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LETTERA APERTA AL PAPA-LA GUERRA E LA CHIESA CATTOLICA
PER CONOSCENZA (qui di seguito e anche in allegato).
SONO GRADITI COMMENTI. GRAZIE - SHALOM!
DOMENICO
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Dott. Domenico Manaresi
Bologna, 15 novembre 2001
LETTERA APERTA AL PAPA WOJTYLA
La guerra e la chiesa cattolica
Caro Papa Wojtyla,
e così anche l'Italia è in guerra.
Ti confesso che da quando, alcuni giorni fa, il Parlamento italiano ha
preso questa decisione, ho atteso qualche parola (tua o della CEI) che
fosse chiarificatrice del pensiero della chiesa cattolica circa questo
"entrare in guerra".
Nella mia ingenuità, pensavo che la chiesa cattolica - se non una vera e
propria condanna - avrebbe forse espresso una prudente e diplomatica (per
non scontentare nessuno!) "presa di distanza".
Nulla, invece nulla, nessuna dichiarazione ufficiale.
Quella "chiesa" così pronta ad affermazioni perentorie e a richieste fatte
ad alta voce circa cosette quali il finanziamento della scuola privata
(cioè cattolica), l'otto per mille, l'insegnamento della religione
cattolica nelle scuole pubbliche eccetera, questa "chiesa" (ma chi è, cos'è
la "chiesa"?) non ha detto nulla... peggio, si è mostrata divisa... alcuni
cardinali hanno detto sì, altri no. A quale cardinale debbo "dar retta" io,
insignificante "christifidelis" che pur tuttavia forse "sono chiesa" in
quanto faccio parte del popolo di Dio, ma nella chiesa non ho voce e non
conto nulla? Di quale cardinale debbo seguire l'insegnamento?
Il fatto che in Afghanistan sarà presente anche un "cappellano militare"
(sic) (ma non è una contraddizione in termini annunciare "amatevi l'un
l'altro"con il fucile in mano?) significa forse assenso e approvazione
della gerarchia ecclesiastica?
Ma tu, caro Papa Wojtyla, poco più di un mese fa, a fine settembre, quando
eri nel Kazakhistan, non avevi detto (leggo dai quotidiani): "...le
questioni controverse devono essere risolte non con il ricorso alle armi,
ma con i mezzi pacifici della trattativa e del dialogo. Non posso che
incoraggiare questa linea di impegno, che ben risponde alle fondamentali
esigenze della solidarietà e della pace..."?
Dài, caro Papa, dài... con quella tua voce affaticata e tremante come
tremanti sono le tue mani, ti incitiamo caro Papa, anche se tutti vediamo
quanto sei stanco, torna a dirci quelle tue parole così belle, torna cioè a
dirci - circa questa nostra "entrata in guerra" - qualcosa di profetico e
di "evangelico"!
In questo caso tu sai bene che qualche presbitero o episcopo o cardinale
dissentirà, ma stai certo che in questo modo avrai dato nuovamente fiducia
ai tanti "christifideles laici" i quali potranno veramente credere che la
Chiesa (non importa come la si definisce: corpo mistico, popolo di Dio
osposa di Cristo) è veramente "una" oltre che santa e universale. Noi
"fedeli" potremo altresì essere certi che questa Chiesa - nel compito di
diffondere la buona novella - non si associa ai potenti né si vende per un
piatto di lenticchie, ma ha il coraggio di affermare (modificando
eventualmente anche il Catechismo che tu caro Papa hai firmato!) che la
vita è sacra sempre, ma proprio sempre, all'inizio, alla fine e anche
durante, ed è sacra per tutti,ma proprio per tutti, anche per i
criminali...invece guerra vuol dire uccidere...
Grazie caro Papa e perdona se mi rivolgo a te così semplicemente (come
forse si faceva agli albori del cristianesimo, quando tu non eri ancora
Capo di Stato): il fatto è che io - da quando mi son messo a leggere le
Scritture con un po' di attenzione - ho sempre pensato che il "beati i
miti",il "beati gli operatori di pace"e tutte le "beatitudini" (Matteo 5 e
Luca 6) non fossero solo belle parole e pura utopia, ma un vero e proprio
(nuovissimo e stravolgente!) programma di vita...
Caro Papa Wojtyla, e voi cari amici cui la presente va in copia, vi prego,
ditemi se sbagliavo e se sbaglio tuttora! Grazie!
Con affetto, caro Papa, e comunque con riconoscenza
Shalom! Domenico Manaresi
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