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Re: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo? Non sta proprio bene di Lidia Menapace
- Subject: Re: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo? Non sta proprio bene di Lidia Menapace
- From: "Sergio Bergami" <serberg at libero.it>
- Date: Tue, 24 Jun 2008 09:10:54 +0200
Cari tutti, alle osservazioni di Carlo Gubitosa (che ringrazio sinceramente) vorrei aggiungere questo: Lidia Menapace lamenta: "tutti e tutte abbiamo dovuto passare mesi a rimbeccare i pacifisti astratti" predendo l'appoggio esterno. E cosa voleva? Che i "pacifisti astratti" appoggiassero i 2 aumenti delle spese militari avvenuti sia con la finanziaria del 2007 che con quella del 2008? E che inoltre accettassero senza problemi il raddoppio della base di Vicenza? Quindi è stata tutta la politica del governo Prodi sui temi della pace e non solo la questione Afghanistan che era sbagliata e che oltretutto (ironia della storia) non rispettava il programma che avevate redatto assieme. E' stata in sostanza la politica acquiescente del gruppo dirigente di Rifondazione a isolare il partito, a determinare la caduta di consensi. Domanda: se avevate avvertito l'isolamento perché non avete cambiato rotta e rivendicato almeno il rispetto del programma elettorale? Probabilmente ha ragione Carlo: un voto contro Prodi oltre a salavare la coscienza e la faccia avrebbe salvato anche il partito.
Sergio Bergami----- Original Message ----- From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa at peacelink.it>
To: <lidiamenapace at alice.it> Cc: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it> Sent: Tuesday, June 24, 2008 5:48 AMSubject: [pace] Re: Fw: da Lidia : Il pacifismo? Non sta proprio bene di Lidia Menapace
Salve Lidia, ho letto con interesse la tua discussione della articolata elaborazione politica che ha accompagnato il tuo voto a favore del rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Rispetto a quanto dici ho alcune osservazioni e qualche domanda da farti. Prima osservazione. Tu dici che "Far cadere il governo era escluso, dato che avevamo promesso in campagna elettorale che ne saremmo stati sostenitori fedeli, secondo il programma". Mi sono andato a rileggere il programma dell'Unione: http://www.unioneweb.it/wp-content/uploads/documents/programma_def_unione.pdf E non c'e' scritto da nessuna parte che gli impegni presi con gli elettori comprendevano il rifinanziamento della presenza militare italiana in Afghanistan. Allora mi chiedo questo: il sostegno al governo e' stato garantito "a prescindere", su qualunque provvedimento anche non incluso nel programma, solo perche' dall'altra parte c'era Berlusconi in agguato, oppure e' come dici tu e quindi il sostegno fedele sarebbe stato garantito solo su iniziative "secondo il programma"? Se da quel voto non fosse dipesa la stabilita' del governo, e se la componente militarista dell'Unione avesse avuto i numeri per andare avanti da sola anche senza rifondazione, tu avresti ugualmente votato per spendere militarmente all'estero quei soldi che potrebbero essere impiegati piu' efficacemente in Italia per usi civili? Secondo dubbio: tu dici che "abbiamo schivato tutte le famose offensive di primavera che i Comandi USA ci avvisavano essere in preparazione da parte dei Talebani e poi si scopriva che erano spedizioni nordamericane su villaggi e cortei nuziali". Rispetto a questo mi chiedo: anche escludendo una responsabilita' penale per l'esercito italiano rispetto a questi crimini di guerra, anche escludendo una responsabilita' politica dei governi che sostengono le iniziative militari statunitensi, non esiste forse una oggettiva responsabilita' morale per queste azioni, che va al di la' di chi le ha materialmente compiute, una responsabilita' morale che agli occhi delle vittime civili rende il soldato italiano uguale allo statunitense? Ogni mamma coscienziosa proibirebbe al proprio figlio onesto di frequentare assassini e criminali, come mai invece quando i figli sono degli altri siamo contenti che stiano nella stessa coalizione con chi attacca villaggi e cortei nuziali? Ad un mafioso basta "schivare" le azioni armate e gli attentati per ritenersi una persona onesta? O viceversa nel fare il conto delle responsabilita' morali, pur in assenza di rilievi penali bisognera' considerare anche chi serve la Mafia come contabile, avvocato o prestanome, e che per analogia le responsabilita' morali degli eserciti ricadono anche sulle loro retrovie, sugli imboscati e gli "schivatori"? Non sono proprio gli "schivatori" e le loro azioni umanitarie l'alibi migliore per garantire la permanenza degli stragisti e degli assassini?Ma scendiamo sul concreto. Cerco di sintetizzare il tuo programma politico:1 - Voto la missione afghana per non far cadere Prodi 2 - Cerco di fare in modo che da questa occupazione militare possa scaturire una riconversione parziale dell'industria della droga verso l'industria farmaceutica, e metto la Guardia di Finanza a controllare le piantine. Al di la' delle opinioni individuali, mi sembra un fatto incontestabile che questo programma sia fallito: Berlusconi ha avuto la testa di Prodi, e l'economia dell'oppio prosegue come prima. Per questa ragione di fronte a questi obliettivi clamorosamente falliti mi sorprende molto che tu, anche con il senno di poi, continui a sostenere che "nelle condizioni date non si poteva fare altro" e che "rifarei tutto, in un contesto simile. E non aspettatevi pentimenti". Io non sono un prete, e quindi non chiedo pentimenti a chi non la pensa come me. L'unica cosa che mi aspetto da chi mi sta davanti e' l'onesta' intellettuale necessaria a qualunque ragionamento politico che sia leggermente piu' articolato del "si puo' fare solo come dico io e non cambio idea". Io non ho bacchette magiche o ricette miracolose, ma ho alcune convinzioni ("persuasioni" le avrebbe chiamate Aldo Capitini) che ti porgo cosi' come sono: Prima persuasione - Rifondazione ha fatto cadere un governo Prodi sulle 35 ore. Far cadere un governo da sinistra non e' cosa impossibile quando c'e' la necessaria volonta' politica. Quindi al contrario di cio' che affermi il tuo voto e quel sostegno al governo non erano l'unica scelta possibile. Scartando tra le scelte possibili quelle dannose, possiamo dire che la tua scelta e quella del PRC erano l'unica efficace? Allora non potevamo saperlo perche' non si poteva prevedere il futuro, ma oggi sappiamo che: - Dopo aver fatto cadere il governo Prodi sulle 35 ore Berlusconi non e' andato al governo, Rifondazione e' rimasta in parlamento, ha rafforzato la sua identita' politica, ha continuato a prendere voti tornando al governo nel 2006 e da quella "caduta" ci hanno guadagnato solo D'Alema e Cossiga. - Dopo la scelte di compromesso, e i voti dati per "lealta'" anche su cose che non erano in programma Rifondazione si e' estinta proprio per i compromessi e gli inciuci che hanno impedito la modifica della legge elettorale. Di fronte all'estinzione di un partito nei banchi del parlamento, perche' nessuno si e' chiesto se fosse piu' efficace l'integrita' del 98 o la fedelta' del 2008? Lidia, io non ho le tue certezze granitiche, inossidabili, e immodificabili. In compenso ho un grosso dubbio: e se l'insieme delle scelte possibili, delle scelte efficaci e delle scelte "responsabili" fosse un pochino piu' ampio di quello che ci viene descritto da te e da chi presenta l'intervento militare come unica e inevitabile soluzione ai problemi del mondo? La nonviolenza non e' proprio l'applicazione del ragionamento e della fantasia alla ricerca di una terza via tra uccidere e morire? Oggi sappiamo che anche dopo aver superato lo scoglio delle missioni militari, il governo prodi era condannato a morte oltre ogni possibile lealta' di Rifondazione. Con questo senno di poi, non credi che per affermare con forza i valori della pace, della nonviolenza e della cooperazione non armata sarebbe stato piu' efficace far cadere il governo prodi sui temi della nostra presenza militare all'estero anziche' farlo sprofondare nelle sabbie mobili delle rogne giudiziarie della famiglia Mastella? Non sarebbe stato meglio affermare in Parlamento che il potere degli uomini di Pace puo' far cadere i governi anziche' perseguire a tutti i costi la pace degli uomini di potere? So gia' qual e' il punto debole della mia obiezione: restando sul livello puramente teorico, non ci sono riscontri concreti a cio' che affermo, e puo' essere che sarebbe stato peggio se Prodi fosse caduto per un voto di coscienza anziche' per un voto di scambio con cui Mastella si e' comprato l'impunita'. Mastella ha considerato i suoi interessi privati piu' importanti della lealta' al governo, mentre invece Rifondazione ha messo questa lealta' perfino al di sopra della costituzione, che ci impedisce di risolvere problemi conflitti e controversie facendo cio' per cui sono addestrati i militari, comunque lo si voglia chiamare. Tuttavia, restando nel tema della concretezza anche il tuo ragionamento difetta di una verifica sul campo. Riconosco che puo' sembrare velleitaria e astratta la mia idea di un voto di coscienza che fa cadere un governo ma afferma ideali che rafforzano un partito, ma al tempo stesso considero ancora piu' fantasiosa e irrealizzabile l'idea di mettere i finanzieri a fare i giardinieri dell'oppio sperando che gli affari con le case farmaceutiche rendano meglio del narcotraffico. Conoscendo la realta' di paesi come la Colombia, sono convinto che la pervasivita' sociale del narcotraffico e' tale anche per le risorse economiche che vengono fatte "sgocciolare" sulla popolazione locale e i contadini, sicuramente maggiori di quelle che potrebbe permettersi di pagare qualunque multinazionale del farmaco. Per quanto esposto finora, le tue motivazioni non mi sembrano ne' solide ne' soddisfacenti, resto persuaso del fatto che il tuo voto a favore di una presenza militare che e' gia' costata la vita di troppi soldati italiani e civili afghani non fosse ne' l'unico voto possibile ne' il piu' efficace in quelle circostanze, e ti esprimo la mia personale sofferenza nell'aver visto stritolare nelle logiche del potere anche una persona come te. In questa legislatura la tua storia personale e politica, il tuo impegno militante e nonviolento e il tuo spessore culturale sono stati sprecati: un voto di scuderia poteva darlo chiunque, senza far perdere tempo a te. Ma un voto coraggioso e integro potevi darlo solo tu, e questo avrebbe dato il senso piu' pieno alla tua presenza tra i banchi del potere: dare speranza a chi si ostina a pensare che in parlamento al momento del voto ci sia spazio anche per la coscienza individuale e non solo per il pallottoliere. Questa, a mio avviso, e' stata una grande occasione mancata, e per realizzarla ti bastava premere un pulsante, non c'era nemmeno bisogno di scomodare la Guardia di Finanza. Oggi mi sento orfano di riferimenti ideali e politici, non so piu' in chi e cosa credere perche' ormai so che chi mi parla di nonviolenza nei dibattiti pubblici di oggi domani potra' votare in parlamento cio' che ripudio, e mentre prego che non tocchi mai a me un simile percorso di evoluzione al contrario, in questo deserto dell'anima e della politica continuo a pensare ostinatamente che scrivere e ragionare possa servire ancora a qualcosa. Un cordiale saluto Carlo Gubitosa ------------ LA LETTERA DI LIDIA MENAPACE Accetto l'invito di Peyretti ad intervenire sulle oservazioni che mi vengono mosse da altra lista sul voto in Parlamento per il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Chi lo desidera può copiarsi la dichiarazione che segue e diffonderla a mio nome, anche dicendo se non la condivide, ma per favore intera. E inoltrarmi obiezioni o diverse soluzioni e suggerimenti, non insulti che non servono a nulla. Nel programma del governo Prodi era contenuto l'impegno (rispettato) di venir via dal'Iraq, perchè contro la spedizione in Iraq aveva votato l'intero schieramento di centrosinistra sotto il governo Berlusconi. Invece sull'Afghanistan aveva votato contro solo Rifondazione, che poi nelle trattative per il governo Prodi non era riuscita a far accettare da tutta la coalizione la posizione del ritiro. Sicchè bisognava trattare all'arrivo delle proposte in aula. Arrivata la proposta di reiterare il finanziamento alle spedizioni come stavano, si poteva dire di no e far cadere il governo o mutarne la composizione allargando a destra, verso Casini, oppure trattare per il futuro, mantenendo intanto tutto fermo. Far cadere il governo era escluso, dato che avevamo promesso in campagna elettorale che ne saremmo stati sostenitori fedeli, secondo il programma. In Afghanistan eravamo con una spedizione stanziata a Kabul e nella provincia di Herat, con compiti di ricostruzione dello stato, lavori di scorta, rapporti con la popolazione e nessuna regola d'ingaggio operativo in azioni belliche. L'Afghanistan è uno stato sovrano e una exit strategy deve essere concordata col suo governo, dopo una conferenza di pace. Le donne afghane ci avevano fafto arrivare pressanti appelli perchè non ce ne andassimo per non finire del tutto sotto i Talebani. Comunque le nostre proposte erano: una iniziativa di monitoraggio per controllare che le nostre truppe non venissero tolte dai compiti civili che avevano, una conferenza di pace e una trattativa a tutto campo, anche con i Talebani ovviamente. Mi parve una proposta che si poteva sostenere. Per conto mio cercavo di capire quali fossero i problemi di quella terra difficile, mai sconfitta militarrnente da nessuno dopo Alessandro Magno, con grandissima povertà, territorio montuoso impervio (Kandahar! la città il cui nome ai miei tempi significava un attacco da sci molto pregiato), a struttura tribale e quindi molto attaccata e radicata nei territori. La questione principale era che negli anni di guerra l'Afghanistan era diventato il secodo produttore di eroina al mondo e che la coltivazione del papavero da oppio era decuplicata. I militari occupanti si riformivano di oppio e poi bruciavano i raccolti, i Talebani difendevani i raccolti. Mi sembrava da escludersi la predica ai contadini perchè fossero virtuosi e non coltivassero il papavero, ma thè e mais, che nessuno compra se non a prezzi stracciati in zone di guerra. Invece eseguire la raccolta controllata del papavero, venderlo a prezzo di mercato alle industrie farmaceutiche per fare antidolorifici e dare ai contadini il giusto prezzo, questo mi pareva cosa proponibile e da affidare alla nostra Guardia di Finanza (reparti armati ma non combattenti, riduzione del danno). Scoprii poi che questo è un suggerimento dell'OMS (organizzazione mondiale della Sanità) . Individuavo la Guardia di Finanza perchè quando in Italia il tabacco era monopolio di Stato, la Finanza teneva sotto controllo l 'intero raccolto, piantina per piantina, foglia per foglia e se avessimo avvicendato a Finanza alle altre truppe, avremmo potuto esercitare un controllo serio preciso utile. Naturalmente dato che tutti e tutte abbiamo dovuto passare mesi a rimbeccare i pacifisti astratti (la terminologia di Peyretti mi sembra perfetta) siamo stati molto indeboliti parlamentarmente, perdendo qualsiasi appoggio esterno; e dove non ci hanno pensato loro ci ha pensato la destra a dire che volevamo che gli italiani stessero in fureria e non sul campo di battaglia o che io ero una pusher e altre scemate perditempo. Insomma non se ne fece nulla, però non ci sono stati nemmeno scontri armati e abbiamo schivato tutte le famose offensive di primavera che i Comandi USA ci avvisavano essere in preparazione da parte dei Talebani e poi si scopriva che erano spedizioni nordamericane su villaggi e cortei nuziali. Nelle condizioni date, senza nessun appoggio nè discussione delle proposte fatte non si poteva fare altro: rifarei tutto, in un contesto simile. E non aspettatevi pentimenti. Chiedo piuttosto se qualche pacifista o nonviolento non avrebbe dovuto informarsi se le proposte fatte non fossero per caso utili. Dopo mesi che seguitavo a ripetere, qualcuno magari diceva :"ma si che bello facciamolo" Ma ormai il rapporto tra contadini poveri e Talebani era diventato stretto e organico e la proposta non era più agibile. Perchè nelle cose politiche il tempo non è immobile e ciò che non hai fatto al tempo giusto non fai mai più. Qualcosa di simile nella faccenda dei rifiuti: se non riduci ora la produzione di riifuti, è inutile che fai eroiche lotte contro l'emergenza, l'emergenza si ripete, e alla fine ci mandano l'esercito. Sono le forme di lotta che debbono proprio cambiare. -- Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. 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