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 (Mio semplice commento sugli interventi precedenti) - Nelle 
azioni che vogliono essere nonviolente per la giustizia c'è sempre (o spesso) il 
problema di chi si aggrega deciso a fare anche quella che ritiene "violenza 
giusta", o di difesa, o addirittura pura violenza, o c'è anche il problema di 
infiltrati (black blok a Genova 2001) per fare appositamente degnerare l'azione 
e falsificarla.  
Gandhi in tali casi fermava l'azione, o la sconfessava. Ma, in 
mancanza di una simile autorevolezza, l'azione può sfuggire di mano, e allora 
diventa un bell'argomento per chi aspetta l'occasione per proclamare: "ecco, i 
nonviolenti sono violenti!".  
Un rimedio può essere la massima accuratezza nella convinzione 
personale preventiva, la scelta personale - di principio e non solo tattica 
- della nonviolenza da parte di ogni singolo partecipante, con promessa 
scritta personale onesta nei confronti di tutti gli altri, presentata agli 
avversari con elenco nominale. 
Allora, chi facesse violenza, o difensiva o aggressiva, 
implicherebbe solo se stesso, o perché insincero, o perché non ha saputo 
trattenersi nel momento cruciale.  
Il carattere nonviolento dell'azione collettiva potrebbe 
essere meglio preservato e dimostrato. 
Ci sono esperienze, e riflessioni sulle esperienze, che vanno 
studiate prima di agire. 
Nello stesso tempo, bisogna riconoscere il significato 
positivo di azioni anche non abbastanza preparate, ma intenzionate a nonviolenza 
e giustizia. Però, la preparazione profonda è necessaria a potere dimostrarne il 
significato a tutti, all'opinione publica. 
Enrico Peyretti, Torino 
  
   
  
  ----- Original Message -----  
  
  
  Sent: Monday, October 11, 2010 11:47 
  PM 
  Subject: Re: [pace] Convoglio 
  VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
  
  
  Forse potevo dire che hanno sbagliato ad 
  affidarsi totalmente all'IHH: se volevano collaborare con l'IHH dovevano 
  comunque stare attenti alle persone che sono salite a bordo. 
  Non possiamo far finta di non aver visto e di non 
  sapere - a meno che ci siano persone che scrivono senza essersi informati 
  bene. 
  Alcuni turchi sono saliti a bordo con 
  l'intenzione di resistere, premeditata. Ci sono video di turchi che sembrano 
  proprio aspirare al martirio. 
  I militari scesi dall'elicottero sono stati 
  oggetto di violenza, subito. Un militare è stato sbattuto di sotto, 
  poteva restare invalido o morire, un altro accoltellato. Ci possono essere 
  state reazioni violente alla violenza degli israeliani, o alle uccisioni 
  israeliane, e quindi reazioni incontrollate dovute allo choc di vedere 
  uccidere un uomo, ma di certo almeno 2 o 3 militari israeliani sono stati 
  colpiti subito, mentre scendevano. E il video diffuso dagli stessi attivisti 
  mostra persone tirare con la fionda all'elicottero, prima che le stesse 
  vedessero gli scontri a bordo in un'altra parte della nave. 
  Evito di dire le cose ovvie: la condanna a 
  Israele, il fatto che probabilmente Israele avesse premeditato di ammazzare 
  alcuni turchi, poi giustiziati come un'esecuzione, come conferma la polizia. 
  Israele si è comportato da criminale, come al solito, e oggi ho letto che 
  l'IHH lo porterà davanti alla Corte penale internazionale, e fanno 
  bene. 
  Ma resta il fatto che sono saliti a bordo degli 
  attivisti che NON erano pacifisti, che hanno cercato lo scontro in modo 
  premeditato, mettendo così a rischio la vita anche degli altri 
  passeggeri. 
  Sbaglia la Flotilla a non fare autocritica in 
  modo trasparente su questo.  
  Un nonviolento non può nascondere le proprie 
  mancanze e responsabilità, anche quando è la vittima. 
  Lorenzo 
    
  
    ----- Original Message -----  
    
    
    Sent: Monday, October 11, 2010 8:13 
    PM 
    Subject: Re: [pace] Convoglio 
    VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
    
  Sinceramente, non capisco come si possa dire che ha sbagliato 
    il movimento nel selezionare l'associazione, che ha la stessa valenza di 
    qualunque associazione che voglia fare interventi a Gaza, e per questo ha 
    contatti anche con Hamas, mi sembra pericoloso colpevolizzare le 
    vittime,  vorresti dire che dato che c'erano membri di quella 
    associazione Israele ha avuto ragione ad abbordare, sparare, uccidere? penso 
    di no, ma certi distinguo mi sembrano pericolosi perchè avvallano il blocco 
    di Gaza, e le pretese di Israele. Se anche noi cominciamo a dire che 
    l'illegittimità è questa, non riusciremo certo a far comprendere neppure 
    alla opinione pubblica che l'occupazione Israeliana è illegittima, violenta, 
    pericolosa... Forse pensi che hanno sbagliato perchè hanno reagito 
    all'aggressione, con mezzi per altro poco adatti, e questo ha aumentato il 
    numero dei morti, e forse è vero, ma credo che nessuno possa giurare che non 
    reagirà, che riuscirà ad opporre soltanto una resistenza passiva, di fronte 
    agli spari, alle persone ferite e non soccorse, ai morti ammazzati... è 
    questo l'errore internazionale, essersi scandalizzati al momento, e poi aver 
    lasciato correre, e cercare di dare una versione che in qualche modo 
    giustifichi l'aggressione e le uccisioni, con estrema comprensione per 
    Israele e totale indifferenza per la sorte dei pacifisti assassinati in modo 
    programmato da Israele (perchè non gli piaceva l'associazione di cui 
    facevano parte? ma va) ed ancor più per la sorte dei cittadini indifesi di 
    Gaza e di tutta la Palestina, che possono essere affamati, uccisi, 
    deportati, incarcerati senza processo, impediti in ogni normale azione di 
    vita... I veri pacifisti, io penso, sono tutti quelli che si sono 
    impegnati in prima persona a portare aiuto di fronte ad una comunità 
    internazionale inerte che non fa rispettare neppure le proprie regole se a 
    trasgredire è Israele. Questo non mi sembra un contributo alla 
    pace! Nicoletta Crocella
  
    Il giorno 11 ottobre 2010 15:30,  <lorenz.news at yahoo.it> ha 
    scritto:
     
      
      Grazie Enrico, diffondo. 
      Ma anche l'altra, la Fllotilla, era 
      umanitaria e di pace, il problema è stata la collaborazione con l'IHH 
      turco per la Marmara, il Free Gaza Movement ha sbagliato nel selezionare 
      l'associazione. 
      
      
      
      
        ----- Original Message -----  
        
        
        Sent: Monday, October 11, 2010 9:49 
        AM 
        Subject: Re: [pace] Convoglio 
        VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
        
  
        Trasmetto in giro giorno per giorno questa cronaca. 
        Chi è capace organizzi modi di pressione interna su governo e parlamento 
        italiani per agire verso l'Egitto e liberare la spedizione umanitaria 
        (questa sì, davvero umanitaria e di pace!). 
        Enrico Peyretti, Torino 
          
           
        
          ----- Original Message -----  
          
          
          Sent: Monday, October 11, 2010 
          9:33 AM 
          Subject: [pace] Convoglio 
          VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
          
  
          Chi ha avuto l’occasione 
          di visitare la Palestina occupata conosce bene la tecnica dei 
          check-point israeliani, quelli fissi e quelli mobili: una tecnica per 
          controllare, umiliare, infliggere illegali punizioni collettive, 
          fiaccare la resistenza della popolazione civile palestinese. Una 
          tecnica che si è evoluta in forme sempre più sofisticate e disumane. 
          Il check-point di Kalandia tra Gerusalemme e Ramallah, alcuni anni fa 
          manteneva ancora qualche cosa di umano: la possibilità almeno di 
          vedere in faccia l’oppressore; ora è stato aggiornato in un 
          dispositivo tutto automatizzato e completamente anonimo che tratta i 
          palestinesi come fossero dei sub-humans. 
          Dell’oppressore si possono ascoltare solo 
          gli ordini.  
          Anche l’Egitto evidentemente si sta 
          esercitando nella tecnica del check-.point con il convoglio 
          VivaPalestina. Se è vero che la trattativa di Damasco si è conclusa 
          con un accordo in cui il prezzo da pagare è stata la rinuncia di 
          Galloway a entrare in Gaza, ora il governo egiziano continua a giocare 
          sui tempi e sui modi dell’ingresso, sperando forse di fiaccare la 
          resistenza dei 380 attivisti accampati nel campo profughi di Lattakya. 
          Miserabili ritorsioni e intimidazioni da parte di un governo e di un 
          potere che è avviato irrimediabilmente verso il tramonto. Ma non per 
          questo si tratta di comportamenti tollerabili. Kevin Ovenden, 
          direttore del convoglio, nella press conference di sabato 9, di fronte 
          ai media mediorientali e internazionali, ha mostrato campioni delle 
          armi di distruzione di massa di cui è dotato il convoglio: carte, 
          penne, album da disegno, zainetti per gli studenti, medicinali, 
          carrozzine per disabili e via enumerando. Evidentemente il governo 
          egiziano non si rende conto del ridicolo di cui si rende responsabile. 
          Ma non per questo tale atteggiamento è tollerabile e da parte del 
          Convoglio parte l’invito di rivolgere proteste e pressioni ai governi, 
          ai ministeri degli esteri e alle ambasciate dei 27 paesi partecipanti, 
          affinché tale comportamento abbia immediatamente fine e il convoglio, 
          fermo e in un certo senso sequestrato nel porto di Lattakya, possa 
          partire per El Arish e da lì, senza ulteriori ostacoli, entrare a 
          Gaza. 
          Press conferente di domenica 10 ottobre, 
          ore 18: Kevin Ovenden fa il punto della situazione, annuncia che alle 
          11 di lunedì un gruppo di 30 veicoli algerini si sposterà dal campo 
          profughi direttamente al porto di Lattakya , come forma di protesta e 
          di pressione nei confronti delle autorità egiziane. Il convoglio ha 
          già ottemperato a tutte le condizioni poste dai funzionari egiziani e 
          sono stati forniti tutti i dati richiesti su attivisti, veicoli e 
          aiuti; ma l’atteso via libera alla partenza ancora non arriva. In 
          nessuno dei precedenti convogli le richieste egiziane erano state così 
          assurde e particolareggiate.  
          Nella serata di domenica 10, tutte le 
          nazioni presenti partecipano a un concerto-happening. Il gruppo 
          italiano propone prima la lettura di un estratto da Stato d’Assedio di 
          Mahmoud Darwish e poi si produce in una applauditissima esecuzione di 
          Bella ciao, un simbolico collegamento fra la resistenza palestinese e 
          la resistenza italiana nella lotta al nazifascismo.  
          
  
          Ism italia  
          Lunedì 11 ottobre 2010 
            
                 
 
  --  Nicoletta 
Crocella
   
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