Comunicato Stampa: "Continua nostra battaglia per un Veneto libero da OGM"



COMUNICATO STAMPA

"Continua nostra battaglia per un Veneto libero da OGM"

In questi giorni, in Regione Veneto - Commissione Agricoltura, sono state
accorpate tre proposte di legge (PDL 459-499-541) in materia di "Organismi
Geneticamente Modificati e Piano di Coesistenza con le colture
convenzionali e biologiche". Il risultato più evidente, sempre che questa
proposta unica venga approvata prima dello scioglimento per fine del
mandato del Consiglio Regionale, è che la Regione Veneto non si dichiara
libera da OGM.
La questione non è di poco conto dal momento che sono 8 le Regioni
anti-OGM, molte delle quali hanno anche approvato una legislazione
proibitiva (contro il provvedimento varato in Puglia, tra l'altro, il
Governo ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale). E non è di poco
conto anche in relazione al fatto che in Veneto si produce il 70% della
zootecnia italiana la quale, notoriamente, è alimentata a soia e mais, i
due principali vettori di inquinamento da OGM.
Non dichiararsi decisamente contro gli OGM indebolisce sicuramente l'ampio
fronte sociale e le sedi istituzionali che non li vogliono. Non avere
avuto la forza di precisare la scelta NON OGM come pregiudiziale al
mantenimento e sviluppo di una nostra agricoltura di qualità, mirata alla
sicurezza alimentare ed attenta a salute e benessere dei cittadini ci
espone così ad essere ostaggi di equilibrismi politici tra i partiti
governati dall'enorme pressione economica che le lobbyes pro OGM
esercitano sul governo nazionale e regionale.
Siamo tutti chiamati a difendere le ragioni dei tanti agricoltori e
consumatori che considerano praticabile e concreta l'ipotesi di un Italia
e  di un Veneto libero da OGM.
Vedersi imposta la coesistenza con le coltivazioni transgeniche sarebbe
infatti un danno irreparabile per il futuro delle nostre migliori
produzioni agroalimentari regionali ed una mina a tempo per la salute dei
cittadini.

Luciano Mioni, dell'associazione AltrAgricoltura, ha motivato  nel corso
dell'assemblea di AltrAgricoltura il giudizio negativo alla legge
attualmente in discussione alla regione Veneto. "Il problema è politico e
di fondo. Come ritengo e riteniamo che il decreto legge  Alemanno sulla
coesistenza fra le colture convenzionali, biologiche e transgeniche,
approvata in parlamento, abbia disatteso le indicazioni ed i bisogni
espressi dalla maggioranza degli agricoltori e dei cittadini italiani
contrari ad ogni coltivazione OGM, così e per gli stessi motivi troviamo
inaccettabile la legge  Regionale per il semplice motivo che non dice,
chiaro e forte, un NO ALLA COESISTENZA CON GLI OGM come hanno invece ben
fatto 8 regioni in Italia e altri paesi in Europa. Chi come noi si è
sempre battuto contro gli "OGM" ed il disegno monopolista delle
multinazionali che li sottintende, non può prescindere dalla dichiarazione
di "No agli OGM" come premessa fondamentale in ogni deliberato
legislativo. Ci battiamo, infatti, per un mondo, per un Europa, per un
Italia, per un Veneto Free OGM, senza se e senza ma.
Certo la direttiva europea in materia pone ai paesi e alle regioni il
dovere di recepirla, ma noi cittadini dobbiamo avere il coraggio, la forza
di dire no!, di continuare a dire che la direttiva europea da cui
discendono le normative locali è sbagliata, dannosa alla collettività
europea nel suo insieme e quindi si deve non accettarla. La battaglia per
un Veneto libero da OGM deve continuare, trovando nuove articolazioni che
ci aiutino a riscrivere le leggi se necessario. Pensiamo che un passaggio
di verifica, importante e pratico, saranno le prossime semine, a
primavera; gli agricoltori ed i cittadini sono interessati che gli OGM
restino fuori dal  piatto alimentare degli animali e dal proprio, che le
coltivazioni vedano riconosciuto il proprio valore legato alla specificità
territoriale e culturale. Per ottenere questo invitiamo il mondo
dell'associazionismo di base, gli ambientalisti, le associazioni dei
consumatori, i sindacati di categoria, i cittadini a richiedere e
controllare che i lotti di sementi siano tutti accompagnati dal
certificato di analisi che ne attesti la purezza Free OGM, il 100%, non
uno escluso. Dobbiamo essere tutti espliciti nell'aiutare i contadini a
praticare questa scelta. Fermare l'inquinamento strisciante provocato
dalle multinazionali sementiere che analizzano al massimo il 20/30% dei
lotti di semi prodotti, darà forza per cambiare le normative ingiuste con
produzioni agricole sane!"

Francesco Candeo, presidente di AltrAgricoltura Nord Est ha aggiunto:"Il
testo licenziato dalla 4ª commissione della Regione Veneto, pur contenendo
alcuni miglioramenti rispetto al testo approvato dal Governo nei giorni
scorsi, resta comunque in contrasto con le aspettative del settore
agricolo e dei consumatori che chiedono, assieme a 142 comuni dichiaratisi
"liberi da OGM", un  Veneto Free OGM come premessa di ogni discussione. Ma
restano ancor più alcuni elementi di grave preoccupazione: l'assenza
dell'obbligo di assicurazione contro i danni a carico di chi coltiva OGM e
gli ostacoli alla delimitazione di aree ogm-free derivanti dal
riferimento, nel testo del decreto, alla Raccomandazione della Commissione
europea del 23 luglio 2003".
"La nostra battaglia, ora, - conclude Francesco Candeo - prosegue con
l'obbiettivo di mantenere il territorio veneto libero da OGM. Sarà il
primo forte impegno del nostro movimento, che in questi anni ha saputo
crescere da Genova in poi, con l'alleanza con le forze ambientaliste e di
categoria. La nostra iniziativa contro gli OGM si rafforza perché abbiamo
la convinzione che valorizzare le caratteristiche del nostro modello
alimentare sia una priorità programmatica irrinunciabile. Pensiamo che le
associazioni ed i singoli cittadini che hanno a cuore la sicurezza e la
bontà del nostro sistema alimentare ed il futuro dell'agricoltura
regionale dovranno confrontarsi e fare propria l'indicazione lanciata in
Francia dai ""Faucheurs Volontaires" , gli estirpatori di OGM che, assieme
al leader contadino José Bové, hanno praticato la disobbedienza civile ed
impedito la commistione di inquinanti coltivazioni di mais OGM con quelle
convenzionali. Mille persone che strappano ciascuna una pianta di mais
transgenico costituiranno una dimensione collettiva di disobbedienza
civile non violenta che potrà essere innovativa nel diritto, fautrice di
giustizia e di democrazia".
Riaprire uno spazio di dibattito politico attorno alla questione degli OGM
è prioritario anche in termini di processi di partecipazione a processi di
democrazia reale, così, in prossimità delle elezioni regionali, attendiamo
di conoscere in proposito le proposte del candidato di centro-sinistra
CARRARO per non ripetere gli errori di Illy in Friuli."

							AltrAgricoltura Nord
Est

Padova 01/02/2005