Re: [pace] elezioni elezioni. e domani?



Caro Tiziano,

credo che tu abbia molta ragione in questo lucido e preoccupato intervento.
Non credo che sia morta la nonviolenza, che non era affidata solo alla
tattica di  un partito e al momento di san Servolo, ma vive in uno strato
profondo, che deve organizzarsi e manifestarsi meglio. Il suo cammino, è
vero, deve essere una vera alternativa globale, ma è un cammino, non un
volo, non un colpo d'ala. Il voto, le coalizioni, i tentativi, il lavoro
quotidiano di ricerca-formazione-azione fanno parte del cammino.

Pensiamo ancora, insieme.

Ciao, Enrico



----- Original Message ----- 
From: "tiziano cardosi" <tcardosi at indire.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Tuesday, April 15, 2008 9:34 AM
Subject: [pace] elezioni elezioni. e domani?


> Spero di non esser fuori tema e di non far imbestialire nessuno. Prego
> il moderatore di dirmelo. Ma mi pare che non si possa tacere del
> disastro della sinistra se si vuol lottare per la pace.
> Non voglio rientrare nella polemica voto/nonvoto, ma credo che accusare
> del disastro chi non ha votato arcobaleno questa volta sia miope: si
> sbagliano le causa con l'effetto. Il disastro della sinistra è stato
> solo sancito da queste elezioni; il disastro risale a molto prima,
> risale alla scelta di non essere sinistra alternativa, ma interna a
> questo sistema che ha guerra, ingiustizia, distruzione della sua
> costituzione. Se vogliamo la "pace" è certamente necessario uno sforzo
> personale e di coscienza, ma è altrettanto indispensabile che le scelte
> politiche siano conseguenti.
> Ieri sera ho acceso un po' la TV per vedere a che punto si era. Su la7
> hanno chiesto a Bossi il perché della sua grande vittoria. Ha risposto:
> "Abbiamo vinto per i gravi errori della sinistra: hanno promesso il voto
> agli immigrati, cosa di cui non frega nulla a nessuno, ma ai lavoratori
> hanno scippato il tfr e spolpato ancora le pensioni. Il proletariato (ha
> proprio detto proletariato!) ha preferito noi". Mi pare una analisi un
> po' rozza e razzista, ma efficace.
>
> Ma c'è un'altra cosa che mi sta facendo pensare molto come amico della
> nonviolenza. Camillo Coppola ha postato un messaggio molto polemico di
> soccorsopopolare. C'è un punto che vorrei rimarcare:
>
> "Oggi più che mai
> si capisce quale follia, quale strada demente sia quella imboccata non
> a caso a san Servolo ( l'antico manicomio di Venezia dove Bertinotti e
> il movimento hanno alzato la bandiera arcobaleno della nonviolenza per
> gli sfruttati e gli oppressi  nel bel mezzo di una bastonatura generale
> nei loro confronti)"
>
> A san Servolo ci andai, ne fui contento, speravo in un percorso di
> crescita, speravo che quella scelta fosse una riflessione seria sugli
> errori della sinistra novecentesca (quella che ha portato agli
> stalinismi, cioè alla fine della sinistra reale). Invece fu una scelta
> di "moderazione"; si scelse la "non violenza", il solo rifiuto della
> violenza dimenticando la parte positiva, quella che pretende
> partecipazione diretta degli esseri umani alle lotte, alle scelte, alla
> vita collettiva; in una parola l'omnicrazia. Si fece una scelta solo
> culturale della nonviolenza, dimenticandone la valenza e la
> rivoluzionaria portata politica.
> Il dopo ha dimostrato tutto questo. Nella mia città sono rimasto sempre
> vicino ai partiti di sinistra, ho visto come i dirigenti hanno
> privilegiato, sia a livello locale che nazionale, scelte calate
> dall'alto in conflitto con i desiderata della base. Non a caso è da
> Firenze che è partita la fronda dissidente di Rifondazione. Sui motivi
> di questa scelta ci saranno, ci dovranno essere, riflessioni per capire
> perché questo è successo, ma non è questo il momento.
> Quel che mi fa paura adesso è che la condanna di questa sinistra insulsa
> è anche la condanna della nonviolenza. La frana di questa castettina
> politica rischia di trascinare con sé anche tutta la ricchezza che
> potrebbe essere il metodo e il pensiero nonviolento. Subito dopo il voto
> si parla già di "follia della nonviolenza"!
> La cosa mi fa davvero paura per due motivi: il primo è che si rischia di
> tornare ad una sinistra machiavellica e bellicista, anche se ben
> intenzionata, anticamera sicura di un neostalinismo se arrivasse mai al
> potere; il secondo è che non potrà mai germogliare un nuovo modo di fare
> politica in cui  i programmi si costruiscono con le persone, con donne e
> uomini, che vivono nella collettività; insomma il rischio è che muoia la
> nonviolenza o che finisca imbalsamata (sempre morta comunque) come
> cammeo sul petto di vuol sembrare un politico per bene ed educato.
> Pontara nel suo ultimo libro (l'antibarbarie) è molto lucido e chiaro:
> ci sono molti elementi che fanno presagire l'avvento di un neonazismo
> (dico "neonazismo"!). Propone come unico e ultimo antidoto la
> nonviolenza. Credo abbia ragione. La risposta novecentesca ai cataclismi
> del capitalismo è stata la nascita di un blocco che ha assunto troppi
> elementi del sistema che voleva combattere, per esempio l'accettazione
> della guerra e dei metodi di dominio dell'oligarchia borghese.
> Mi preoccupa molto che chi rimane a sinistra non faccia e non voglia
> fare una riflessione su questo passato e che si ripropongano le stesse
> parole d'ordine come se lo stalinismo non fosse mai esistito.
> Mi preoccupa molto anche l'insipienza di noi nonviolenti che al massimo
> ci limitiamo a "voler portare i nostri contenuti nelle istituzioni".
> Davanti all'emergenza che abbiamo dovremmo drizzare la schiena e essere
> coscienti che la nonviolenza, la lotta con e per la verità, con e per la
> giustizia sono l'unico antidoto contro la barbarie che è già arrivata e
> sta dilagando. Per ora solo culturalmente e con accenni di disastro
> sociale, ma credo di non sbagliare prevedendo che l'attuale
> ineguaglianza è nulla in confronto a quello che si sta preparando.
> In questa lista credo siano pochi quelli che non arrivano alla terza
> settimana (io ci arrivo ancora) e questo forse non ci fa percepire bene
> il baratro su cui siamo affacciati: sociale e ambientale. L'aumento del
> prezzo di riso e grano è provocato anche da problemi ambientali, ma
> soprattutto dalla speculazione che forza sulla leva dei prezzi
> investendo in futures sui cereali, dopo aver fatto tanti disastri con i
> subprime. Intere nazioni stanno scoppiando dalla fame, si preparano
> migrazioni di massa che nessuno, nemmeno le portaerei o Bossi,
> fermeranno. O abbiamo la forza di dire che il mercato non regola nulla,
> ma che desertifica terra e umanità, o non serviamo a nulla. O abbiamo la
> forza di proporre alternative economiche, politiche a questo inferno o
> siamo condannati a morire come servi sciocchi.
> Credo sia un momento cruciale della storia del nostro paese e del mondo.
> O sappiamo proporre la nonviolenza come antidoto, come ALTERNATIVA al
> sistema, o moriremo tutti assieme come stolti.
> Forse mi sbaglio? Non so, questo è quello che penso e sento.
> Un saluto
> TC
>
> camillo.coppola at tin.it ha scritto:
> > 2) Quelli che stavolta non si sono turati
> > il naso siamo noi  "estremisti" che ci siamo stufati di farci prendere
> > per i fondelli da una serie di opportunisti che hanno gettato ogni
> > tradizione di resistenza e di lotta del movimento operaio alle ortiche,
> > che hanno gettato via le bandiere rosse, la falce e martello, ogni
> > riferimento al socialismo e al comunismo ( dichiarati correnti
> > culturali). Non siamo andati a votare tout court, lo abbiamo detto e lo
> > abbiamo fatto E adesso proclamiamo e gridiamo: voi arlecchini che avete
> > portato la sinistra allo sfacelo che avete annacquato e controllato la
> > spinta di Genova, che avete portato tutta la battaglia sul piano
> > parlamentare, che avete alzato le mani e innalzato la non violenza a
> > credo assoluto a insegna mentre l'avversario ci martella violento, voi,
> > andatevene fuori dalle palle. Non il solo scandaloso Bertinotti ma
> > tutti voi portaborse dovete tirarvi da parte. E comunque niente cari
> > saluti a Bertinotti che vergognosamente se la batte dopo aver condotto
> > un bel pezzo di sinistra all'abiura e alla catastrofe. Oggi più che mai
> > si capisce quale follia, quale strada demente sia quella imboccata non
> > a caso a san Servolo ( l'antico manicomio di Venezia dove Bertinotti e
> > il movimento hanno alzato la bandiera arcobaleno della nonviolenza per
> > gli sfruttati e gli oppressi  nel bel mezzo di una bastonatura generale
> > nei loro confronti)
> >
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