Re: [pace] Titolo di Repubblica " (Obama) In Yemen Al Quaeda la paghera'".



Cari amici, vi dico la mia, e la argomento in modo spero non troppo prolisso.
 
Pregiudizi e Proiezioni
 
Nel film di O. Stone su G. W. Bush, viene fuori un presidente che ha fatto la guerra all'Iraq in buona fede, convinto che Saddam avesse le fantomatiche armi di distruzioni di massa. Rumsfeld e la Cia avevano organizzato il tutto, probably con la complicità del vice Cheney. E' tanto sbagliata questa ipotesi? Non lo so.
Perché
1 Bush non si è fatto eleggere promettendo guerre (al contrario di Obama, che sempre ha promesso la guerra all'Afghanistan e al terrorismo) e si è trovato l'11 settembre
2 Rumsfeld poi è stato cacciato
3 Powell, il colonnello che andò all'ONU a far la figuraccia delle presunte sedi di armi di distruzioni di massa fotografate da aerei spia, era una "colomba", non un falco, e poi se ne andò dall'amministrazione Bush per il suo prolungare la guerra in Iraq: aveva capito che era stato un errore. E Powell infatti ha sostenuto la candidatura Obama per il suo promesso ritiro dall'Iraq per concentrarsi sull'Afghanistan. Insomma, Powell o era in buonafede, o era stato costretto a presentare prove false, e alla fine non ha più retto
4 Non dicevamo tutti che Bush era una marionetta in mano a Cheney? Delle due l'una: o Bush era manovrato, e allora va giustificato e difeso quanto Obama se non di più, o non lo era e allora che si prenda tutta la colpa
5 Bush senior e Kissinger erano critici della guerra all'Iraq sia per motivi geopolitici sia perchè evidentemente sospettavano delle prove messe in campo dalla CIA. Bush padre, peraltro, come sappiamo si rifiutò di conquistare Baghdad nella sua guerra del 1991, approvata dall'ONU e, cambiando scenario, durante la sua presidenza ragionava sulle sanzioni a Israele (lo ha dichiarato Jeff Halper a Torino, con mia sorpresa). Forse è un presidente che andrebbe riconsiderato
 
Oggi ricordiamo Bush juinior come il presidente della guerra preventiva all'Iraq, un guerrafondaio senza scrupoli, disposto a manipolare la realtà a suo piacimento, e per di più eletto con dei brogli elettorali.
Forse però, come ha ammesso lui nel suo discorso di saluto, è stato un presidente raggirato dalla CIA e dai suoi collaboratori per quanto riguarda le prove sulle armi di distruzioni di massa; forse ha avuto il torto di dire a chiare lettere quale sia la dottrina USA in campo internazionale, la guerra preventiva, ma questa dottrina gli USA la praticano da almeno 50-60 anni (ci ritorno su dopo), non l'ha inventata Bush junior, lui ha avuto mano libera nel lanciarla vista l'inesistente opposizione di un'altra superpotenza straniera; forse Bush junior, una volta lanciata la guerra, è stato "costretto" dalle circostanze a prolungarla: un ritiro USA quando in Iraq imperversavano gli attentati sarebbe stato visto dal "Sistema" come una sconfitta, mentre per Obama è molto più facile farlo ora, dato che da un anno e mezzo di attentati in Iraq ce ne sono ben pochi; forse, dovremmo anche pensare che Bush junior è stato eletto grazie alla Corte suprema in maggioranza repubblicana, ma non è certo lui responsabile di questo né del fatto che in Florida le operazioni di scrutinio del voto andassero per le lunghe.
 
Quindi, non può essere che il nostro giudizio estremamente negativo sull'operato di Bush jr. in campo internazionale sia frutto di un bel pregiudizio?
Voglio dire: forse il nostro giudizio dovrebbe esser sì negativo, perché Bush jr. non ha fatto nulla per contrastare la politica della guerra preventiva, ed era già nel 1991 a favore della presa di Baghdad, ma non negativo in modo esemplare, se consideriamo la possibilità che Bush credesse all'esistenza di armi di distruzioni di massa nelle mani di Saddam.
 
Per giudicare meglio Bush, consideriamo il caso di Obama.
 
Alla sua elezione, e tutt'ora, molti progressiti e pacifisti tendono a giustificare Obama per le sue guerre in quanto vittima del sistema.
Enrico scrive che ammettendo le sue buone intenzioni, occorre considerare Obama prigioniero della politica di guerra degli USA. Io credo invece che Obama NON abbia buone intenzioni in fatto di politica di guerra (se escludiamo il ritiro dall'Iraq: ma per concentrarsi altrove) e se ci atteniamo ai fatti e alle dichiarazioni, invece che alle nostre speranze, mi pare difficile contraddirmi. Enrico dice che può ritardare la messa in atto di quella politica ma non evitarla: sempre partendo dal presupposto che lui abbia buone intenzioni. Ma, esaminiamo i fatti: Obama sta prendendo tempo? No, la sua dichiarazione sullo Yemen è semmai precipitosa. Obama non sta facendo nulla per resistere alla politica bellicista tipica degli USA, anzi la sta enfatizzando. E mi rifiuto di credere che Obama non possa agire in altro modo: a meno che si voglia dire che anche Bush jr. non poteva fare altrimenti. Perchè nessuno obbliga Obama a fare quelle dichiarazioni e subito, ad aumentare i contingenti in Afghanistan e a programmare una guerra allo Yemen: è una sua precisa scelta.
 
Per spiegarmi, prendo il caso di Kennedy, rifacendomi alla sua biografia di G. Perret. Kennedy eredita il piano di invasione di Cuba, e si oppone alla copertura completa all'invasione, decretando l'insuccesso della Baia dei Porci. Si ritira dal Laos. Prende tempo sul Vietnam, non crede ai capi di stato maggiore e mette il suo consigliere militare, Taylor, alla Casa Bianca. Sia Taylor che l'esercito insistono per incentivare la guerra in Vietnam e Kennedy alla fine cede, viste anche le sconfitte a Cuba e in Laos. Ma lo fa sempre cercando di far apparire gli USA non compromessi. Poi, quando arriva la crisi dei missili a Cuba, Kennedy si trova i capi dell'esercito già pronti per la guerra preventiva all'URSS, e che spingono per il bombardamento dei missili e l'invasione di Cuba. Sanno che gli USA sono in netta superiorità rispetto all'URSS e una guerra nucleare li porterebbe a una sicura vittoria. Kennedy rifiuta e convoca lo stato maggiore per comunicare la decisione del blocco navale. Dopo dichiarerà anche che al primo aereo U2 abbattuto nei cieli cubani autorizzerà il bombardamento dei missili: accade che un U2 venga abbattuto ma Kennedy evita ogni reazione. Cosa dire? E' stato Kennedy a evitare sia l'invasione di Cuba sia una probabile guerra mondiale, che non sarebbe stata la fine di tutto, perchè gli USA l'avrebbero di certo vinta. Non è stato una inevitabile conseguenza della politica statunitense quel che è successo. E' stato frutto di una precisa scelta di Kennedy, così come sono state sue scelte quelle di non autorizzare l'uccisione di Castro e una guerra preventiva alla Cina che si stava costruendo la propria atomica (Kennedy aveva valutato l'idea di un aereo americano anonimo che bombardasse i nascenti impianti nucleari cinesi) e che era comandata da un tale, Mao, che al contrario di Kennedy e Kruscev, parlava con completa indifferenza della possibilità di una guerra nucleare con milioni di morti tra il suo popolo.
 
Insomma, la guerra preventiva è una dottrina che c'era fin da prima di Kennedy e che Kennedy ha valutato varie volte. Dopo la caduta del muro, Bush junior l'ha resa pubblica e ora Obama la sta continuando, forti entrambi della scusa del terrorismo di Al Qaeda. Nessuno obbliga Obama a continuarla, Obama potrebbe decidere di combattere il terrorismo con l'intelligence, come gli ha consigliato il suo elettore M. Moore e come forse cercherebbe di fare un Kennedy, se fosse al suo posto. Ma Obama è interprete, e NON prigioniero o vittima, di questa dottrina, di questa visione, e non ci pensa neanche a evitare una guerra al terrorismo, anzi la porta avanti con decisione e senza perder tempo. E forse continuerà la sua guerra globale in Yemen o altrove, forse lascerà che Israele bombardi l'Iran se questi vorrà farsi i suoi impianti micidiali. Staremo a vedere ma intanto dovremmo giudicarlo per quello che fa e dice, non per le intenzioni che siamo noi ad attribuirgli.
 
Perchè supporre che Obama voglia la pace ma sia costretto a fare la guerra, in piscologia si chiama proiezione, e le proiezioni non hanno base nella realtà. Chi pensa questo dovrebbe chiedersi quali sono gli atti di Obama che avvalorano tale supposizione, e chiedersi anche perchè lui stesso è il primo a condannare in modo così forte Bush jr., dato che si trovava nello stesso ruolo di Obama, e che pertanto dovrebbe anch'egli essere considerato prigioniero o vittima della politica. E infine, per chi vuole scaricare tutte le colpe sul "Sistema", davvero i presidenti USA non hanno nessun margine di manovra? Davvero un Nixon avrebbe fatto come un Kennedy? Se sì, allora anche Obama avrebbe fatto come Bush (io non ci credo), ma allora non diciamo che sono molto differenti: la differenza è solo una nostra proiezione, magari dovuta al fatto che Obama è nero, simpatico, bello e capace di comunicare, e sembra più "buono".
 
Lorenzo
ps ahimè, sono stato prolisso. Diffonderò allora il testo, togliendo i riferimenti a Enrico.
 
   
 
 
 
----- Original Message -----
Sent: Sunday, January 03, 2010 1:02 PM
Subject: Re: [pace] Titolo di Repubblica " (Obama) In Yemen Al Quaeda la paghera'".

Sono daccordo con Marco, la china che sta prendendo il premio nobel per la pace Obama sembra essere la stessa dei suoi predecessori!
"Perchè ci odiano tanto?" si chiedevano smarriti gli statunitensi dopo l'attascco alle torri gemelle, forse in questo modo di reagire a qualunque atto criminale individuandone la responsabilità in un gruppo,  una zona geografica, una intera nazione cui fare guerra per difendersi dal terorrismo è una spiegazione di come l'odio continua a crescere. Quanti effetti collaterali di guerre per la giustizia dovremo ancora contare prima di capire che la rotta va drasticamente cambiata? Prima di capire che un clima di cooperazione, di soloidarietà attiva, di apertura è la migliore dissuasione ad atti di terrorismo? Credo che dobbiamo cominciare da subito campagne di pace molto attive e precise, senza attendere che parta qualche altro segnale di guerra ed altro sangue venga versato per presunte giuste cause!
Credo che anche queste liste, insieme a tutti i mezzi che offre il web, oltre ai giornali, al passaparola, alle discussioni, assemblee, prese di posizioni pubbliche, possano essere un modo per far sentire il nostro punto di vista e far crescere il rifiuto ad atti di guerra presentati come interventi di pace. l'Afganistan insegna.

Il giorno 03 gennaio 2010 08.24, marco palombo <elbano9 at yahoo.it> ha scritto:
Il titolo di prima pagina di Repubblica di oggi mi ha molto colpito e spaventato. " In Yemen Al Qaeda la paghera' ". Questa frase prende 5 colonne su 6 che compongono la pagina. Sottotitolo " Obama :pronti ad agire. Aggredito l' autore delle vignette su Maometto."
Non ho ancora letto l' articolo, ho sentito l' impulso di fare qualcosa. Ovviamente posso fare pochissimo ed ho mandato questo messaggio, almeno la segnalazione di questo titolo, a liste che sono contro la guerra, quindi che gia' la pensano come me e che nei giorni scorsi hanno discusso di Obama e guerra. Non so se il titolo colpira' anche persone come Enrico o Alfonso che uniscono all' interesse a capire le vicende del mondo anche una spinta a intervenire, a fare la nostra piccolissima parte per evitare o limitare le violenze , in primo luogo le guerre. A me e' venuta in mente immediatamente la frase di Gandhi "Occhio per occhio renderanno il mondo cieco ", (mi scuso per l' imprecisione della citazione, altri, anche a memoria, possono eventualmente scrivere l' esatta traduzione della frase).  Chiudo qui, mi piacerebbe che noi, anche poche decine, facessimo conoscere la nostra posizione  a chi non ha la nostra stessa attenzione ai pericoli e ai dolori della guerra. Non ci limitassimo a discutere tra noi. Se qualcuno condividesse questa mia "pulsione" a provare a dire qualcosa a "tutti", faro' la mia parte per diffonderla. Forse la mia e' stata un' impressione non motivata e il titolo non aggiunge niente di nuovo a quanto dichiarato nei giorni scorsi. Forse il titolo, comunque riportato tra virgolette, non e' neanche una fedele trascrizione di parole di Obama, ma dalle mie parti si dice " Meglio aver paura che toccanne.", in altre parole "Meglio aver paura che prendere botte ".

saluti
marco