Re: [pace] Convoglio VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani
- Subject: Re: [pace] Convoglio VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egiziani
- From: Nicoletta Crocella <nicam6 at gmail.com>
- Date: Mon, 11 Oct 2010 20:13:53 +0200
Sinceramente, non capisco come si possa dire che ha sbagliato il movimento nel selezionare l'associazione, che ha la stessa valenza di qualunque associazione che voglia fare interventi a Gaza, e per questo ha contatti anche con Hamas, mi sembra pericoloso colpevolizzare le vittime, vorresti dire che dato che c'erano membri di quella associazione Israele ha avuto ragione ad abbordare, sparare, uccidere? penso di no, ma certi distinguo mi sembrano pericolosi perchè avvallano il blocco di Gaza, e le pretese di Israele. Se anche noi cominciamo a dire che l'illegittimità è questa, non riusciremo certo a far comprendere neppure alla opinione pubblica che l'occupazione Israeliana è illegittima, violenta, pericolosa...
Forse pensi che hanno sbagliato perchè hanno reagito all'aggressione, con mezzi per altro poco adatti, e questo ha aumentato il numero dei morti, e forse è vero, ma credo che nessuno possa giurare che non reagirà, che riuscirà ad opporre soltanto una resistenza passiva, di fronte agli spari, alle persone ferite e non soccorse, ai morti ammazzati... è questo l'errore internazionale, essersi scandalizzati al momento, e poi aver lasciato correre, e cercare di dare una versione che in qualche modo giustifichi l'aggressione e le uccisioni, con estrema comprensione per Israele e totale indifferenza per la sorte dei pacifisti assassinati in modo programmato da Israele (perchè non gli piaceva l'associazione di cui facevano parte? ma va) ed ancor più per la sorte dei cittadini indifesi di Gaza e di tutta la Palestina, che possono essere affamati, uccisi, deportati, incarcerati senza processo, impediti in ogni normale azione di vita...
I veri pacifisti, io penso, sono tutti quelli che si sono impegnati in prima persona a portare aiuto di fronte ad una comunità internazionale inerte che non fa rispettare neppure le proprie regole se a trasgredire è Israele. Questo non mi sembra un contributo alla pace!
Nicoletta Crocella
Grazie Enrico, diffondo.Ma anche l'altra, la Fllotilla, era umanitaria e di pace, il problema è stata la collaborazione con l'IHH turco per la Marmara, il Free Gaza Movement ha sbagliato nel selezionare l'associazione.----- Original Message -----From: Enrico PeyrettiTo: pace at peacelink.it ; conflitti at peacelink.it ; internazionale at www.ecn.org ; pacifistat at inventati.orgSent: Monday, October 11, 2010 9:49 AMSubject: Re: [pace] Convoglio VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egizianiTrasmetto in giro giorno per giorno questa cronaca. Chi è capace organizzi modi di pressione interna su governo e parlamento italiani per agire verso l'Egitto e liberare la spedizione umanitaria (questa sì, davvero umanitaria e di pace!).Enrico Peyretti, Torino
----- Original Message -----From: PAL NEWSTo: conflitti at peacelink.it ; internazionale at www.ecn.org ; pace at peacelink.it ; pacifistat at inventati.orgSent: Monday, October 11, 2010 9:33 AMSubject: [pace] Convoglio VivaPalestina5: Check-point israeliani e check-point egizianiChi ha avuto l’occasione di visitare la Palestina occupata conosce bene la tecnica dei check-point israeliani, quelli fissi e quelli mobili: una tecnica per controllare, umiliare, infliggere illegali punizioni collettive, fiaccare la resistenza della popolazione civile palestinese. Una tecnica che si è evoluta in forme sempre più sofisticate e disumane. Il check-point di Kalandia tra Gerusalemme e Ramallah, alcuni anni fa manteneva ancora qualche cosa di umano: la possibilità almeno di vedere in faccia l’oppressore; ora è stato aggiornato in un dispositivo tutto automatizzato e completamente anonimo che tratta i palestinesi come fossero dei sub-humans.Dell’oppressore si possono ascoltare solo gli ordini.
Anche l’Egitto evidentemente si sta esercitando nella tecnica del check-.point con il convoglio VivaPalestina. Se è vero che la trattativa di Damasco si è conclusa con un accordo in cui il prezzo da pagare è stata la rinuncia di Galloway a entrare in Gaza, ora il governo egiziano continua a giocare sui tempi e sui modi dell’ingresso, sperando forse di fiaccare la resistenza dei 380 attivisti accampati nel campo profughi di Lattakya. Miserabili ritorsioni e intimidazioni da parte di un governo e di un potere che è avviato irrimediabilmente verso il tramonto. Ma non per questo si tratta di comportamenti tollerabili. Kevin Ovenden, direttore del convoglio, nella press conference di sabato 9, di fronte ai media mediorientali e internazionali, ha mostrato campioni delle armi di distruzione di massa di cui è dotato il convoglio: carte, penne, album da disegno, zainetti per gli studenti, medicinali, carrozzine per disabili e via enumerando. Evidentemente il governo egiziano non si rende conto del ridicolo di cui si rende responsabile. Ma non per questo tale atteggiamento è tollerabile e da parte del Convoglio parte l’invito di rivolgere proteste e pressioni ai governi, ai ministeri degli esteri e alle ambasciate dei 27 paesi partecipanti, affinché tale comportamento abbia immediatamente fine e il convoglio, fermo e in un certo senso sequestrato nel porto di Lattakya, possa partire per El Arish e da lì, senza ulteriori ostacoli, entrare a Gaza.
Press conferente di domenica 10 ottobre, ore 18: Kevin Ovenden fa il punto della situazione, annuncia che alle 11 di lunedì un gruppo di 30 veicoli algerini si sposterà dal campo profughi direttamente al porto di Lattakya , come forma di protesta e di pressione nei confronti delle autorità egiziane. Il convoglio ha già ottemperato a tutte le condizioni poste dai funzionari egiziani e sono stati forniti tutti i dati richiesti su attivisti, veicoli e aiuti; ma l’atteso via libera alla partenza ancora non arriva. In nessuno dei precedenti convogli le richieste egiziane erano state così assurde e particolareggiate.
Nella serata di domenica 10, tutte le nazioni presenti partecipano a un concerto-happening. Il gruppo italiano propone prima la lettura di un estratto da Stato d’Assedio di Mahmoud Darwish e poi si produce in una applauditissima esecuzione di Bella ciao, un simbolico collegamento fra la resistenza palestinese e la resistenza italiana nella lotta al nazifascismo.
Ism italia
Lunedì 11 ottobre 2010
Palestina News - voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia http://www.ism-italia.org
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Nicoletta Crocella
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