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Re: Il Papa risponde alla LETTERA APERTA (2)



At 18:12 2001.11.18._, you wrote:
>Dott. Domenico Manaresi
>Bologna, 15 novembre 2001
>LETTERA APERTA AL PAPA WOJTYLA
>La guerra e la chiesa cattolica
>Caro Papa Wojtyla,
>e così anche l'Italia è in guerra.
>Ti confesso che da quando, alcuni giorni fa, il Parlamento italiano ha
>preso questa decisione, ho atteso qualche parola (tua o della CEI) che
>fosse chiarificatrice del pensiero della chiesa cattolica circa questo
>"entrare in guerra".

Ieri poi il Papa, ha fatto il colpo da maestro:
UN SATYAGRA MONDIALE DI TUTTI I CRISTIANI IN CONCOMITANZA DELL'ULTIMO 
VENERDI' Di RAMADAM ..... MA VI RENDETE CONTO .... SE ANCHE IL DALAHI LAMA 
ADERISSE SAREBBE IL PIU' GRANDE SATYAGRA DELLA STORIA 
DELL'UMANITA':   MILIONI DI DONNE E UOMINI IN TUTTO IL MONDO CHE DIGIUNANO 
PER LA PACE!!!!!
Il discorso integrale non è ancora presente su www.vatican.va comunque :

Da La Stampa Del 19/11/2001 Sezione: Interni Pag. 6)

Il Papa: tutte le religioni ad Assisi per la pace Appuntamento il 24 
gennaio, quindici anni dopo il primo meeting
CITTA´DEL VATICANO «In questo momento storico l´umanità ha bisogno di 
vedere gesti di pace e di ascoltare parole di speranza». Giovanni Paolo II 
scandisce adagio le parole, come fa sempre nei momenti solenni e carichi di 
significati. Convinto che il dialogo interreligioso sia l´unico antidoto 
alla dottrina venefica dello scontro tra civiltà, quindici anni dopo il 
primo meeting, Giovanni Paolo II indica in un´«Assisi-bis» la strada 
maestra verso la convivenza pacifica. Gli occhi del mondo, ancora una 
volta, saranno puntati sulla città di San Francesco, roccaforte della 
tolleranza e crocevia delle fedi. Ieri all´Angelus il Papa ha invitato i 
leader di tutte le religioni del mondo a partecipare ad una grande 
preghiera comune per la pace, il 24 gennaio ad Assisi. In piazza San 
Pietro, Karol Wojtyla ha ricordato le «migliaia di vittime innocenti dei 
terribili attentati dell´11 settembre», ma anche i profughi afghani, ossia 
«le tante persone che ora sono costrette ad abbandonare le proprie case per 
affrontare l´incerto e talvolta una morte crudele: donne, anziani e bambini 
esposti al rischio di morire di freddo e di fame». Angosciato per il quadro 
internazionale e la guerra in corso, il Pontefice ha implorato a Dio il 
dono della comprensione reciproca e della pace, soffermandosi sul ruolo 
delle fedi nella costruzione di un mondo di concordia. «La religione non 
deve mai diventare motivo di conflitto, di odio e di violenza - afferma - 
chi veramente accoglie in sé la parola di Dio esclude dal cuore ogni forma 
di astio e di inimicizia». Come nel 1986, anche stavolta il Papa, 
annunciando l´iniziativa del 24 gennaio 2002, indica l´obiettivo di «far 
salire all´Onnipotente un´invocazione corale per ottenere la pace», 
ritenuto il presupposto necessario per ogni serio impegno a servizio del 
progresso dell´umanità. Dal nuovo incontro di Assisi, nelle intenzioni del 
Pontefice, dovrebbe scaturire una riflessione comune sul ruolo 
insostituibile che svolgono le differenti fedi per la concordia tra i 
popoli. Ad angosciare Wojtyla, infatti, sono i rischi di un possibile 
conflitto tra culture e civiltà. Durante il suo messaggio, il Papa ha anche 
indetto per il 14 dicembre una giornata di digiuno per i cattolici, 
«durante la quale pregare con fervore Dio perché conceda al mondo una pace 
stabile, fondata sulla giustizia». Invitando le religioni del mondo a 
pregare ad Assisi, il Papa spera di rinfocolare il dialogo con protestanti, 
ortodossi, ebrei, buddisti ma soprattutto con i musulmani. Più volte 
Giovanni Paolo II ha ribadito recentemente che «la religione non deve mai 
essere utilizzata come motivo di conflitto». La decisione di compiere un 
gesto di straordinario rilievo lo ha fatto tornare con la mente a 15 anni 
fa e all´intuizione profetica che mutò la storia della Chiesa nel 
Novecento. Il 27 ottobre 1986, il papa polacco indice la Giornata mondiale 
di preghiera per la pace,invitando i rappresentanti delle religioni di 
tutto il mondo. Da allora si parla di «spirito di Assisi» per descrivere la 
particolare atmosfera che favorisce, anche per lo speciale rispetto da 
parte di tutti i credenti per la figura del santo, il dialogo e il 
confronto, superando differenze e diffidenze. Il dialogo interreligioso, 
dunque, come contributo alla composizione dei conflitti su base religiosa. 
Lo «spirito di Francesco» attrae nuovamente Giovanni Paolo II, che ha 
ancora una volta scelto la città del Poverello per chiamare a raccolta le 
religione in nome della pace. Il messaggio francescano riveste un 
particolare significato per Wojtyla che fin dall´inizio del suo pontificato 
ha voluto testimoniare il proprio legame con il santo. Nel suo primo 
viaggio pastorale, dopo la sua elezione, papa Wojtyla visita Assisi il 5 
novembre 1978, al ritorno da Loreto. Nonostante alcune perplessità 
affiorate in Curia, la svolta nel confronto fra le fedi è stata 
generalmente accolta con favore nel mondo cattolico, in particolare dai 
francescani che ospiteranno il meeting. «Nella vita ci sono segni di morte 
e di rifiuto - osserva il custode della Basilica di Assisi, padre Vincenzo 
Coli - con questa iniziativa il Pontefice sceglie un gesto di 
collaborazione, di speranza, di vita. Il 24 gennaio sarà una giornata 
storica e la scelta di Giovanni Paolo II ci riempie di gioia perché ne esce 
confermato il valore della città di San Francesco come centro di dialogo. 
Il respiro universale del meeting è in linea con la tradizione francescana 
di totale apertura a tutti quelli che sono disponibili». Ieri, al termine 
della preghiera dell´Angelus, nella giornata dedicata ai migranti, il Papa 
ha rivolto il suo saluto alle «numerose comunità cristiane di varie etnie 
presenti a Roma e in Italia» e ha rivolto un pensiero ai volontari che 
aiutano gli extracomunitari in difficoltà, sollecitando tutti a porsi in 
modo responsabile di fronte al crescente fenomeno della mobilità umana. 
All´insegna della cultura della solidarietà che può consentire all´umanità 
di diventare una «famiglia unita», Karol Wojtyla ha ricordato pure la 
giornata nazionale di ricerca sul cancro, incoraggiando quanti si dedicano 
alla ricerca nonché i malati e le loro famiglie. Giacomo Galeazzi

FONTE: http://www.lastampa.it/_EDICOLANew/interni/266125.htm