Re: [pace] per costruire il Movimento che non c'è (con milioni di aderenti...) non era in ballo una riunione organizzata da Peacelink?



confermo l'interesse personale
durante gli anni passati, con altri, come Marco Palombo e Sarubbi, cercammo di far nascere una rete che chiamammo "semprecontrolaguerra" per continuare a dire NO alla guerra anche durante le sinistre in guerra e al governo. L'esperienza nacque proprio da un appello per ritirare le truppe dall'Afghanistan. Poi il trionfo di Belrusconi ci ha travolto lasciandoci così come siamo.
Forse sarebbe il momento di ripartire. Il successo della PG Assisi, pur con tutti i limiti, è un buon sintomo.
Il 4 ottobre c'è la proposta di iniziative locali, a Firenze si sta pensando un'assemblea per il 5 novembre.
Se peacelink si muove è ottimo segno
TC

Il 12/10/2011 12:51, Mari Cor ha scritto:
facendo seguito alle giuste osservazioni di Giovanni Sarubbi e non solo, e per capire come coinvolgere milioni di persone che "nesuno riesce a organizzare", e per costruire il movi,mento nonviolente per la pace e contro tutte le guerre (anche quelle agli altri viventi e alla natura) che non c'è e che potrebbe esere attivo sia a scopo preventivo sia "a bombe avviate":
 
MA PEACELINK NON AVEVA IN MENTE DI ORGANIZZARE PROPRIO SU QUESTO UNA RIUNIONE NAZIONALE? Durante questa guerra dimenticata ho "incontrato" individui e sparuti gruppi attivi che si sentono soli e traditi come mai prima (e non solo dai partiti!).  Sarebbero felici di ritrovare una famiglia. E di agire in sinergia.
 
 
Marinella
 

Da: tiziano cardosi <tcardosi at indire.it>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Mercoledì 12 Ottobre 2011 12:40
Oggetto: Re: [pace] UNIRE LE FORZE

grazie Giovanni
un intervento per me molto stimolante
mi piacerebbe parlarne dal vivo, le liste hanno limiti enormi
spero accada presto
TC

Il 11/10/2011 15:22, redazione il dialogo ha scritto:
> Il rispetto per tutti è ovviamente scontato ma credo che un manifesto del genere non impensierisce minimamente nè i partiti di governo né quelli di opposizione che conoscono bene la esiguità e marginalità del movimento nonviolento e la sua incapacità di lanciare parole d'ordine in grado di mobilitare milioni di persone. Il problema che dovremmo porci non è quello di dar vita all'ennesimo manifesto (per me basta e avanza lo storico manifesto del movimento nonviolento, quello che Peppe Sini mette in coda a tutte le sue newsletter) ma capire cosa si può fare per uscire dall'angolo nel quale i nonviolenti si sono cacciati e far venire fuori la volontà di pace di milioni di persone che in questo paese c'è e che nessuno riesce ad organizzare. Perdiamo tempo dietro ai vari D'Alema e soci e non riusciamo a parlare con milioni di persone. Più che "movimento nonviolento" stiamo dando vita alla "paralisi nonviolenta", all'incapacità o impossibilità di proporre qualcosa che riesca a scuotere gli animi. E se questo è possibile il motivo è legato al fatto che siamo tutti centrati su noi stessi e non abbiamo alcun legame profondo con la gente di questo paese, quasi ci volesse una o più lauree per essere nonviolenti. Ghandi si starà rivoltando nella tomba. Il manifesto proposto non tiene neppure conto che il sistema dei partiti che esiste attualmente sarà spazzato via da qui a breve perché l'ideologia su cui questo sistema è stato realizzato negli ultimi trentanni è in crisi profonda e tutte le contraddizioni stanno esplodendo in modo non più controllabile, come dimostrano le manifestazioni di questi giorni davanti a Wall Street.
> Ciao
> Giovanni Sarubbi
> www.ildialogo.org

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