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 Forse potevo dire che hanno sbagliato ad affidarsi 
totalmente all'IHH: se volevano collaborare con l'IHH dovevano comunque stare 
attenti alle persone che sono salite a bordo. 
Non possiamo far finta di non aver visto e di non 
sapere - a meno che ci siano persone che scrivono senza essersi informati 
bene. 
Alcuni turchi sono saliti a bordo con l'intenzione 
di resistere, premeditata. Ci sono video di turchi che sembrano proprio aspirare 
al martirio. 
I militari scesi dall'elicottero sono stati oggetto 
di violenza, subito. Un militare è stato sbattuto di sotto, poteva restare 
invalido o morire, un altro accoltellato. Ci possono essere state reazioni 
violente alla violenza degli israeliani, o alle uccisioni israeliane, e quindi 
reazioni incontrollate dovute allo choc di vedere uccidere un uomo, ma di certo 
almeno 2 o 3 militari israeliani sono stati colpiti subito, mentre scendevano. E 
il video diffuso dagli stessi attivisti mostra persone tirare con la fionda 
all'elicottero, prima che le stesse vedessero gli scontri a bordo in un'altra 
parte della nave. 
Evito di dire le cose ovvie: la condanna a Israele, 
il fatto che probabilmente Israele avesse premeditato di ammazzare alcuni 
turchi, poi giustiziati come un'esecuzione, come conferma la polizia. Israele si 
è comportato da criminale, come al solito, e oggi ho letto che l'IHH lo porterà 
davanti alla Corte penale internazionale, e fanno bene. 
Ma resta il fatto che sono saliti a bordo degli 
attivisti che NON erano pacifisti, che hanno cercato lo scontro in modo 
premeditato, mettendo così a rischio la vita anche degli altri 
passeggeri. 
Sbaglia la Flotilla a non fare autocritica in modo 
trasparente su questo.  
Un nonviolento non può nascondere le proprie 
mancanze e responsabilità, anche quando è la vittima. 
Lorenzo 
  
  ----- Original Message -----  
  
  
  Sent: Monday, October 11, 2010 8:13 
  PM 
  Subject: Re: [pace] Convoglio 
  VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
  
  Sinceramente, non capisco come si possa dire che ha sbagliato 
  il movimento nel selezionare l'associazione, che ha la stessa valenza di 
  qualunque associazione che voglia fare interventi a Gaza, e per questo ha 
  contatti anche con Hamas, mi sembra pericoloso colpevolizzare le 
  vittime,  vorresti dire che dato che c'erano membri di quella 
  associazione Israele ha avuto ragione ad abbordare, sparare, uccidere? penso 
  di no, ma certi distinguo mi sembrano pericolosi perchè avvallano il blocco di 
  Gaza, e le pretese di Israele. Se anche noi cominciamo a dire che 
  l'illegittimità è questa, non riusciremo certo a far comprendere neppure alla 
  opinione pubblica che l'occupazione Israeliana è illegittima, violenta, 
  pericolosa... Forse pensi che hanno sbagliato perchè hanno reagito 
  all'aggressione, con mezzi per altro poco adatti, e questo ha aumentato il 
  numero dei morti, e forse è vero, ma credo che nessuno possa giurare che non 
  reagirà, che riuscirà ad opporre soltanto una resistenza passiva, di fronte 
  agli spari, alle persone ferite e non soccorse, ai morti ammazzati... è questo 
  l'errore internazionale, essersi scandalizzati al momento, e poi aver lasciato 
  correre, e cercare di dare una versione che in qualche modo giustifichi 
  l'aggressione e le uccisioni, con estrema comprensione per Israele e totale 
  indifferenza per la sorte dei pacifisti assassinati in modo programmato da 
  Israele (perchè non gli piaceva l'associazione di cui facevano parte? ma va) 
  ed ancor più per la sorte dei cittadini indifesi di Gaza e di tutta la 
  Palestina, che possono essere affamati, uccisi, deportati, incarcerati senza 
  processo, impediti in ogni normale azione di vita... I veri pacifisti, io 
  penso, sono tutti quelli che si sono impegnati in prima persona a portare 
  aiuto di fronte ad una comunità internazionale inerte che non fa rispettare 
  neppure le proprie regole se a trasgredire è Israele. Questo non mi sembra un 
  contributo alla pace! Nicoletta Crocella
  
  Il giorno 11 ottobre 2010 15:30,  <lorenz.news at yahoo.it> ha 
  scritto:
   
    
    Grazie Enrico, diffondo. 
    Ma anche l'altra, la Fllotilla, era umanitaria 
    e di pace, il problema è stata la collaborazione con l'IHH turco per la 
    Marmara, il Free Gaza Movement ha sbagliato nel selezionare 
    l'associazione. 
    
    
    
    
      ----- Original Message -----  
      
      
      Sent: Monday, October 11, 2010 9:49 
      AM 
      Subject: Re: [pace] Convoglio 
      VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
      
  
      Trasmetto in giro giorno per giorno questa cronaca. Chi 
      è capace organizzi modi di pressione interna su governo e parlamento 
      italiani per agire verso l'Egitto e liberare la spedizione umanitaria 
      (questa sì, davvero umanitaria e di pace!). 
      Enrico Peyretti, Torino 
        
         
      
        ----- Original Message -----  
        
        
        Sent: Monday, October 11, 2010 9:33 
        AM 
        Subject: [pace] Convoglio 
        VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani 
        
  
        Chi ha avuto l’occasione 
        di visitare la Palestina occupata conosce bene la tecnica dei 
        check-point israeliani, quelli fissi e quelli mobili: una tecnica per 
        controllare, umiliare, infliggere illegali punizioni collettive, 
        fiaccare la resistenza della popolazione civile palestinese. Una tecnica 
        che si è evoluta in forme sempre più sofisticate e disumane. Il 
        check-point di Kalandia tra Gerusalemme e Ramallah, alcuni anni fa 
        manteneva ancora qualche cosa di umano: la possibilità almeno di vedere 
        in faccia l’oppressore; ora è stato aggiornato in un dispositivo tutto 
        automatizzato e completamente anonimo che tratta i palestinesi come 
        fossero dei sub-humans. 
        Dell’oppressore si possono ascoltare solo gli 
        ordini.  
        Anche l’Egitto evidentemente si sta 
        esercitando nella tecnica del check-.point con il convoglio 
        VivaPalestina. Se è vero che la trattativa di Damasco si è conclusa con 
        un accordo in cui il prezzo da pagare è stata la rinuncia di Galloway a 
        entrare in Gaza, ora il governo egiziano continua a giocare sui tempi e 
        sui modi dell’ingresso, sperando forse di fiaccare la resistenza dei 380 
        attivisti accampati nel campo profughi di Lattakya. Miserabili 
        ritorsioni e intimidazioni da parte di un governo e di un potere che è 
        avviato irrimediabilmente verso il tramonto. Ma non per questo si tratta 
        di comportamenti tollerabili. Kevin Ovenden, direttore del convoglio, 
        nella press conference di sabato 9, di fronte ai media mediorientali e 
        internazionali, ha mostrato campioni delle armi di distruzione di massa 
        di cui è dotato il convoglio: carte, penne, album da disegno, zainetti 
        per gli studenti, medicinali, carrozzine per disabili e via enumerando. 
        Evidentemente il governo egiziano non si rende conto del ridicolo di cui 
        si rende responsabile. Ma non per questo tale atteggiamento è 
        tollerabile e da parte del Convoglio parte l’invito di rivolgere 
        proteste e pressioni ai governi, ai ministeri degli esteri e alle 
        ambasciate dei 27 paesi partecipanti, affinché tale comportamento abbia 
        immediatamente fine e il convoglio, fermo e in un certo senso 
        sequestrato nel porto di Lattakya, possa partire per El Arish e da lì, 
        senza ulteriori ostacoli, entrare a Gaza. 
        Press conferente di domenica 10 ottobre, ore 
        18: Kevin Ovenden fa il punto della situazione, annuncia che alle 11 di 
        lunedì un gruppo di 30 veicoli algerini si sposterà dal campo profughi 
        direttamente al porto di Lattakya , come forma di protesta e di 
        pressione nei confronti delle autorità egiziane. Il convoglio ha già 
        ottemperato a tutte le condizioni poste dai funzionari egiziani e sono 
        stati forniti tutti i dati richiesti su attivisti, veicoli e aiuti; ma 
        l’atteso via libera alla partenza ancora non arriva. In nessuno dei 
        precedenti convogli le richieste egiziane erano state così assurde e 
        particolareggiate.  
        Nella serata di domenica 10, tutte le nazioni 
        presenti partecipano a un concerto-happening. Il gruppo italiano propone 
        prima la lettura di un estratto da Stato d’Assedio di Mahmoud Darwish e 
        poi si produce in una applauditissima esecuzione di Bella ciao, un 
        simbolico collegamento fra la resistenza palestinese e la resistenza 
        italiana nella lotta al nazifascismo.  
        
  
        Ism italia  
        Lunedì 11 ottobre 2010 
          
               
 
  --  Nicoletta Crocella
  
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