Siria. urgente che fare



Bisognerebbe usare (come dicevamo oggi con Marco P) mezzi come twitter per arrivare tempestivamente a contrastare i media guerrafondai e quelli "gnocchi" (nel senso piemontese del termine: scemini, "di sinistra", "umanitari") e anche raggiungerli in modo tempestivo ed efficiente (come diceva Alessandro) ad esempio con twitter agendo in due direzioni:
1) REPLICANDO AL DEPISTAGGIO (l'articolo Reuters segnalato da Alessandro è un caso tipico, succedeva allo stesso modo in Libia!!) trovando in loco delle organizzazioni che pur non governative siano per la conciliazione e non per la guerra (mi sembra che ci sia un centro per i diritti umani che ha anche cercato di contrastare le bugie - DOMANI CERCO; certo qui probabilmente i morti sono tanti, molti di più che nella Libia pre-guerra, però sono probabilmente armati, questo dice il governo, e occorre capire se ci sono davvero le prove che anche civili NON armati siano uccisi; in Libia ad esempio il giochetto era chiamare "civili" anche i ribelli armatissimi, perché non formalmnte inquadrati in un esercito)
2)  SOTTOLINEARE CHE UN INTERVENTO ARMATO NON E' MAI UMANITARIO, nelle modalità quanto negli esiti!!
 
INOLTRE BISOGNA CON URGENZA CAPIRE SE QUALCHE ENTE RELIGIOSO NON POSSA MEDIARE
 
Marinella
Da: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
A: pace at peacelink.it
Cc: redazione at peacelink.it
Inviato: Mercoledì 16 Novembre 2011 20:32
Oggetto: [pace] La guerra contro la Siria sta per iniziare, dobbiamo opporci prima che si ripeta la tragedia della Libia

Sta per ripetersi la tragedia della Libia: questa volta in Siria.

Non fatevi sviare dall'Iran. Il colpo da sferrare adesso è sulla Siria,
non sull'Iran.

Basta leggere i titoli delle agenzie e del giornali per capire che il
copione della Libia si sta ripetendo: la guerra si "intuisce" dai titoli
manipolati.

AD ESEMPIO ATTENZIONE A QUESTO TITOLO MANIPOLATO DI POCO FA: "Siria
boicotta meeting Lega Araba, continua repressione"
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE7AF00520111116

La più grande agenzia stampa del mondo manipola il titolo parlando di
"repressione" quando la "notizia" è invece un'altra. "Membri dell'Esercito
libero siriano hanno sparato con lanciarazzi e mitragliatrici contro un
vasto complesso dei servizi segreti dell'aeronautica situato alla
periferia nord della capitale". Dove sta la repressione? Siamo invece in
presenza di un attacco armato contro le strutture di governo. E' guerra
civile per evocare l'intervento dell'Onu e poi della Nato. Ma siccome non
c'è repressione (che presuppone militari contro solo civili) ma una
sanguinosa guerra fra governo e fazioni armate, ecco che i titoli vanno
manipolati.

Quando la manipolazione dell'informazione arriva a stravolgere i titoli
vuol dire che SI STA PREPARANDO LA GUERRA.

Non fatevi imbrogliare: in Siria non c'è una insurrezione nonviolenta.
Agisce una struttura militare ben armata che mira e ribaltare il governo
siriano.

Il Libero Esercito siriano è un esercito antigovernativo. Non sono ribelli
a mani nude che affrontano la repressione.

Ormai è guerra civile e questa fazione armata va all'attacco con
mitragliatrici e lanciamissili (passate da chi?).

Si parla di "militari siriani passati con l'opposizione", di "disertori".

Ecco la parola magica che i media imbeccati dalla Nato diffondono per
tentare di conquistare consensi "a sinistra" e nell'area pacifista: è una
rivolta di "disertori". Anche Pinochet a questo punto era un "disertore"?
E i golpisti nel passato erano "disertori"? E quando c'è una guerra civile
è fra i "cattivi" al governo e i "buoni" disertori che vengono repressi?

I "buoni" possono usare le armi, i "cattivi" no. I primi sono dei
liberatori e i secondi dei sanguinari repressori.

Questo è in sintesi lo schema "buoni/cattivi" che viene costruito
nell'opinione pubblica e in primo luogo fra quell'opinione pubblica
(quella pacifista è la più corteggiata perché potrebbe scendere in piazza
contro la Nato) che alla fine dovrà appoggiare (nei piani della guerra
psicologica) la nuova guerra della Nato per "porre fine alla repressione".

E' chiaro?

La manipolazione dell'opinione pubblica presuppone la costruzione di
strutture narrative, di favole inventate per controllare la mente delle
persone e acquisirne il consenso, come quando ci raccontavano che i cowboy
erano buoni e gli indiani cattivi.

La costruzione del buono e del cattivo è lo scopo di questa fase di
manipolazione dell'informazione che comincia dai titoli e prosegue con la
diffusione di informazioni non verificabili. E' sempre stato così nella
preparazione (e nello svolgimento) delle guerre e lo schema si ripete.

Il potere sa che abbiamo poco tempo per leggere le notizie, in genere il
lettore medio con confronta due notizie discordanti, pochi perdono tempo
per farsi venire dei dubbi.

Ma basta seguire le notizie con un minimo di spirito critico e diventa
chiaro che in Siria non ci troviamo di fronte a una repressione ma a
un'insurrezione armata simile a quella libica sostenuta dall'esterno da
nazioni ostili alla Siria. In primo luogo la Turchia, stato membro della
Nato.

La Siria come la Libia. Un copione scritto dagli Stati Uniti, spiega
Joseph Massad, docente alla Columbia University. Al Jazeera prende le
distanze da questo intervento ma lo pubblica su:
http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2011/11/2011111555722772798.html

ALTRO CASO DI DISINFORMAZIONE: il ragazzo ucciso perché non voleva sfilare
per il regime:Mohammed. Anche questa notizia è basata su una sola fonte,
per di più di parte. E' infatti la ricostruzione dell'accaduto fornito
dall'"Osservatorio siriano per i diritti umani", schierato con gli
oppositori e con base a Londra. Tutto tranne che un osservatorio
indipendente. Senza alcun riscontro esterno (es.Amnesty) per verificare
l'attendibilità del video. La notizia non si costruisce con "prove certe"
ma con fonti "degne di fede", il che si presta a ogni manipolazione
dell'informazione. Durante l'Inquisizione i processi si costruivano così.
Allora di bruciavano le persone, oggi si avviano le azioni di
bombardamento militare. Allora si uccideva per la fede, oggi per i diritti
umani.

Non vi è alcun modo di verificare il numero delle vittime, né che siano
disertori che rifiutano di sparare o che siano agenti armati dalla
Turchia. Queste che ci arrivano sono notizie prive di attendibilità.

In nessun titolo leggiamo che sarebbero almeno 34 i militari uccisi dai
"disertori" negli scontri.

Come mai?

Chi attacca i soldati siriani con armi da fuoco? I "buoni"? E che diritto
i buoni hanno di uccidere 34 militari governativi?

Semplice: lottano per la libertà, sono i nuovi partigiani, sono i
disertori che lottano per un ideale.

La propaganda di guerra cerca "assonanze" nell'opinione pubblica di
sinistra che è quella più incline a criticare una scelta di guerra ma che
viene facilmente catturata da questa "narrazione" fantastica e messa fuori
gioco dai media antiberlusconiani che sulla guerra - è un paradosso di chi
ambisce al governo - sono più guerrafondai dei media del centrodestra. Del
resto i media di sinistra appoggeranno in maggioranza la guerra in Siria,
così come hanno fatto per la Libia, salvo poi qualche imbarazzo finale.

Questa è una guerra progettata con cura a partire dai media e ben
"seguita" da vicino dai servizi segreti occidentali che conoscono chi
passa di nascosto le armi agli insorti. Si ripete il copione della Libia.
Anche con le bugie di guerra e le triangolazioni di armi.


Alessandro Marescotti
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