Re: [pace] i siti pacifisti come megafoni di regimi dittatoriali



Li hanno mantenuti coesi con la forza.
Ma come fai a pensare che tra serbi e croati andasse tutto bene finchè c'era Tito quando pochissimo dopo la sua morte hanno preso a massacrarsi? Non ti viene il dubbio che forse qualche problemino c'era anche prima? Che un tale odio non può scatenarsi così all'improvviso solo perchè qualcuno gli ha fornito le armi? Senza contare che non so se tutte le persone fatte fuori da Tito considererebbero quegli anni come di pace.
In Siria come fai a dire che se i Siriani lo vogliono possono tenersi il dittatore. Se la gente lo volesse non sarebbe un dittatore, rimarrebbe al governo con normali elezioni. La Siria ha avuto anni di pseudopace interna grazie ai servizi segreti (che hanno eliminato chi voleva disturbare questa pace). Una pace così credo che sia gradita solo a chi in quel Paese non ci vive. 
 
Enrico Usvelli
 
----- Original Message -----
Sent: Friday, July 20, 2012 6:42 PM
Subject: R: [pace] i siti pacifisti come megafoni di regimi dittatoriali

Certo che le divisioni  per linea etnica e religiosa ci sono sempre state , è compito di uno stato laico  amministrare  senza scatenare odi e risentimenti  antichi. Questo è stata la Siria , al di là di quanto ti riferisco singoli individui , che certamente avranno risentimenti personali.

Il programma dell ‘impero ( leggi  http://www.newamericancentury.org/)   è proprio quello di attizzare la litigiosità e  spezzettare gli stati per  linee etniche. L’impero vuole vassalli sempre più deboli e litigiosi.

Tale politica è iniziata con la  Jugoslavia e prosegue adesso con la  Siria . Ti ricordo che la  Jugoslavia era un esempio  , nonostante le differenze religiose ed etniche ,di convivenza pacifica dove si erano costituiti numerosissimi  nuclei multietnici.  La fine  dell’Unione Sovietica e l’avvento del potere unipolare  ( la Russia dell’ubriacone Eltsin era totalmente asservita  alla potenza  statunitense) ha permesso di  operare indisturbati nei balcani  poi in Irak e in Afghanistan .   Adesso,  in un mondo che tende ,fortunatamente,  ad un potere multipolare  è più difficile  operare, ma la tecnica è sempre la stessa: fomentare odi antichi e armare le minoranze che ci conviene.  

Quanto ad Hamas  è stata molto ben remunerata dal Qatar per la sua posizione  antisiriana. Prova a sentire, come ho fatto io,  la popolazione di Gaza. Il Libano non appoggia ufficialmente nessuno , l’equilibrio interno è troppo fragile per  avventure pericolose, certamente ci sarà qualcuno  che incomincia a soffiare sul fuoco  (vedi Francia) per far esplodere anche questo paese.

Quelli che tu chiami dittatori, e spesso lo sono  stati davvero,  hanno però  avuto nella storia il grande merito   di  mantenere  coesi e in pace  stati mulltietnici  ( Tito, Saddam, Gheddafi, Assad).

Dobbiamo  incominciare a capire  che il termine dittatore  non ha lo stesso significato in occidente e in   realtà tribali  con  storia antica di  odi e violenze .

sebastiano

 

 

 

Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di lorenz.news at yahoo.it
Inviato: venerdì 20 luglio 2012 17:47
A: pace at peacelink.it
Oggetto: R: [pace] i siti pacifisti come megafoni di regimi dittatoriali

 

Sebastiano, dici

 

E sarà la fine di uno stato , che almeno della laicità  ha dato dimostrazione.

 

Come se bastasse essere laico per uno stato per avere degli elogi. Anche nel precedente tuo commento insisti sulla laicità

del regime di Assad. Ma a me pare tu non colga la lotta interna al mondo arabo tra sciiti e sunniti e il ruolo che ha una leadership alawita come quella di Assad. Voglio dire questo. Ovunque si legge che il regime è laico. Ma questa è solo l’apparenza.

Uno poi approfondisce e cosa scopre, cosa capisce?

Io ho letto, ho capito, ho sentito questo. Che la Siria prima degli Assad era davvero tollerante e laica, poi ha visto l’acuirsi delle divisioni interne secondo etnie e religione. Questo me lo hanno detto i dissidenti siriani che ho conosciuto. Uno di loro ha detto che il regime a Homs ha ucciso appartenenti a clan diversi facendo in modo che si incolpassero a vicenda per favorire faide tra gruppi etnici e religiosi. Il regime usa i curdi in funzione antiturca, usa le minoranze prendendole nell’esercito, come per esempio i drusi, che finalmente hanno iniziato a disertare e a prendere posizione anti-regime in modo chiaro, il regime uccide per primi gli alawiti che vi si oppongono, in quanto traditori ancora peggiori di altri… e a livello internazionale, come non vedere che il regime, alawita cioè in pratica sciita, è sostenuto dall’Iran, repubblica islamica per statuto, e repubblica di islamici sciiti? Come non vedere che le divisioni interne e internazionali scatenate dalla dinastia siriana alawita cioè sciita hanno fatto sì che Libano e Hamas, entrambi di base sunnita, abbiano sostenuto gli insorti armati (sunniti,in gran parte), pur essendo Libano e Hamas appoggiati dalla Siria di Assad in quanto avversari di Israele?

 

Non si può proprio dire che il regime siriano, in quanto legato agli sciiti, garantisca laicità interna ed internazionale, è anzi un regime che incide sia all’interno sia a livello internazionale in modo importante sulle lotte tra appartenenza, specie tra quelle tra sciiti e sunniti. L’Arabia e il Qatar temono un vero regime laico in Siria, e per essere realmente laico dev’essere democratico, perché quello sì sarebbe una vera anomalia per tutto il Medio Oriente e soprattutto per gli stati dove l’Islam è religione di stato, inscindibile da esso.

 

Lorenzo Galbiati

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