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lettera aperta
- Subject: lettera aperta
- From: Sergio Di Vita <sdivita@neomedia.it>
- Date: Sun, 25 May 2003 13:34:38 +0200
Title: lettera aperta
messaggio inviato a centinaia di persone e,
attraverso varie mailing lists della rete pacifista italiana, a
migliaia
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A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo
Azeglio Ciampi
A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando
Casini
A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello
Pera
Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle
Vostre cariche istituzionali perche' siamo scandalizzati e
profondamente offesi in quanto una decisione dello Stato Italiano non
viene applicata e si tenta di legiferare in modo tale che chi possiede
un bene per diritto non ne possa usufruire.
Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e'
legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive
nazionali assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano
ma che, al momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna
frequenza sulla quale trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua
a occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro
Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile
stravolgimento del diritto all'interno di una democrazia
costituzionale.
In Fede
Sergio Di Vita
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fonte:
Dario Fo &
Franca Rame
News
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25 maggio 2003
Il signore che rubo' una televisione,
anzi due.
(Romanzo di fantascienza)
Dopo l'incredibile scoop della settimana scorsa (la truffa della
corrente elettrica) siamo qui ancora una volta per stupirvi con una
notizia che dire che e' una bomba e' un vezzeggiativo! Il superscoop
alla settimana! Questo si' che e' ritmo!!! Leggete, maniaci
dell'occulto!!!
Siamo ai confini della realta'. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
Quel che succede e' che c'e' un signore che ha diritto a un bene e un
altro signore che lo detiene e che riesce a non consegnarglielo e che
lo fa grazie a una legge scritta apposta per lui.
C'e' una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio
di Stato, una sentenza della Corte Costituzionale che danno ragione al
legittimo concessionario di questo bene conteso ma non c'e' niente da
fare.
E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e' un
giochino tanto per ridere, e' la cosa piu' seria che ti puo'
succedere. In un pianeta di media moralita' quando la Corte
Costituzionale dice una cosa parte la polizia a metterla in pratica, e
se ci sono problemi intervengono istantaneamente l'Aviazione e la
cavalleria pesante. Cioe', la Costituzione e' la base del nostro
ordinamento democratico, mica ciccioli.
Ma il fatto ancor piu' incredibile e' che da un'inchiesta che noi
abbiamo realizzato su di un campione di 100 italiani con licenza media
superiore solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa storia.
E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver
totalmente censurato qualunque notizia sul caso oppure le hanno
riportate in modo stitico affinche' passassero il piu' possibile
inosservate.
E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.
Ma per capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo
fare un passo indietro e partire dall'inizio.
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi, era una
furbata che permetteva di violare la legge, visto che al tempo era
vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma
Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge
apposta. Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali
vere. Ma molti storcono il naso perche', essendo possibili solo 11
reti nazionali, e' un po' anomalo che un solo imprenditore se ne
prenda tre; le frequenze televisive sono un bene dello stato e lo
stato dovrebbe assegnarle permettendo ai cittadini di concorrere in
modo paritario. Non siamo nel Far West che il primo che arriva si
prende tutto. Inoltre, possedere tre reti contemporaneamente sembrava
un po' esagerato...
Cosi' nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420,
stabiliva in difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non
potesse detenere tre reti nazionali concedendo un periodo di
transizione e rimettendo il problema al legislatore per una sollecita
soluzione definitiva entro e non oltre l'agosto 1996.
A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come
si fa a dirlo a Berlusconi?
La sinistra non poteva agire perche', come ha ricordato l'on.
Luciano Violante a Montecitorio, il 2 marzo 2002, parlando di quel
periodo: "A Berlusconi nel '94 offrimmo delle garanzie sulle sue
televisioni: non sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa
anche Letta".
Cosi' arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione
della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle
raccomandazioni della Corte Costituzionale, stabiliva che un soggetto
non potesse detenere piu' di due reti, e che, finche' non ci
fosse stato un "congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi
superiore al 1000% rispetto a quella data), Rete4 avrebbe potuto
continuare a trasmettere via etere, quest'ultima decisione in palese
contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale che aveva deciso
per un termine definitivo entro l'agosto 1996.
Poi D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di
risolvere la questione e indice una gara per l'assegnazione delle
concessioni delle reti nazionali.
La commissione nominata dal Ministero, e' presieduta da un avvocato di
Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non perche' se
le e' prese e basta, le sue tre reti e relative
frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si
richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira'
a scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno
di documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di
Europa 7, vorrei due RAI nazionali, grazie."
Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in
regola. Cavolo non ci avevano pensato! E adesso cosa facciamo?
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il
certificato 3457!"
"No e' qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12
miliardi di capitale interamente versato lei ne ha solo 12 puo'
chiedere una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici
miliardi sono per concorrere non per ognuna delle due frequenze".
Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete
nazionale e presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a
Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve traslocarla
sul satellite che ormai e' ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in
effetti, volendo potevano lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne
comunque due a Di Stefano, visto che a tutt'oggi due sono le reti di
Tele+ (che Murdock deve mollare, questo e' stato stabilito chiaramente
quando gli e' stato concesso di inglobare Tele+ e Stream).
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di
procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause
penali, civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i
ricorsi, tutti gli appelli, tutte le perizie. E alla fine arriva alla
Corte Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero 466-2002,
ha stabilito inequivocabilmente che Retequattro, dal 1 Gennaio 2004
dovra' emigrare sul satellite, e ha stabilito che le frequenze resesi
disponibili, dovranno essere assegnate al legittimo possessore nella
persona di Di Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha
risposto in modo lapidario ma con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione
della Corte Costituzionale e quattro anni dal mancato rilascio della
Concessione, Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7, pur
avendo ottenuto la Concessione, non e' stata messa in condizione di
trasmettere perche' non le sono state assegnate le frequenze di cui
aveva e ha diritto.
Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti
nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici
assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in
concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non
riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha
precedenti al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due
concessioni, una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e'
stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del
requisito del capitale sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda
concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e'
dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di
oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio' che e' necessario per
esercire una rete televisiva nazionale che prevede circa 700
dipendenti.
Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge
stabilisce che, entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la
neo-emittente ha l'obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7, e' una societa' praticamente ferma, non
ha alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di
operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la
gestione della struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento
tecnologico, le ingenti spese legali, i costi dei dipendenti, ecc,
pur avendo nel frattempo chiuso gli uffici di Milano ed altre
infrastrutture per cercare di ridurre i costi.
Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi
inadempienze e omissioni da parte del Ministero per le Comunicazioni
e soprattutto da parte dell'Autorita' per le Comunicazioni nei
confronti dei quali sono stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose
diffide."
Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva
perche' Gasparri si sta muovendo per salvare Rete 4 dalla
retrocessione.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in
pratica un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a
"soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu'
di provvedimenti temporanei, come le sentenze sospensive dei TAR,
discriminando cosi' le imprese come Europa 7 che hanno legittima
concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare Retequattro.
Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla
sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge
249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione,
mentre Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel
luglio 1999 c'e' stata una regolare gara dello Stato per assegnare le
concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto.
In pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Ma qui viene il bello: la cosa e' talmente sporca che fa vomitare, ma
la sinistra non reputa sia il caso di incatenarsi ai banchi e darsi
fuoco davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del Polo fare una
cosa sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla
Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare
la gola a Europa 7.
E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
Certo bisogna vedere come va al Senato.
E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per
ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso... Che lui in fondo
potrebbe vivere anche solo con due televisioni, che un cristiano
normale si deve accontentare di due palle... Ma e' l'idea che una sua
frequenza finisca a Di Stefano che lo fa impazzire. Che oltretutto Di
Stefano e' piu' bello di Cacciari...
Comunque, non tutto e' perduto. Bisogna vedere cosa fa il
Senato... E poi la legge deve tornare alla Camera... E poi bisogna
vedere se Ciampi la firma una legge del genere. Sarebbe proprio
abnorme. Si tratta di una questione sostanziale per la legalita' e il
pluralismo dell'informazione nel nostro paese, gia' piu' volte
schiaffeggiata. Ma qui saremmo all'oltraggio definitivo del concetto
stesso di stato di diritto.
Gravita' nella gravita', un conto e' fare una legge per non finire in
galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa che
appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus
Primae Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si
sta giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che
e' tuo e' suo.
E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure
il Re quando appare nudo fino in fondo e non lo attacca mai veramente
dove gli da' fastidio.
E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a
occuparsi dei fatti della vita (sono troppo impegnati a fare a gara a
chi ce l'ha piu' lungo), sara' il caso di guardarci in faccia e dirci
la verita'.
Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende?
Ci scrivete due righe che cosi' va a letto piu' contento la
sera?
Cioe', sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo
presidente. Sai il presidente di quella cosa che si chiama Repubblica
democratica fondata sul lavoro... e' una cosa che tra averla e non
averla e' meglio sempre averla, cosi' per scaramanzia, casomai ti
servisse.
Vedi un po' tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo
presidente della Repubblica e magari anche a Pera e Casini.
E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche
solo se si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai
gli viene di fare un altro passo falso... Che internet non conta
niente in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...
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A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo
Azeglio Ciampi
A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando
Casini
A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera
Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle
Vostre cariche istituzionali perche' siamo scandalizzati e
profondamente offesi in quanto una decisione dello Stato Italiano non
viene applicata e si tenta di legiferare in modo tale che chi possiede
un bene per diritto non ne possa usufruire.
Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e'
legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive
nazionali assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano
ma che, al momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna
frequenza sulla quale trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua
a occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro
Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile
stravolgimento del diritto all'interno di una democrazia
costituzionale.
In Fede
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Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo
testo,
e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo
tipo di documenti.
Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno.
sdv
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