le mongolfiere 
lanciate da Peppe Sini durante i bombardamenti sulla Jugoslavia hanno 
rallentato gli aerei, forse fatto saltare qualche missione. Mi chiedo se la 
presenza sui treni sara' un reale intralcio o avra l'effetto della zanzara 
sull'elefante. Non e' una domanda retorica (ne' lo e' nessuno degli 
interrogativi che seguono), mi chiedo soltanto che strumenti abbiamo per 
misurare l'efficacia antibellica del blocco dei treni.

2) Quali saranno gli effetti MEDIATICI di queste azioni?
Ho gia' visto titoli allucinanti in cui il blocco dei treni e' stato 
descritto come una azione tra il black bloc e il terroristico, sicuramente 
molte persone lontane che iniziavano ad avvicinarsi alla pace anche da 
posizioni non antagoniste o addirittura filogovernative adesso rischiano di 
cadere nei trappoloni della propaganda, che fino a ieri aveva come unico 
argomento "i pacifisti lucrano sulle bandiere". A mio avviso questa era una 
grande vittoria culturale, perche' di fatto avevano esaurito gli argomenti 
per la demonizzazione. Adesso, invece, chi vorra' dimostrare l'equazione 
pacifista=terrorista avra' di fatto molti strumenti in piu', e questi 
strumenti glieli abbiamo regalati anche noi. Il lavoro paziente e "da 
formiche" delle bandiere ha dato risultati grandiosi soprattutto perche' ha 
dato la possibilita' di identificarsi nei movimenti per la pace anche alle 
persone lontane, e persino il sindaco di Taranto (forza italia) ha esposto 
quella bandiera in comune violando le disposizioni del prefetto. Ora quella 
bandiera e' stata inquadrata dalle telecamere in mezzo a falo' sui binari e 
associata agli scontri tra polizia e attivisti. Ne valeva la pena? Non lo 
so, per rispondere a questa domanda dovrei aver risposto alla domanda 
numero 1, e cioe' capire quali sono stati i risultati effettivi del blocco. 
Se quel blocco e' servito a salvare delle vite umane, a me personalmente 
non importa di essere chiamato terrorista, ma se non e' servito a molto mi 
dispiacerebbe aver fatto un autogol mediatico, perche' lascio altre persone 
esposte alla violenza della propaganda.

3) Quali saranno gli effetti GIUDIZIARI di queste azioni?
Visto che ogni vita umana e' preziosa, e viene pirma di qualunque strategia 
di movimento, abbiamo messo in conto che una azione sistematica di blocco 
potrebbe essere pagata con un gran numero di attivisti 
caricati/fermati/arrestati/manganellati/gassati/processati? Vale la pena 
spendere energie nell'inevitabile incontro/scontro con la forza pubblica 
che nascera' da nuove azioni di blocco? In futuro le FFOO saranno meno 
impreparate, si potra' contare meno sull'effetto sorpresa e ci saranno 
direttive dall'alto tese a dare un'immagine di fermezza e di 
inflessibilita' nel rispetto della legge italiana, che sui binari si 
scontra con la legge delle coscienze. Un banchetto di otto potenti e' 
costato la vita di un ragazzo, quale potrebbe essere il prezzo da pagare 
per un banchetto militare molto piu' importante e strategico? Noi lanciamo 
campagne e slogan, ma personalmente ho alcuni dubbi a dire ad altri "fate 
come me, seguite la mia iniziativa" se le mie campagne e i miei slogan 
possono contribuire a trascinare ragazzi ancora incensurati nella spirale 
giudiziaria.

4) Quali saranno gli effetti POLITICI di queste azioni?
Per il momento l'unico risultato concreto e' andato a beneficio dei 
"falchi", perche' tra le "colombe" si e' creata una nuova spaccatura... La 
Cisl, infatti, che aveva aderito alla manifestazione del 15 febbraio 
partecipando alla costruzione del documento finale, adesso ha nuovamente 
preso le distanze (CFR agenzia in coda al messaggio). A me sta bene che nel 
movimento antiguerra non ci siano patenti di legittimita' e che ognuno 
abbia il diritto di rivendicare la propria cultura e la propria 
specificita', ma di fatto per rispettare la specificita' antagonista e 
disobbediente adesso ci siamo persi per strada la specificita' della Cisl, 
che secondo me con la sua presenza avrebbe potuto dare piu' forza a tutto 
il fronte pacifista. Secondo me l'unico parametro per misurare la 
legittimita' di un gruppo organizzato all'interno di un movimento e' la 
misura dell'efficacia delle sue azioni, se uno a parole dichiara i piu' bei 
principi di Pace e disarmo, ma di fatto fa (consapevolmente o meno) il 
gioco della parte avversa, a questo punto e' lui che si sta estromettendo 
da solo dal movimento, non sono io che lo sto scomunicando. Di fatto chi 
alza la voce o fa le azioni piu' eclatanti risulta sempre il vincitore 
mediatico, ma gli effetti politici di questa attenzione conquistata a colpi 
di "strappi" e di azioni isolate possono fare gli interessi di chi vorrebbe 
scongiurare l'unita' e la compattezza dimostrata dagli organizzatori della 
manifestazione di Roma, che hanno scritto un documento finale in cui non si 
gioca al ribasso, ma ognuno ha contribuito con il meglio della propria 
cultura sindacale o associativa.

Dopo aver visto gli effetti disastrosi dell'antagonismo praticato a Genova, 
mi chiedo se valga la pena di farsi trascinare di nuovo in uno scontro, 
quando gli strumenti per reagire alla cultura della guerra e alla 
possibilita' di un intervento in Iraq sono talmente tanti da permetterci di 
gridare la voglia di pace non solo "tra di noi", ma anche insieme a 
poliziotti (sul palco di piazza S. Giovanni c'era la bandiera del sindacato 
di polizia SILP), sindaci e deputati forzitalioti, parrocchie, sindacati e 
tanti altri organismi che invece qualcuno vedrebbe volentieri come 
protagonisti di una ennesima "guerra tra poveri" che potrebbe consumarsi 
sui giornali e sui binari mentre qualcuno si frega le mani sghignazzando 
per l'ennesimo tentativo riuscito di strumentalizzazione delle azioni di un 
movimento.

SI DIFFIDA QUALUNQUE GIORNALISTA E ORGANO DI INFORMAZIONE DALL'UTILIZZO 
COMMERCIALE DI QUESTE AFFERMAZIONI, ESPRESSE IN FORMA PRIVATA ALL'INTERNO 
DI QUESTA MAILING LIST.

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10:42 IRAQ: PEZZOTTA, FERMARE TRENI NON AIUTA LA PACE

(ASCA) - Roma, 24 feb - ''I blocchi non servono, creano
tensioni nell'opinione pubblica e rischiano, se continuano
nei modi in cui sono stati attuati, di far scemare
l'attenzione alla guerra che siamo riusciti faticosamente a
costruire''. Lo dice Savino Pezzotta, leader della Cisl, in
un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito dei
tentativi dei pacifisti di bloccare i treni diretti verso la
base militare statunitense di Camp Darby.
    ''Con Epifani - afferma Pezzotta - abbiamo convenuto che
il governo ha l'obbligo di informare i lavoratori addetti al
trasporto di quello che si trasporta, per la loro sicurezza.
E che se si vuole lavorare davvero per la pace bisogna stare
tutti dentro le regole della legalita'. Dico proprio
tutti'', anche - precisa - ''il governo di Silvio
Berlusconi. Alcune reazioni saranno ingiustificate e niente
affatto condivisibili, ma i comportamenti del governo non
sono stati certamente lineari. Prima di far attraversare il
paese dalle armi e caricare queste armi sulle navi nei porti
italiani aveva almeno il dovere di informare le commissioni
Difesa di Camera e Senato. Non l'ha fatto: lo considero un
fatto molto grave''.
    Quanto al blocco dei porti, deciso dalla Cgil, ''credo -
dice Pezzotta - che si stia un po' esagerando''; ''non
condividiamo questo modo di fare. Poi sarebbe ora che per
decidere le iniziative si discutesse unitariamente. Perche'
non si possono lanciare appelli all'unita' mentre ognuno
continua a fare come vuole. Di scioperi nei porti non se
n'e' mai discusso''.