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elezioni elezioni. e domani?
- Subject: elezioni elezioni. e domani?
- From: tiziano cardosi <tcardosi at indire.it>
- Date: Tue, 15 Apr 2008 09:34:09 +0200
Spero di non esser fuori tema e di non far imbestialire nessuno. Prego il moderatore di dirmelo. Ma mi pare che non si possa tacere del disastro della sinistra se si vuol lottare per la pace. Non voglio rientrare nella polemica voto/nonvoto, ma credo che accusare del disastro chi non ha votato arcobaleno questa volta sia miope: si sbagliano le causa con l'effetto. Il disastro della sinistra è stato solo sancito da queste elezioni; il disastro risale a molto prima, risale alla scelta di non essere sinistra alternativa, ma interna a questo sistema che ha guerra, ingiustizia, distruzione della sua costituzione. Se vogliamo la "pace" è certamente necessario uno sforzo personale e di coscienza, ma è altrettanto indispensabile che le scelte politiche siano conseguenti. Ieri sera ho acceso un po' la TV per vedere a che punto si era. Su la7 hanno chiesto a Bossi il perché della sua grande vittoria. Ha risposto: "Abbiamo vinto per i gravi errori della sinistra: hanno promesso il voto agli immigrati, cosa di cui non frega nulla a nessuno, ma ai lavoratori hanno scippato il tfr e spolpato ancora le pensioni. Il proletariato (ha proprio detto proletariato!) ha preferito noi". Mi pare una analisi un po' rozza e razzista, ma efficace.
Ma c'è un'altra cosa che mi sta facendo pensare molto come amico della nonviolenza. Camillo Coppola ha postato un messaggio molto polemico di soccorsopopolare. C'è un punto che vorrei rimarcare:
"Oggi più che mai si capisce quale follia, quale strada demente sia quella imboccata non a caso a san Servolo ( l'antico manicomio di Venezia dove Bertinotti e il movimento hanno alzato la bandiera arcobaleno della nonviolenza per gli sfruttati e gli oppressi nel bel mezzo di una bastonatura generale nei loro confronti)"
A san Servolo ci andai, ne fui contento, speravo in un percorso di crescita, speravo che quella scelta fosse una riflessione seria sugli errori della sinistra novecentesca (quella che ha portato agli stalinismi, cioè alla fine della sinistra reale). Invece fu una scelta di "moderazione"; si scelse la "non violenza", il solo rifiuto della violenza dimenticando la parte positiva, quella che pretende partecipazione diretta degli esseri umani alle lotte, alle scelte, alla vita collettiva; in una parola l'omnicrazia. Si fece una scelta solo culturale della nonviolenza, dimenticandone la valenza e la rivoluzionaria portata politica. Il dopo ha dimostrato tutto questo. Nella mia città sono rimasto sempre vicino ai partiti di sinistra, ho visto come i dirigenti hanno privilegiato, sia a livello locale che nazionale, scelte calate dall'alto in conflitto con i desiderata della base. Non a caso è da Firenze che è partita la fronda dissidente di Rifondazione. Sui motivi di questa scelta ci saranno, ci dovranno essere, riflessioni per capire perché questo è successo, ma non è questo il momento. Quel che mi fa paura adesso è che la condanna di questa sinistra insulsa è anche la condanna della nonviolenza. La frana di questa castettina politica rischia di trascinare con sé anche tutta la ricchezza che potrebbe essere il metodo e il pensiero nonviolento. Subito dopo il voto si parla già di "follia della nonviolenza"! La cosa mi fa davvero paura per due motivi: il primo è che si rischia di tornare ad una sinistra machiavellica e bellicista, anche se ben intenzionata, anticamera sicura di un neostalinismo se arrivasse mai al potere; il secondo è che non potrà mai germogliare un nuovo modo di fare politica in cui i programmi si costruiscono con le persone, con donne e uomini, che vivono nella collettività; insomma il rischio è che muoia la nonviolenza o che finisca imbalsamata (sempre morta comunque) come cammeo sul petto di vuol sembrare un politico per bene ed educato. Pontara nel suo ultimo libro (l'antibarbarie) è molto lucido e chiaro: ci sono molti elementi che fanno presagire l'avvento di un neonazismo (dico "neonazismo"!). Propone come unico e ultimo antidoto la nonviolenza. Credo abbia ragione. La risposta novecentesca ai cataclismi del capitalismo è stata la nascita di un blocco che ha assunto troppi elementi del sistema che voleva combattere, per esempio l'accettazione della guerra e dei metodi di dominio dell'oligarchia borghese. Mi preoccupa molto che chi rimane a sinistra non faccia e non voglia fare una riflessione su questo passato e che si ripropongano le stesse parole d'ordine come se lo stalinismo non fosse mai esistito. Mi preoccupa molto anche l'insipienza di noi nonviolenti che al massimo ci limitiamo a "voler portare i nostri contenuti nelle istituzioni". Davanti all'emergenza che abbiamo dovremmo drizzare la schiena e essere coscienti che la nonviolenza, la lotta con e per la verità, con e per la giustizia sono l'unico antidoto contro la barbarie che è già arrivata e sta dilagando. Per ora solo culturalmente e con accenni di disastro sociale, ma credo di non sbagliare prevedendo che l'attuale ineguaglianza è nulla in confronto a quello che si sta preparando. In questa lista credo siano pochi quelli che non arrivano alla terza settimana (io ci arrivo ancora) e questo forse non ci fa percepire bene il baratro su cui siamo affacciati: sociale e ambientale. L'aumento del prezzo di riso e grano è provocato anche da problemi ambientali, ma soprattutto dalla speculazione che forza sulla leva dei prezzi investendo in futures sui cereali, dopo aver fatto tanti disastri con i subprime. Intere nazioni stanno scoppiando dalla fame, si preparano migrazioni di massa che nessuno, nemmeno le portaerei o Bossi, fermeranno. O abbiamo la forza di dire che il mercato non regola nulla, ma che desertifica terra e umanità, o non serviamo a nulla. O abbiamo la forza di proporre alternative economiche, politiche a questo inferno o siamo condannati a morire come servi sciocchi. Credo sia un momento cruciale della storia del nostro paese e del mondo. O sappiamo proporre la nonviolenza come antidoto, come ALTERNATIVA al sistema, o moriremo tutti assieme come stolti.
Forse mi sbaglio? Non so, questo è quello che penso e sento. Un saluto TC camillo.coppola at tin.it ha scritto:
2) Quelli che stavolta non si sono turati il naso siamo noi "estremisti" che ci siamo stufati di farci prendere per i fondelli da una serie di opportunisti che hanno gettato ogni tradizione di resistenza e di lotta del movimento operaio alle ortiche, che hanno gettato via le bandiere rosse, la falce e martello, ogni riferimento al socialismo e al comunismo ( dichiarati correnti culturali). Non siamo andati a votare tout court, lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto E adesso proclamiamo e gridiamo: voi arlecchini che avete portato la sinistra allo sfacelo che avete annacquato e controllato la spinta di Genova, che avete portato tutta la battaglia sul piano parlamentare, che avete alzato le mani e innalzato la non violenza a credo assoluto a insegna mentre l'avversario ci martella violento, voi, andatevene fuori dalle palle. Non il solo scandaloso Bertinotti ma tutti voi portaborse dovete tirarvi da parte. E comunque niente cari saluti a Bertinotti che vergognosamente se la batte dopo aver condotto un bel pezzo di sinistra all'abiura e alla catastrofe. Oggi più che mai si capisce quale follia, quale strada demente sia quella imboccata non a caso a san Servolo ( l'antico manicomio di Venezia dove Bertinotti e il movimento hanno alzato la bandiera arcobaleno della nonviolenza per gli sfruttati e gli oppressi nel bel mezzo di una bastonatura generale nei loro confronti)
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