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La guerra contro la Siria sta per iniziare, dobbiamo opporci prima che si ripeta la tragedia della Libia
- Subject: La guerra contro la Siria sta per iniziare, dobbiamo opporci prima che si ripeta la tragedia della Libia
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 16 Nov 2011 20:32:54 +0100
- Importance: Normal
Sta per ripetersi la tragedia della Libia: questa volta in Siria. Non fatevi sviare dall'Iran. Il colpo da sferrare adesso è sulla Siria, non sull'Iran. Basta leggere i titoli delle agenzie e del giornali per capire che il copione della Libia si sta ripetendo: la guerra si "intuisce" dai titoli manipolati. AD ESEMPIO ATTENZIONE A QUESTO TITOLO MANIPOLATO DI POCO FA: "Siria boicotta meeting Lega Araba, continua repressione" http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE7AF00520111116 La più grande agenzia stampa del mondo manipola il titolo parlando di "repressione" quando la "notizia" è invece un'altra. "Membri dell'Esercito libero siriano hanno sparato con lanciarazzi e mitragliatrici contro un vasto complesso dei servizi segreti dell'aeronautica situato alla periferia nord della capitale". Dove sta la repressione? Siamo invece in presenza di un attacco armato contro le strutture di governo. E' guerra civile per evocare l'intervento dell'Onu e poi della Nato. Ma siccome non c'è repressione (che presuppone militari contro solo civili) ma una sanguinosa guerra fra governo e fazioni armate, ecco che i titoli vanno manipolati. Quando la manipolazione dell'informazione arriva a stravolgere i titoli vuol dire che SI STA PREPARANDO LA GUERRA. Non fatevi imbrogliare: in Siria non c'è una insurrezione nonviolenta. Agisce una struttura militare ben armata che mira e ribaltare il governo siriano. Il Libero Esercito siriano è un esercito antigovernativo. Non sono ribelli a mani nude che affrontano la repressione. Ormai è guerra civile e questa fazione armata va all'attacco con mitragliatrici e lanciamissili (passate da chi?). Si parla di "militari siriani passati con l'opposizione", di "disertori". Ecco la parola magica che i media imbeccati dalla Nato diffondono per tentare di conquistare consensi "a sinistra" e nell'area pacifista: è una rivolta di "disertori". Anche Pinochet a questo punto era un "disertore"? E i golpisti nel passato erano "disertori"? E quando c'è una guerra civile è fra i "cattivi" al governo e i "buoni" disertori che vengono repressi? I "buoni" possono usare le armi, i "cattivi" no. I primi sono dei liberatori e i secondi dei sanguinari repressori. Questo è in sintesi lo schema "buoni/cattivi" che viene costruito nell'opinione pubblica e in primo luogo fra quell'opinione pubblica (quella pacifista è la più corteggiata perché potrebbe scendere in piazza contro la Nato) che alla fine dovrà appoggiare (nei piani della guerra psicologica) la nuova guerra della Nato per "porre fine alla repressione". E' chiaro? La manipolazione dell'opinione pubblica presuppone la costruzione di strutture narrative, di favole inventate per controllare la mente delle persone e acquisirne il consenso, come quando ci raccontavano che i cowboy erano buoni e gli indiani cattivi. La costruzione del buono e del cattivo è lo scopo di questa fase di manipolazione dell'informazione che comincia dai titoli e prosegue con la diffusione di informazioni non verificabili. E' sempre stato così nella preparazione (e nello svolgimento) delle guerre e lo schema si ripete. Il potere sa che abbiamo poco tempo per leggere le notizie, in genere il lettore medio con confronta due notizie discordanti, pochi perdono tempo per farsi venire dei dubbi. Ma basta seguire le notizie con un minimo di spirito critico e diventa chiaro che in Siria non ci troviamo di fronte a una repressione ma a un'insurrezione armata simile a quella libica sostenuta dall'esterno da nazioni ostili alla Siria. In primo luogo la Turchia, stato membro della Nato. La Siria come la Libia. Un copione scritto dagli Stati Uniti, spiega Joseph Massad, docente alla Columbia University. Al Jazeera prende le distanze da questo intervento ma lo pubblica su: http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2011/11/2011111555722772798.html ALTRO CASO DI DISINFORMAZIONE: il ragazzo ucciso perché non voleva sfilare per il regime:Mohammed. Anche questa notizia è basata su una sola fonte, per di più di parte. E' infatti la ricostruzione dell'accaduto fornito dall'"Osservatorio siriano per i diritti umani", schierato con gli oppositori e con base a Londra. Tutto tranne che un osservatorio indipendente. Senza alcun riscontro esterno (es.Amnesty) per verificare l'attendibilità del video. La notizia non si costruisce con "prove certe" ma con fonti "degne di fede", il che si presta a ogni manipolazione dell'informazione. Durante l'Inquisizione i processi si costruivano così. Allora di bruciavano le persone, oggi si avviano le azioni di bombardamento militare. Allora si uccideva per la fede, oggi per i diritti umani. Non vi è alcun modo di verificare il numero delle vittime, né che siano disertori che rifiutano di sparare o che siano agenti armati dalla Turchia. Queste che ci arrivano sono notizie prive di attendibilità. In nessun titolo leggiamo che sarebbero almeno 34 i militari uccisi dai "disertori" negli scontri. Come mai? Chi attacca i soldati siriani con armi da fuoco? I "buoni"? E che diritto i buoni hanno di uccidere 34 militari governativi? Semplice: lottano per la libertà, sono i nuovi partigiani, sono i disertori che lottano per un ideale. La propaganda di guerra cerca "assonanze" nell'opinione pubblica di sinistra che è quella più incline a criticare una scelta di guerra ma che viene facilmente catturata da questa "narrazione" fantastica e messa fuori gioco dai media antiberlusconiani che sulla guerra - è un paradosso di chi ambisce al governo - sono più guerrafondai dei media del centrodestra. Del resto i media di sinistra appoggeranno in maggioranza la guerra in Siria, così come hanno fatto per la Libia, salvo poi qualche imbarazzo finale. Questa è una guerra progettata con cura a partire dai media e ben "seguita" da vicino dai servizi segreti occidentali che conoscono chi passa di nascosto le armi agli insorti. Si ripete il copione della Libia. Anche con le bugie di guerra e le triangolazioni di armi. Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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