"La Perugia-Assisi non ha valore per le passarelle
mediatiche dei politici di turno, ma per le centinaia di migliaia di piedi che
hanno camminato, guidati da cuori e menti.."
(Commento della "Casa per la Pace e la Nonviolenza" di
Castellammare di Stabia, una comunità attivissima , con un presidio permanente
di Libera e l'accoglienza e il sostegno agli immigrati. E che lavora, giorno
dopo giorno, con metodi nonviolenti per diffondere i valori nonviolenti nel
difficile territorio campano...)
Isabella Horn, attivista della Fucina per la Nonviolenza
(sezione fiorentina del Movimento Nonviolento)
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Sent: Monday, September 26, 2011 12:00
PM
Subject: [pace] Prime mie note sulla
Perugia- Assisi
Chi ha fatto la marcia non si è accorto della manipolazione strumentale dei
politici, favoriti da Flavio Lotti (ha ragione Lorenzo, mezzo
anonimo, vedi sotto). La
Perugia-Assisi non vale per le loro parole, ma per i piedi che hanno
camminato, guidati da cuori e menti. Anche 70-80enni
(come me), anche mezza-età, ma soprattutto giovani, in grande maggioranza.
Direte che è facile un momento di libera espressione e di entusiasmo, in
grande compagnia. E' vero: è la debolezza dei giovani. Vale meno di una serata
di riflessione e di una lettura di approfondimento. Ma la spinta emotiva aiuta
la ragione e l'impegno, anche se gli impegnati saranno assai meno numerosi. Il
lavoro per la pace, quello che conta, avviene nel pensoso silenzio quotidiano,
nella collaborazione, nella tenacia ininterrotta, nella organizzazione
faticosa dei giorni grigi. Senza di ciò, è schiuma. E
poi, gli slogan contro la guerra sono solo il primo insufficiente passo.
Bello, giusto, soddisfacente, facile, inutile se non è seguito da tanti altri
passi. La marcia deve insegnare questo. Una carenza di
questa edizione è stata l'assenza di pause di riflessione. La cerimonia della
partenza non basta. All'arrivo, solo dispersione, per i più non saliti alla
Rocca (davvero faticoso dopo 24 km). Il pacifismo è del
tutto insufficiente se non matura in nonviolenza attiva, fino alla
disobbedienza civile; in analisi delle cause strutturali e culturali della
violenza bellica; in riforma culturale e spirituale, educativa, anche
religiosa; in critica frontale delle politiche correnti, a sinistra come a
destra. Né la sinistra né la chiesa hanno imparato
davvero pace e nonviolenza. Con loro e oltre loro deve camminare la pace. Come
ha fatto Capitini. Io portavo sul petto un cartello
"L'Italia civile è qui", plurifotografato, motivo di due interviste in qualche
tv. Daniele Lugli per tutto il tempo ha portato, con qualche cireneo in
aiuto, una copia esatta dello striscione di Capitini usato nel 1961.
La pace nonviolenta (c'è anche quella violenta!) non è
una strada per entrare in politica, in questa politica, ma una rivoluzione
della politica, della stessa forma dello stato moderno, sposato alla violenza,
ma anche impegnato per Costituzione a ripudiarla, e chiamato alla nonviolenza
dalla cultura dei diritti umani, interamente intesa.
Buona strada, dal basso, reciprocamente! Enrico Peyretti (mir-mn), 26
settembre 2011.
Il
25/09/2011 21:43, Borghi Franco ha scritto:
..e allora, quale soluzione si vuole proporre
?
Franco
----------------------------------------- Franco BORGHI Via
Frescobaldi 13 - 44042 CENTO Tel.051.6836715 -Fax
051.18895462 Cell.348.3802633 Skype: consultfb Reply to: xenos at iii.it
----- Original Message -----
Sent: Sunday, September 25, 2011 7:34
PM
Subject: R: [pace] una Assisi-Perugia
bella passerella dei politici guerrafondai
Ho
appena visto il servizio del tg3 sulla Marcia, con le parole di Lotti, “ci
sono troppe guerre”, che è come dire nulla,
e
poi tutte le interviste ai politici: Ferrero, Vendola, Bonelli, Orlando e
Bindi.
Possibile non si capisca che la marcia è diventata, dal punto di
vista mediatico, un’occasione di passerella per i politici di sinistra e
di centrosinistra?
E
che i secondi sono quelli che votano a favore di ogni guerra italiana
all’estero (con l’eccezione
dell’Iraq)???
Fin
quando questi politici potranno partecipare alla marcia, praticamente
impossessandone (a livello mediatico è così), senza essere attaccati dagli
organizzatori della marcia, direttamente, la marcia sarà solo la loro
trionfale passerella, mentre tutti gli altri discorsi e le interviste su
cosa rappresenterebbe la marcia saranno solo discorsi astratti e privi di
collegamento con la realtà con i quali l’universo pacifista si
autoconsola.
Ripeto quanto ho già scritto qui e nel precedente email: ci
vogliono attacchi diretti ai partiti sostenitori delle missioni militari
all’estero, e l’attacco più efficace è
dire
che non si darà ad essi il voto.
Sennò non lamentiamoci di vedere la marcia rappresentata su tv,
giornali e internet dai politici guerrafondai che ci vanno ogni
anno.
Lorenzo
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