una marcia in più ed una in meno



La marcia del 50° è stata un successo di partecipazione.  Ma questa marcia ha avuto secondo me qualcosa in più grazie al  "meeting dei 1000 giovani per la pace". E' stata una iniziativa ben riuscita, nuova, originale che va nel senso di una educazione profonda, come chiede Enrico Peyretti nel suo intervento. Complimenti agli organizzatori: non deve essere stato semplice.
Alcuni aspetti problematici sono stati evidenziati peraltro proprio dal suo intervento e da altri.
Ma perché scrivo: una marcia di meno?  Perché Flavio Lotti nel suo fascicolo patinato che racconta la storia della Perugia Assisi ne dimentica una: quella del 2000 dal titolo "mai più eserciti e guerre". Fu una marcia promossa dal MIR e dal MN in "polemica" con la marcia del 1999 della Tavola per l'accoglienza che gli organizzatori avevano riservato a Massimo D'Alema che fino a qualche mese prima aveva bombardato il Kossovo: era infatti stato accolto quasi come un novello santo da affiancare a san Francesco come San Massimo Bombardiere: nessuna critica ai politici, ma una bella passerella  proprio come è accaduto anche ieri.
Si potrebbe obiettare: ma perché una pubblicazione della Tavola dovrebbe parlare di una marcia non promossa da lei, anzi in contrasto. Perché neanche le marce del 1961,  1978, 1981 ecc. erano state promosse dalla Tavola. Allora se si vuole fare  storia non si fanno censure, non si rimuove quello che non ci piace. Altrimenti si ricade in operazioni tipo MinCulPop. in cui la verità è solo quella ufficiale decisa dal Governo di turno o ancora peggio dal Partito.
Per fortuna ci sono altre pubblicazioni  vedi il numero di Azione nonviolenta di  agosto - settembre oppure il bel fascicolo di Pallotti "Camminare per la Pace" edito dal Comune di Casalecchio di Reno nelle quali quella marcia è ricordata con la stessa dignità delle altre.
Francamente speravo che le incomprensioni del passato dopo 11 anni fossero state superate visto che la marcia era stata copromossa dalla Tavola e dal MN, ma evidentemente la lezione di Gandhi sulla coincidenza  tra  la verità e la nonviolenza non è stata ancora capita da tutti. 
Sergio Bergami