Morto un altro militare italiano in Afghanistan. I no War: “Ritirate subito le truppe dai fronti di guerra”
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- From: Roberto Vignoli <rvignoli at gmail.com>
- Date: Wed, 13 Feb 2008 17:34:04 +0100
Morto un altro
militare italiano in Afghanistan. I no War: “Ritirate subito le truppe
dai fronti di guerra” RCA. 13/2/08. Roma.
“L’uccisione di un altro militare italiano sul fronte di guerra in
Afghanistan (sono ormai tredici i soldati uccisi in questi anni),
conferma la validità della richiesta del ritiro immediato delle truppe
italiane dall’Afghanistan e dagli altri teatri di conflitto” è quanto
sostengono in un appello gli attivisti No War organizzatisi – dopo la
manifestazione del 9 giugno – in un Patto permanente contro la guerra
di cui fanno parte Cobas, Sinistra Critica, Rete dei Comunisti, Action,
il Pcl di Ferrando, i centri sociali del Nord est, le RdB/CUB, la Rete
28 aprile della Cgil, la rete Disarmiamoli ed
altre associazioni. Il Patto permanente contro la guerra chiede di
votare contro il decreto di rifinanziamento in blocco “Sul carattere
colonialista delle missioni militari italiane all’estero già il la
nostra assemblea nazionale del 27 gennaio ha chiarito che non sono
accettabili né credibili distinguo sulle missioni”. Il giudizio sulle
missioni italiane all’estero è severo “Le denunce di Peacereporter
confermano non solo che le truppe italiane sono impegnate in
combattimenti in Afghanistan ma che i soldati italiani si sono resi
responsabili di vittime anche tra i civili. Nei Balcani la partenza
ormai prossima di un nuovo contingente militare italiano nel quadro
della Missione Europea (che3 si aggiunge a quelli già presenti da nove
anni sul terreno), andrà a tutelare militarmente la secessione del
Kosovo così come richiesta dalla ridefinizione della mappa geopolitica
della regione auspicata dagli USA e dalle potenze dell’Unione Europee.
In Libano la situazione peggiora settimana dopo settimana”. Il Patto
permanente contro la guerra chiama dunque tutte le reti, le
associazioni e le organizzazioni “protagoniste della mobilitazione di
questi mesi (inclusa quella pienamente riuscita dello scorso 26
gennaio) all’iniziativa sotto il parlamento contro il decreto che
rifinanzia le missioni militari all’estero. (MS). (segue) RCA. 13/02/08. Roma.
(segue) La decisione dei partiti della Sinistra Arcobaleno di votare no
al decreto che rifinanzia la missione militare in Afghanistan, non
entusiasma gli attivisti No War del 9 giugno. “Avrebbero dovuto votare
contro nel luglio 2006 o a marzo del 2007” dice Sergio Cararo “in
quelle occasioni si poteva mettere concretamente in crisi la
partecipazione italiana alla guerra permanente in Afghanistan e sugli
altri fronti di guerra. La capriola che fanno oggi PRC, Verdi, PdCI ha
il forte profumo di opportunismo a fini elettorali” Duro anche il giudizio di
Walter Lorenzi della rete Disarmiamoli “La responsabilità politica
della morte dei militari italiani e delle migliaia di civili di questi
ultimi due anni di guerra ricade sui partiti, sui singoli senatori e
deputati che nel 2006 e nel 2007 hanno votato a favore del
rifinanziamento di tutte le cosiddette “missioni di pace”. Analogo il
giudizio della Rete Disarmiamoli che in un comunicato sottolinea che
“Non sarà certo un’ennesima capriola pre elettorale, tanto meno un
tardivo distinguo sulla sola missione afgana a salvare un ceto politico
direttamente compromesso con la politica militarista e neo colonialista
del decaduto governo Prodi”. Dunque ancora niente segnali di pace tra i
movimenti No War che il 9 giugno sfidarono gli stati maggiori dei
partiti della sinistra manifestando in migliaia per conto loro e
relegando i partiti in una manifestazione assai poco partecipata a
Piazza del Popolo. |
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