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Sent: Sunday, January 03, 2010 6:01
PM
Subject: Re: [pace] Titolo di Repubblica
" (Obama) In Yemen Al Quaeda la paghera'".
Cari amici, vi dico la mia, e la argomento in
modo spero non troppo prolisso.
Pregiudizi e Proiezioni
Nel film di O. Stone su G. W. Bush, viene fuori
un presidente che ha fatto la guerra all'Iraq in buona fede, convinto che
Saddam avesse le fantomatiche armi di distruzioni di massa. Rumsfeld e la Cia
avevano organizzato il tutto, probably con la complicità del vice
Cheney. E' tanto sbagliata questa ipotesi? Non lo so.
Perché
1 Bush non si è fatto eleggere promettendo guerre
(al contrario di Obama, che sempre ha promesso la guerra all'Afghanistan e al
terrorismo) e si è trovato l'11 settembre
2 Rumsfeld poi è stato cacciato
3 Powell, il colonnello che andò all'ONU a
far la figuraccia delle presunte sedi di armi di distruzioni di massa
fotografate da aerei spia, era una "colomba", non un falco, e poi se
ne andò dall'amministrazione Bush per il suo prolungare la guerra in Iraq:
aveva capito che era stato un errore. E Powell infatti ha sostenuto la
candidatura Obama per il suo promesso ritiro dall'Iraq per concentrarsi
sull'Afghanistan. Insomma, Powell o era in buonafede, o era stato costretto a
presentare prove false, e alla fine non ha più retto
4 Non dicevamo tutti che Bush era una marionetta
in mano a Cheney? Delle due l'una: o Bush era manovrato, e allora va
giustificato e difeso quanto Obama se non di più, o non lo era e allora
che si prenda tutta la colpa
5 Bush senior e Kissinger erano critici della
guerra all'Iraq sia per motivi geopolitici
sia perchè evidentemente sospettavano delle prove messe in campo dalla CIA.
Bush padre, peraltro, come sappiamo si rifiutò di conquistare Baghdad nella
sua guerra del 1991, approvata dall'ONU e, cambiando scenario, durante la
sua presidenza ragionava sulle sanzioni a Israele (lo ha dichiarato Jeff
Halper a Torino, con mia sorpresa). Forse è un presidente che andrebbe
riconsiderato
Oggi ricordiamo Bush juinior come il presidente
della guerra preventiva all'Iraq, un guerrafondaio senza scrupoli, disposto a
manipolare la realtà a suo piacimento, e per di più eletto con dei brogli
elettorali.
Forse però, come ha ammesso lui nel suo discorso
di saluto, è stato un presidente raggirato dalla CIA e dai suoi collaboratori
per quanto riguarda le prove sulle armi di distruzioni di massa; forse ha
avuto il torto di dire a chiare lettere quale sia la dottrina USA in campo
internazionale, la guerra preventiva, ma questa dottrina gli USA la praticano
da almeno 50-60 anni (ci ritorno su dopo), non l'ha inventata Bush junior, lui
ha avuto mano libera nel lanciarla vista l'inesistente opposizione di un'altra
superpotenza straniera; forse Bush junior, una volta lanciata la guerra, è
stato "costretto" dalle circostanze a prolungarla: un ritiro USA quando in
Iraq imperversavano gli attentati sarebbe stato visto dal "Sistema" come una
sconfitta, mentre per Obama è molto più facile farlo ora, dato che da un anno
e mezzo di attentati in Iraq ce ne sono ben pochi; forse, dovremmo anche
pensare che Bush junior è stato eletto grazie alla Corte suprema in
maggioranza repubblicana, ma non è certo lui responsabile di questo né del
fatto che in Florida le operazioni di scrutinio del voto andassero per le
lunghe.
Quindi, non può essere che il nostro giudizio
estremamente negativo sull'operato di Bush jr. in campo
internazionale sia frutto di un bel pregiudizio?
Voglio dire: forse il nostro giudizio dovrebbe
esser sì negativo, perché Bush jr. non ha fatto nulla per contrastare la
politica della guerra preventiva, ed era già nel 1991 a favore della presa di
Baghdad, ma non negativo in modo esemplare, se consideriamo la possibilità che
Bush credesse all'esistenza di armi di distruzioni di massa nelle mani di
Saddam.
Per giudicare meglio Bush, consideriamo il caso
di Obama.
Alla sua elezione, e tutt'ora, molti progressiti
e pacifisti tendono a giustificare Obama per le sue guerre in quanto vittima
del sistema.
Enrico scrive che ammettendo le sue buone
intenzioni, occorre considerare Obama prigioniero della politica di guerra
degli USA. Io credo invece che Obama NON abbia buone intenzioni in fatto di
politica di guerra (se escludiamo il ritiro dall'Iraq: ma per concentrarsi
altrove) e se ci atteniamo ai fatti e alle dichiarazioni, invece che alle
nostre speranze, mi pare difficile contraddirmi. Enrico dice che può
ritardare la messa in atto di quella politica ma non evitarla: sempre partendo
dal presupposto che lui abbia buone intenzioni. Ma, esaminiamo i fatti:
Obama sta prendendo tempo? No, la sua
dichiarazione sullo Yemen è semmai precipitosa. Obama non sta facendo nulla
per resistere alla politica bellicista tipica degli USA, anzi la sta
enfatizzando. E mi rifiuto di credere che Obama non possa agire in altro modo:
a meno che si voglia dire che anche Bush jr. non poteva fare altrimenti.
Perchè nessuno obbliga Obama a fare quelle dichiarazioni e subito, ad
aumentare i contingenti in Afghanistan e a programmare una guerra allo Yemen:
è una sua precisa scelta.
Per spiegarmi, prendo il caso di Kennedy,
rifacendomi alla sua biografia di G. Perret. Kennedy eredita il piano di
invasione di Cuba, e si oppone alla copertura completa all'invasione,
decretando l'insuccesso della Baia dei Porci. Si ritira dal Laos. Prende
tempo sul Vietnam, non crede ai capi di stato maggiore e mette il suo
consigliere militare, Taylor, alla Casa Bianca. Sia Taylor che l'esercito
insistono per incentivare la guerra in Vietnam e Kennedy alla fine cede, viste
anche le sconfitte a Cuba e in Laos. Ma lo fa sempre cercando di far apparire
gli USA non compromessi. Poi, quando arriva la crisi dei missili a Cuba,
Kennedy si trova i capi dell'esercito già pronti per la guerra preventiva
all'URSS, e che spingono per il bombardamento dei missili e l'invasione di
Cuba. Sanno che gli USA sono in netta superiorità rispetto all'URSS e una
guerra nucleare li porterebbe a una sicura vittoria. Kennedy rifiuta e
convoca lo stato maggiore per comunicare la decisione del blocco navale. Dopo
dichiarerà anche che al primo aereo U2 abbattuto nei cieli cubani autorizzerà
il bombardamento dei missili: accade che un U2 venga abbattuto ma Kennedy
evita ogni reazione. Cosa dire? E' stato Kennedy a evitare sia l'invasione di
Cuba sia una probabile guerra mondiale, che non sarebbe stata la fine di
tutto, perchè gli USA l'avrebbero di certo vinta. Non è stato una inevitabile
conseguenza della politica statunitense quel che è successo. E' stato frutto
di una precisa scelta di Kennedy, così come sono state sue scelte quelle di
non autorizzare l'uccisione di Castro e una guerra preventiva alla Cina che si
stava costruendo la propria atomica (Kennedy aveva valutato l'idea di un aereo
americano anonimo che bombardasse i nascenti impianti nucleari cinesi) e che
era comandata da un tale, Mao, che al contrario di Kennedy e Kruscev, parlava
con completa indifferenza della possibilità di una guerra nucleare con milioni
di morti tra il suo popolo.
Insomma, la guerra preventiva è una dottrina che
c'era fin da prima di Kennedy e che Kennedy ha valutato varie
volte. Dopo la caduta del muro, Bush junior l'ha resa pubblica
e ora Obama la sta continuando, forti entrambi della scusa del terrorismo di
Al Qaeda. Nessuno obbliga Obama a continuarla, Obama potrebbe decidere di
combattere il terrorismo con l'intelligence, come gli ha consigliato il suo
elettore M. Moore e come forse cercherebbe di fare un Kennedy, se fosse
al suo posto. Ma Obama è interprete, e NON prigioniero o vittima, di
questa dottrina, di questa visione, e non ci pensa neanche a evitare una
guerra al terrorismo, anzi la porta avanti con decisione e senza perder tempo.
E forse continuerà la sua guerra globale in Yemen o altrove, forse
lascerà che Israele bombardi l'Iran se questi vorrà farsi i suoi impianti
micidiali. Staremo a vedere ma intanto dovremmo giudicarlo per quello
che fa e dice, non per le intenzioni che siamo noi ad attribuirgli.
Perchè supporre che Obama voglia la pace ma
sia costretto a fare la guerra, in piscologia si chiama proiezione,
e le proiezioni non hanno base nella realtà. Chi pensa questo dovrebbe
chiedersi quali sono gli atti di Obama che avvalorano tale supposizione, e
chiedersi anche perchè lui stesso è il primo a condannare in modo così forte
Bush jr., dato che si trovava nello stesso ruolo di Obama, e che pertanto
dovrebbe anch'egli essere considerato prigioniero o vittima della politica.
E infine, per chi vuole scaricare tutte le colpe sul "Sistema", davvero i
presidenti USA non hanno nessun margine di manovra? Davvero un Nixon
avrebbe fatto come un Kennedy? Se sì, allora anche Obama avrebbe fatto come
Bush (io non ci credo), ma allora non diciamo che sono molto differenti: la
differenza è solo una nostra proiezione, magari dovuta al fatto che
Obama è nero, simpatico, bello e capace di comunicare, e sembra più
"buono".
Lorenzo
ps ahimè, sono stato prolisso. Diffonderò allora
il testo, togliendo i riferimenti a Enrico.
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Sent: Sunday, January 03, 2010 1:02
PM
Subject: Re: [pace] Titolo di
Repubblica " (Obama) In Yemen Al Quaeda la paghera'".
Sono daccordo con Marco, la china che sta prendendo il premio
nobel per la pace Obama sembra essere la stessa dei suoi
predecessori!
"Perchè ci odiano tanto?" si chiedevano smarriti gli
statunitensi dopo l'attascco alle torri gemelle, forse in questo modo di
reagire a qualunque atto criminale individuandone la responsabilità in un
gruppo, una zona geografica, una intera nazione cui fare guerra per
difendersi dal terorrismo è una spiegazione di come l'odio continua a
crescere. Quanti effetti collaterali di guerre per la giustizia
dovremo ancora contare prima di capire che la rotta va drasticamente
cambiata? Prima di capire che un clima di cooperazione, di soloidarietà
attiva, di apertura è la migliore dissuasione ad atti di terrorismo? Credo
che dobbiamo cominciare da subito campagne di pace molto attive e precise,
senza attendere che parta qualche altro segnale di guerra ed altro sangue
venga versato per presunte giuste cause!
Credo che anche queste liste,
insieme a tutti i mezzi che offre il web, oltre ai giornali, al passaparola,
alle discussioni, assemblee, prese di posizioni pubbliche, possano essere un
modo per far sentire il nostro punto di vista e far crescere il rifiuto ad
atti di guerra presentati come interventi di pace. l'Afganistan
insegna.
Il giorno 03 gennaio 2010 08.24, marco palombo
<elbano9 at yahoo.it> ha
scritto:
Il titolo di prima
pagina di Repubblica di oggi mi ha molto colpito e spaventato. " In Yemen
Al Qaeda la paghera' ". Questa frase prende 5 colonne su 6 che compongono
la pagina. Sottotitolo " Obama
:pronti ad agire. Aggredito l' autore delle vignette su
Maometto."
Non ho ancora letto l' articolo, ho sentito l'
impulso di fare qualcosa. Ovviamente posso fare pochissimo ed ho mandato
questo messaggio, almeno la segnalazione di questo titolo, a liste che
sono contro la guerra, quindi che gia' la pensano come me e che nei giorni
scorsi hanno discusso di Obama e guerra. Non so se il titolo colpira'
anche persone come Enrico o Alfonso che uniscono all' interesse a capire
le vicende del mondo anche una spinta a intervenire, a fare la nostra
piccolissima parte per evitare o limitare le violenze , in primo luogo le
guerre. A me e' venuta in mente immediatamente la frase di Gandhi "Occhio
per occhio renderanno il mondo cieco ", (mi scuso per l' imprecisione
della citazione, altri, anche a memoria, possono eventualmente scrivere l'
esatta traduzione della frase). Chiudo qui, mi piacerebbe che noi,
anche poche decine, facessimo conoscere la nostra posizione a chi
non ha la nostra stessa attenzione ai pericoli e ai dolori della guerra.
Non ci limitassimo a discutere tra noi. Se qualcuno condividesse questa
mia "pulsione" a provare a dire qualcosa a "tutti", faro' la mia parte per
diffonderla. Forse la mia e' stata un' impressione non motivata e il
titolo non aggiunge niente di nuovo a quanto dichiarato nei giorni scorsi.
Forse il titolo, comunque riportato tra virgolette, non e' neanche una
fedele trascrizione di parole di Obama, ma dalle mie parti si dice "
Meglio aver paura che toccanne.", in altre parole "Meglio aver paura che
prendere botte
".
saluti
marco