Re: [pace] DIVIETO DI ABORTO - Il Vaticano, niente più soldi ad Amnesty




Anch'io ho delle domande in testa, e nonostante le continui a fare non ho trovato risposte che mi soddisfino... Provo un po' ad elencarle.
Che senso ha Amnesty, che è un'organizzazione che fa un lavoro straordinario a difesa dei diritti umani, abbia scelto di chiedere il riconoscimento del diritto all'aborto? Vuol dire chiedere che ci sia il diritto di togliere la vita ad altro un essere umano... Con che coerenza un'associazione può continuare ad operare per i diritti umani quando poi in certi casi prende posizione contro il diritto umano fondamentale, che è quello di poter continuare a vivere? Non è uno stravolgere il senso stesso dell'impegno di Amnesty? Ce la farà poi domani a denunciare le continue pressioni sulle donne per abortire che avvengono in diversi paesi del mondo nei cosiddetti 'programmi di riduzione delle nascite', una volta stabilito che l'aborto è un diritto?
Ancora: perché oggi la nostra società si riempie la bocca di belle parole sui diritti dei disabili, ma poi quando salta fuori una malformazione prima della nascita non c'è nessuno che aiuti i genitori a capire di cosa effettivamente si tratta e a mettersi in relazione con il loro figlio, in modo da poterlo accogliere già dal grembo materno? Perché invece attorno a loro trovano solo chi propone di abortire? Non è una contraddizione continuare a parlare di accoglienza dei disabili e poi proporre a una donna di far fuori il suo bambino non ancora nato per il solo fatto che è down (come osservava anche Livia Turco pochi mesi fa)?
Perché a un atto violento e barbaro come uno stupro, bisogna che ne segua un'altro altrettanto violento come l'aborto, a una violazione di un diritto umano ne deve seguire un'altra? Ha chiesto lui (o lei) di essere concepito in quelle circostanze? E allora perché ci deve rimettere la vita, visto che con quell'atto non c'entra niente? Non ha lo stesso diritto di venire al mondo di tutti gli altri bambine/i?
Tutte queste domande sono appunto per porre dei dubbi, per provare a interrogarci insieme sul tema aborto, che è più complesso di certe facili semplificazioni che vedono solo un aspetto del problema; quando si parla di ivg, maternità difficile, vita nascente i protagonisti sono sempre (almeno) due, la mamma e il bambino, e occorre considerarli assieme, non separatamente, davvero in questa situazione ci sono due vite in gioco, sempre!
Perché poi nessuno parla dei traumi delle donne che hanno abortito, molte delle quali vivono poi con un profondo dolore che le accompagna per tutta la vita (compreso quelle che sono state costrette da altri ad abortire!) per la perdita del loro figlio? Alla nostra associazione continuano ad arrivare testimonanianze di donne che hanno avuto questa esperienza, parlano tutte di un dolore profondo, intenso, inconsolabile (all'estero ci sono anche dei siti pieni di queste testimoninanze di dolore, vedi ad es. www.vozvictimas.org)! Possibile che la nostra società giri sempre la testa dall'altra parte di fronte a queste sofferenze e non faccia nulla per prevenirle? Perché quando si parla dei diritti della donna nella nostra società non si parla mai del diritto a non abortire, diritto che è quotidianamente calpestato nei rapporti di coppia, sui posti di lavoro, nella mancanza di aiuti concreti da parte delle istituzioni...?
Scusate, come al solito sono controcorrente fino al midollo, ma non ce la faccio a tacere...
E un'ultima domanda...: ma qual è il legame tra la mail di Vincenzo e il tema della ML?
Saluti di pace (davvero!)
                                                        Andrea Mazzi




At 13.56 01/12/2007 +0100, you wrote:
http://www.vincenzocaldarola.blogspot.com/

"L'organizzazione è diventata abortista"

Con questa affermazione qualche mese fa il Cardinale Renato Martino, presidente del consiglio Giustizia e pace, ha liquidato un giornalista che lo interrogava sul perché della decisione da parte del Vaticano di voler interrompere qualsiasi aiuto finanziario ad Amnesty International, un’organizzazione che da decenni difende i diritti umani di tutto il mondo. La risposta è stata dura e non ha lasciato dubbi: «Tale decisione ricade su Amnesty per la sua scelta di considerare anche l’aborto un diritto fondamentale da tutelare».
Recentemente (nel febbraio di quest'anno) papa Ratzinger ha deciso che la Santa Sede non avrebbe firmato la convenzione dell'Onu sui diritti dei disabili, perché il documento contiene riferimenti espliciti alla possibilità di abortire nel caso di feti malformati. Ancora una volta pietra d'inciampo sono stati i paragrafi dedicati alla "salute riproduttiva". L'ambasciatore vaticano presso il Palazzo di Vetro ha respinto l'idea che una malformazione del feto possa essere considerata una "precondizione per offrire o ricorrere all'aborto".
Il divieto del Vaticano a dare aiuti finanziari alle organizzazioni umanitarie che estendono anche all’aborto i diritti fondamentali dell’uomo è stato imposto anche a tutti i cattolici del mondo. A questo punto mi vengono in mente una serie di domande: Io che sono cattolico perché dovrei rendermi complice di una simile scelleratezza da parte degli uomini della “dottrina morale” ? Perché dovrei essere complice della morte di migliaia di donne che non potranno portare a termine una gravidanza?  Perché dovrei essere complice della nascita di “vite già morte” come avviene per migliaia di neonati iracheni ad esempio che hanno subito gravi traumi per effetto dei bombardamenti americani? Perché dovrei essere complice dei traumi psicologici di migliaia di donne stuprate “nel nostro beato Occidente” che daranno la luce a un “uomo” non desiderato? Perché dovrei considerare l’aborto un peccato mortale per tutte quelle donne africane, dimenticate e abbandonate da tutto il mondo che ogni!
 
  giorno subiscono violenze sessuali a causa delle guerre tribali? Perche dovrei vedere il male nel caso di una figlia stuprata dal padre? Perche si vede il male dove non si dovrebbe?
Continuano a muoversi domande come sottili serpenti nella mia testa…ma ancora senza alcuna risposta.

Vincenzo Caldarola



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