A ALESSANDRO MARESCOTTI ,
ma tu quelle informazioni : degl' insorti armati
che sparano sul governo siriano sulle forze armate regolari siriane ,
queste informazioni dove le hai prese ?
da quale fonte ?
come fai a dire che quelle sono quelle vere ?
Quelle riferite invece a noi comuni mortali a
cui fanno vedere che è il Governo Siriano a massacrare la folla
, sono ogni giorno una bufala per noi
imbelli ?
O noi dobbiamo opporci alla guerra in quanto "
mezzo " intrinsecamente sbagliato , evidentemente non dobbiamo sbagliare
bersaglio comunque nella nostra lotta contro l' ingiustizia.
Se c' è repressione noi dobbiamo combattere quel
Tiranno che la mette in atto , con altri mezzi che non sono certo la violenza
che è il mezzo che il tiranno usa .
Ciao GIANFRANCO
----- Original Message -----
Sent: Wednesday, November 16, 2011 10:12
PM
Subject: Re: [pace] La guerra contro la
Siria sta per iniziare, dobbiamo opporci prima che si ripeta la tragedia della
Libia
la prima vittima della guerra è la verità
Dante Bedini
Il giorno 16 novembre 2011 20:32, Alessandro Marescotti
<a.marescotti at peacelink.it>
ha scritto:
Sta per ripetersi la tragedia della Libia: questa volta in
Siria.
Non fatevi sviare dall'Iran. Il colpo da sferrare adesso è
sulla Siria, non sull'Iran.
Basta leggere i titoli delle agenzie e
del giornali per capire che il copione della Libia si sta ripetendo: la
guerra si "intuisce" dai titoli manipolati.
AD ESEMPIO ATTENZIONE
A QUESTO TITOLO MANIPOLATO DI POCO FA: "Siria boicotta meeting Lega
Araba, continua repressione" http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE7AF00520111116
La
più grande agenzia stampa del mondo manipola il titolo parlando
di "repressione" quando la "notizia" è invece un'altra. "Membri
dell'Esercito libero siriano hanno sparato con lanciarazzi e
mitragliatrici contro un vasto complesso dei servizi segreti
dell'aeronautica situato alla periferia nord della capitale". Dove sta la
repressione? Siamo invece in presenza di un attacco armato contro le
strutture di governo. E' guerra civile per evocare l'intervento dell'Onu
e poi della Nato. Ma siccome non c'è repressione (che presuppone militari
contro solo civili) ma una sanguinosa guerra fra governo e fazioni
armate, ecco che i titoli vanno manipolati.
Quando la
manipolazione dell'informazione arriva a stravolgere i titoli vuol dire
che SI STA PREPARANDO LA GUERRA.
Non fatevi imbrogliare: in Siria non
c'è una insurrezione nonviolenta. Agisce una struttura militare ben
armata che mira e ribaltare il governo siriano.
Il Libero Esercito
siriano è un esercito antigovernativo. Non sono ribelli a mani nude che
affrontano la repressione.
Ormai è guerra civile e questa fazione
armata va all'attacco con mitragliatrici e lanciamissili (passate da
chi?).
Si parla di "militari siriani passati con l'opposizione", di
"disertori".
Ecco la parola magica che i media imbeccati dalla Nato
diffondono per tentare di conquistare consensi "a sinistra" e nell'area
pacifista: è una rivolta di "disertori". Anche Pinochet a questo punto
era un "disertore"? E i golpisti nel passato erano "disertori"? E quando
c'è una guerra civile è fra i "cattivi" al governo e i "buoni" disertori
che vengono repressi?
I "buoni" possono usare le armi, i "cattivi"
no. I primi sono dei liberatori e i secondi dei sanguinari
repressori.
Questo è in sintesi lo schema "buoni/cattivi" che viene
costruito nell'opinione pubblica e in primo luogo fra quell'opinione
pubblica (quella pacifista è la più corteggiata perché potrebbe scendere
in piazza contro la Nato) che alla fine dovrà appoggiare (nei piani della
guerra psicologica) la nuova guerra della Nato per "porre fine alla
repressione".
E' chiaro?
La manipolazione dell'opinione
pubblica presuppone la costruzione di strutture narrative, di favole
inventate per controllare la mente delle persone e acquisirne il
consenso, come quando ci raccontavano che i cowboy erano buoni e gli
indiani cattivi.
La costruzione del buono e del cattivo è lo scopo di
questa fase di manipolazione dell'informazione che comincia dai titoli e
prosegue con la diffusione di informazioni non verificabili. E' sempre
stato così nella preparazione (e nello svolgimento) delle guerre e lo
schema si ripete.
Il potere sa che abbiamo poco tempo per leggere le
notizie, in genere il lettore medio con confronta due notizie
discordanti, pochi perdono tempo per farsi venire dei dubbi.
Ma
basta seguire le notizie con un minimo di spirito critico e
diventa chiaro che in Siria non ci troviamo di fronte a una repressione
ma a un'insurrezione armata simile a quella libica sostenuta dall'esterno
da nazioni ostili alla Siria. In primo luogo la Turchia, stato membro
della Nato.
La Siria come la Libia. Un copione scritto dagli Stati
Uniti, spiega Joseph Massad, docente alla Columbia University. Al Jazeera
prende le distanze da questo intervento ma lo pubblica su: http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2011/11/2011111555722772798.html
ALTRO
CASO DI DISINFORMAZIONE: il ragazzo ucciso perché non voleva sfilare per
il regime:Mohammed. Anche questa notizia è basata su una sola fonte, per
di più di parte. E' infatti la ricostruzione dell'accaduto
fornito dall'"Osservatorio siriano per i diritti umani", schierato con
gli oppositori e con base a Londra. Tutto tranne che un
osservatorio indipendente. Senza alcun riscontro esterno (es.Amnesty) per
verificare l'attendibilità del video. La notizia non si costruisce con
"prove certe" ma con fonti "degne di fede", il che si presta a ogni
manipolazione dell'informazione. Durante l'Inquisizione i processi si
costruivano così. Allora di bruciavano le persone, oggi si avviano le
azioni di bombardamento militare. Allora si uccideva per la fede, oggi
per i diritti umani.
Non vi è alcun modo di verificare il numero
delle vittime, né che siano disertori che rifiutano di sparare o che
siano agenti armati dalla Turchia. Queste che ci arrivano sono notizie
prive di attendibilità.
In nessun titolo leggiamo che sarebbero
almeno 34 i militari uccisi dai "disertori" negli scontri.
Come
mai?
Chi attacca i soldati siriani con armi da fuoco? I "buoni"? E
che diritto i buoni hanno di uccidere 34 militari
governativi?
Semplice: lottano per la libertà, sono i nuovi
partigiani, sono i disertori che lottano per un ideale.
La
propaganda di guerra cerca "assonanze" nell'opinione pubblica di sinistra
che è quella più incline a criticare una scelta di guerra ma che viene
facilmente catturata da questa "narrazione" fantastica e messa
fuori gioco dai media antiberlusconiani che sulla guerra - è un paradosso
di chi ambisce al governo - sono più guerrafondai dei media del
centrodestra. Del resto i media di sinistra appoggeranno in maggioranza
la guerra in Siria, così come hanno fatto per la Libia, salvo poi qualche
imbarazzo finale.
Questa è una guerra progettata con cura a partire
dai media e ben "seguita" da vicino dai servizi segreti occidentali che
conoscono chi passa di nascosto le armi agli insorti. Si ripete il
copione della Libia. Anche con le bugie di guerra e le triangolazioni di
armi.
Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostieni la telematica per la
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