R: [pace] Houla, a chi credere?



"Gli osservatori ONU indicano il regime", scrivi.

E invece no.
Il capo degli osservatori dell'Onu, il generale Robert Mood, ha dichiarato che le circostanze non erano state chiarite.

E ancora ora sono non sono chiarite.

Non mi risulta che la missione Onu o Amnesty abbia scritto un rapporto definitivo.

"Gli stati tolgono gli ambasciatori (...) Gli ambasciatori potevano essere espulsi già un anno fa, per intenderci".
L'esplusione degli ambasciatori prelude alla guerra. Pensa che non si arrivo' a questo neppure durante la guerra del Kossovo. Con chi tratti se espelli l'unico deputato a trattare?

Ma il punto non e' tanto questo. Cio' che preoccupa e' il copione. Un copione che si e' ripetuto con l'attentato al giornalista dell'Ansa in Siria. Si addossa la colpa al regime quando non ve ne sono le prove.

Questi sono dei fatti clamorosi che che dimostrano chiaramente l'esistenza di un copione concordato, un copione messo in atto in mala fede verso chi crede in buona fede ai media, un copione che funziona solo se c'e' un'opinione pubblica inorridita da un fatto vero di cui pero' mancano gli elementi per valutarne le responsabita'.

Amnesty e' venuta meno anche in questo caso al suo compito di garante dell'oggettivita' perche' ha accreditato - sull'onda del'emozione - una responsabilita' delle forze del regime che non poteva verificare.
Questa meritoria associazione che va con i piedi di piombo quando ci sono i bombardamenti Nato su Sirte decide poi in pochi minuti di accreditare una versione non appurata dagli osservatori Onu? Io comincio ad avere dubbi quando succedono queste cose...


Ciao
Alessandro




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Date: Sat, 23 Jun 2012 15:23:54 +0200
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Subject: R: [pace] Houla, a chi credere?

Alessandro, tu mi chiedi delle considerazioni politiche, e io ci provo.

 

Dopo un anno e mezzo di massacri e di qualcosa come quasi 10 000 morti civili, ma diciamo per essere cauti più di 5000 civili uccisi da parte del regime, c’è un’altra strage che colpisce per la sua efferatezza. Le dinamiche fanno pensare al regime. Gli osservatori ONU indicano il regime.

Gli stati tolgono gli ambasciatori. In una dittatura dove i giornalisti in pratica non possono circolare, e a quasi guerra civile in corso, non si può aspettare anni per accertare la verità nei dettagli e poi reagire a livello politico, i tempi della politica non sono i tempi degli storici. Gli ambasciatori potevano essere espulsi già un anno fa, per intenderci.

Amnesty reagisce in tempo reale per condannare i crimini, non dopo anni, con il rischio di commettere errori che nell’era di internet sono usciti spesso, perché Amnesty ha ormai perso il ruolo che aveva prima di internet. Non vedo cmq come possa fare diversamente. Il dubbio sul suo operato ce lo dobbiamo porre se le sue condanne sono unilaterali. Tuttavia non possiamo dimenticare che i crimini commessi dagli insorti restano molto pochi rispetto a quelli del regime e quindi non possiamo aspettarci che Amnesty dedichi pari tempo e spazio ai crimini degli insorti.

 

La ricerca della verità dovrebbe guidarci tutti ma quando una guerra è blindata dai giornalisti, i tempi della politica impongono forzature sul diffondere news e prendere posizione. Qual è il limite da tenere? Questo è il problema, la linea di confine tra fare informazione corretta e legittima e fare informazione di parte che rischia di essere pro-guerra non è fissata facilmente.

 

Però, Alessandro, quando eravamo nella guerra di Israele a Gaza, noi avevamo solo Arrigoni e le fonti di Hamas a dirci quanti morti civili c’erano, l’ONU diceva qualcosa quando veniva colpito ma poco. Però tutti noi credevamo senza tanti problemi alle centinaia e poi migliaia di morti palestinesi. Eppure la verità era ben lungi dall’essere accertata. Con la Siria non vogliamo crederci perché abbiamo forse noi la convinzione aprioristica che si voglia fare la guerra ad Assad da più di un anno.

Io questa idea me la son fatta l’anno scorso, quando abbiamo fatto la nostra petizione, poi col tempo mi sono ricreduto. Che ce l’abbiano dei giornalisti questa volontà, lo riconosco, anche dei politici senz’altro, ma in generale gli stati uniti e l’europa non si sono preparati finora a entrare in guerra, come hanno fatto con la libia, e non stanno quindi spingendo i media a una campagna per giustificare questa entrata. Forse accadrà un intervento quando la situazione degenererà del tutto ma non credo proprio che Usa e UE ci sperino.

E’ un dato di fatto che questa guerra è un caso di crimine enorme e l’ONU al momento ha fatto poco per fermarlo. E ricordo bene che quando la repressione è iniziata, più di un anno fa, quando c’era ancora in corso la guerra in Libia, tutti si diceva: in Siria in poco tempo stanno accadendo crimini peggiori della Libia ma non si interviene perché la Siria è una questione molto più spinosa e sappiamo perché.

 

Lorenzo

 


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Alessandro Marescotti
Inviato: sabato 23 giugno 2012 9.24
A: Lista pace Peacelink
Oggetto: R: [pace] Houla, a chi credere?

 

Il punto mi sembra un altro.

Visto che su Houla le cose non sono state ancora chiarite, perche' sono stati espulsi gli ambasciatori?
Perche' Amnesty ha sostenuto quella scelta che non aveva la certezza di poter sostenere?
Perche' si fanno scelte aprioristiche quando dovrebbe guidarci la ricerca della verita' e delle prove?

Alessandro

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Date: Sat, 23 Jun 2012 06:01:15 +0200

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Cc: 'Enrico De Angelis'<edeangelis at gmail.com>

Subject: [pace] Houla, a chi credere?

 

Le dichiarazioni di Riccardo Noury di Amnesty International a Olivier Turquet di Pressenza (il link non funziona, almeno a me) sulla strage di Houla, che individuano nell’esercito siriano l’auotre, secondo una tattica ben precisa di azione con mezzi pesanti a cui segue il crimine, combaciano con tutte le news di questo tipo, e sono dovute a testimoni sul campo da cui attinge Amnesty.

 

Questa dichiarazione di Amnesty dice esattamente la stessa cosa che sostiene Lorenzo Declich nel suo blog 30 secondi, esattamente: è il tipo di azione che fa pensare al regime e solo al regime perché è lo stesso tipo già usato in altre occasioni e perché i ribelli non avrebbero avuto i mezzi per fare una cosa del genere.

 

Si aggiungano le considerazioni di Enrico De Angelis, che giustamente chiede: davvero pezzi del Les sono così marci e ora, ammesso che abbiano i mezzi, iniziano a uccidere decine di civili sunniti per fare cadere la colpa sul regime a livello mediatico, rischiando così di inimicarsi la popolazione che dovrebbe sostenerli?

 

Enrico inoltre ci manda questo report sui fatti di Houla, in cui si sostiene come fosse molto improbabile che i ribelli potessero avere facile accesso a quell'area per motivi logistici-strategici, e come tutte le testimonianze degli abitanti della zona agli osservatori dicano la stessa cosa: che sono stati gli Shabbiha. 

 

http://blogs.channel4.com/alex-thomsons-view/piecing-bloody-truth-houla/1687

 

 

Aggiungo: anche Ossamah Al Tawel del CNSCD ossia il coordinamento dei siriani che lottano in modo nonviolento, sostiene questa tesi, aggiungendo che si è trattata di una vendetta privata tra famiglie, compiuta però con pezzi dell’esercito.

 

Alla fine, mi chiedo: perché credere al Frankfurter allora?

E la risposta che mi viene è che si crede al Frankfurter perché si pensa che si faccia di tutto per dare colpe al regime che il regime non ha e tutto questo per promuovere la guerra alla Siria. Ma questo ragionamento ha sempre il solito difetto: in questo modo continueremo ad assolvere o sospendere il giudizio sul regime. E ad apparire per ciò filo-regime.

 

Mi sembra indicativo che per quel poco che so da Ossamah, le sue posizioni sulle news a cui credere sono nettamente più vicine a quelle degli arabisti di appellosiria che alla nostre. E sto parlando delle posizioni dei siriani nonviolenti che si ribellano al regime.

Ma a quanto pare sono solo io a preoccuparmi del fatto che continuiamo a fare circolare news che i rivoluzionari nonviolenti siriani sconfessano totalmente.

 

Lorenzo