264° ora in silenzio per la pace



Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Come la scorsa settimana, anche durante l'ora in silenzio di  domani (la
264°) sui gradini del palazzo ducale di Genova dalle 18 alle 19 verrà
promossa la partecipazione alla manifestazione che si terrà il prossimo
sabato, 9 giugno, a Roma, contro la visita in Italia del presidente Bush e
contro l'interventismo militare del governo Prodi.

Il treno per Roma partirà da Genova Principe il 9 giugno alle ore 8.42
Il prezzo del biglietto sarà tra i 30 ed i 40 euro.

Per informazioni e prenotazioni: <mailto:norma.b at libero.it>norma.b at libero.it
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9 giugno tutti a Roma No Bush-No War Day - ore 15 piazza Esedra
Contro la guerra globale permanente di Bush
contro l'interventismo militare del governo Prodi.

Il presidente Usa, George Bush verrà in Italia il 9 giugno, su invito del
governo Prodi per ribadire in questo modo la convinta alleanza militare e
politica dell´Italia con gli Stati Uniti. Oggi il presidente Bush ha contro
la maggioranza del popolo degli Stati Uniti ma mantiene l'appoggio delle
lobbies militari, petrolifere e dell´industria delle armi.

Bush è l´estremo interprete della volontà di egemonia mondiale delle classi
dominanti statunitensi, volontà che porta da decenni gli USA,
indipendentemente dall´alternanza dei governi, ad intervenire militarmente
ovunque, con truppe, colpi di stato, stragi e attentati.
Questa volontà di dominio, che fa della guerra una vera e propria strategia
politica con la capacità di esportare conflitti dall´Africa all´Asia,
dall´America latina alla stessa Europa (Balcani), produce sudditanza
politica e culturale.
In Italia la destra considera Bush il proprio punto di riferimento ma anche
il governo Prodi, eletto grazie anche ai voti del movimento no-war "senza
se e senza ma", è orgoglioso dell´alleanza con tale amministrazione e si
prepara a ricevere in pompa magna il presidente Usa a Roma.
Questa subordinazione caratterizza anche l´organica politica di intervento
militare che il governo Prodi sta praticando, sia pure nella versione
"multilaterale", cioè "concertata" con le altre potenze. Un´internità alla
logica della guerra che spinge a mantenere le truppe in Afghanistan, che ha
aumentato vistosamente le spese militari (+13% nella Finanziaria), che
vuole imporre a popolazioni unite nell´opposizione, nuove basi militari
come a Vicenza (ma anche a Cameri e in altri luoghi in via di ampliamento),
che partecipa alla costruzione di micidiali armi come l´aereo da guerra F35
o lo Scudo missilistico, e conserva le bombe atomiche disseminate nel
nostro territorio, come a Ghedi e Aviano.
E´ questa subordinazione, politica e culturale, che ha abbandonato una
delle esperienza più limpide del pacifismo italiano, quella di Emergency,
tradita e sacrificata al governo Kharzai e ai suoi servizi segreti che
detengono illecitamente Rahmatullah Hanefi.
Ma la guerra è guerra indipendentemente dalle bandiere usate per condurla e
va ripudiata, come il militarismo governativo, che ha riconfermato o
promosso le missioni belliche.
Per questo, come tanti e tante in tutto il pianeta e in mille forme, ci
prepariamo ad accogliere Bush come si accoglie un vero e proprio
guerrafondaio.
Lo facciamo per i torturati di Guantanamo, per i bruciati vivi di Falluja,
per i deportati, per quelli rinchiusi nei campi di concentramento in mezzo
mondo. Ma lo facciamo anche per dire che esiste un´altra Italia.
Un´Italia che vive già in un altro mondo possibile e concreto. E´ quella
dei movimenti che si battono contro le basi militari, contro la
devastazione ambientale, per i diritti sociali, contro i cpt. Che si batte
contro la privatizzazione dell´acqua e la rapina dei beni comuni, contro le
spese militari e il riarmo globale.
Il 9 giugno quindi è un giorno importante per la ripresa del cammino del
movimento no war nel nostro paese.
Vogliamo il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra,
Afghanistan in primis, la chiusura delle basi militari USA e NATO, la
restituzione di quei luoghi alle popolazioni per usi civili, per giungere
all´uscita dell´Italia dalle alleanze militari.
Esigiamo la rimozione dal territorio nazionale degli ordigni nucleari e
delle armi di distruzione di massa.
Diciamo basta alle spese militari, rifiutando lo Scudo missilistico e i
nuovi aerei da guerra, affinché le decine di miliardi di euro vengano usati
per la scuola e la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il
miglioramento ambientale, per il lavoro e il sistema previdenziale pubblico.
Pretendiamo che il governo Prodi ottenga l´immediata liberazione di Hanefi
e restituisca ad Emergency il suo ruolo meritorio in Afghanistan.
Proponiamo che la mobilitazione del movimento no-war - che ha già tre tappe
importanti: la manifestazione contro la progettata base militare a Novara
il 19 maggio oltre a quelle di Aviano e Sigonella; le Carovane contro la
guerra, che arriveranno a Roma il 2 giugno per protestare contro la parata
militare sui Fori Imperiali; la mobilitazione europea contro il G8 di
Rostock-Heiligendamm - culmini il 9 giugno una grande mobilitazione
popolare a Roma che faccia sentire a Bush e Prodi l´avversione nei
confronti delle guerre e delle corse agli armamenti, che DICHIARI IL
PRESIDENTE USA OSPITE NON GRADITO e faccia sentire a Prodi il ripudio della
guerra e del militarismo. Così come recital´articolo 11 della Costituzione.
Ci uniamo alla popolazione di Vicenza per ribadire a Bush la più chiara
determinazione e la più netta opposizione possibile a non consentire la
costruzione della base Dal Molin.
Inoltre lanciamo fin da subito la campagna perché sia garantita la
possibilità a tutti coloro che vorranno manifestare di raggiungere Roma in
treno. Invitiamo tutti a Roma, il 18 maggio alle ore 16,30 presso la
facoltà di Lettere dell'Università di Roma per discutere di questo appello
e preparare insieme una mobilitazione e un grande corteo popolare per il 9
giugno.
Associazioni, reti
Action-diritti in movimento, Associazione Sinistra Critica,
Bastaguerra-Roma, Circolo Arci Agorà-Pisa, Campagna per la
smilitarizzazione di Sigonella, Confederazione Cobas, Confederazione
Unitaria di Base, Coordinamento Collettivi universitari La Sapienza,
Collettivi universitari Roma 3, Collettivo studentesco T. Muntzer-To,
Comunità resistente delle Marche, Disarmiamoli, Donne in Nero-Tuscia, Forum
Palestina, Global Meeting Network (cso pedro – padova, cso rivolta –
marghera, cso morion – venezia, capannone sociale – vicenza, s.o.a. arcadia
– schio, cantieri di montecioRock – vicenza, ubik lab– treviso, cso bruno –
trento, rete studenti – trento, cso crocevia alessandria, csoa gabrio -
torino, cso terra di nessuno – genova, cso cantiere – milano, casa loca –
milano, cs tpo – bologna, lab.occ. paz – rimini, cs fuoricontrollo –
monselice, s.p.a.m. – parma, lab. aq16 – reggio emilia, rete degli spazi
sociali – venezia giulia, esc atelier occupato – roma, astra19 – roma, lab.
insurgencia – napoli, lab. diana – salerno, Movimento antagonista toscano,
Ass. difesa lavoratori, tutte le sedi di YaBasta ) I Corvi, Laboratorio di
resistenza alla guerra, Laboratorio studentesco di Salerno, Mondo senza
guerre, Officina comunista, Partito comunista dei lavoratori, Partito
Umanista, Rivista Erre, Rete dei Comunisti, UniRiot (Roma, Napoli, Bologna,
Torino)