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LETTERA SULLE CONDIZIONI DI SALUTE DI ABDULLAH OCALAN
- Subject: LETTERA SULLE CONDIZIONI DI SALUTE DI ABDULLAH OCALAN
- From: Associazione per la Pace <assopace.nazionale at assopace.org>
- Date: Fri, 25 May 2007 23:44:15 +0200
Lettera
in risposta all'interrogazione scritta del 21 marzo 2007 presentata da
Luisa Morgantini (GUE/NGL), Vittorio Agnoletto (GUE/NGL), Vincenzo Aita
(GUE/NGL), Giusto Catania (GUE -NGL), Roberto Musacchio ( GUE -NGL)
sulle
Condizioni di salute di Abdullah Ocalan nella prigione di Imrali
(Turchia)
Roma, 25 maggio 2007
Lo scorso 21 marzo, come deputati
PRC (Gruppo Gue/NGL) al Parlamento Europeo avevamo chiesto con
un'interrogazione scritta alla Commissione Europea se non ritenesse
opportuno istituire una commissione internazionale di inchiesta per
verificare lo stato di salute di Abdullah Ocalan e di esplicitare
inoltre quali pressioni intendesse esercitare sul Governo turco per
ottenere garanzie sullo stato di salute del leader curdo.
La nostra interrogazione si basa sui risultati dell'inchiesta avviata dai legali di Abdullah Ocalan che da tempo denunciano che il leader curdo soffre di una grave forma di avvelenamento dovuta a sostanze tossiche, denuncia comprovata anche da alcune analisi effettuate da un autorevole laboratorio medico francese su un campione di capelli del leader curdo, su cui era stata rilevata una presenza eccessiva di alcune sostanze chimiche, in particolare cromo e stronzio. La Commissione Europea, nella
risposta del 10 maggio 2007 del Commissario UE all'allargamento, Olli
Rehn, si è limitata a riportare l'esito dell'inchiesta condotta dalle
autorità turche e in particolare del procuratore generale di Bursa e
dell'Istituto di medicina legale di Istanbul, che considera falsi i
risultati dell'inchiesta dei legali del presidente Ocalan, senza
accennare minimamente alla richiesta di sostenere la formazione di una
Commissione di medici indipendenti.
Questa risposta non è accettabile
e non fa giustizia.
Consideriamo, infatti, come già richiesto da migliaia di curdi che vivono in Europa, da centinaia di loro che sono in sciopero della fame e delle centomila persone che hanno firmato la petizione consegnata al Consiglio d' Europa e alla sua Commissione per la Prevenzione della Tortura (CPT), fondamentale che le conclusioni dell'inchiesta promossa dai legali di Abdullah Ocalan sull'avvelenamento del leader curdo, vengano confermate o smentite da una commissione indipendente di medici, come già richiesto. La Commissione Europea non ha neanche risposto alla nostra richiesta di condannare il fatto che Abdullah Ocalan, condannato alla pena di morte il 26 giugno 1999, sentenza confermata in appello e commutata in ergastolo il 21 novembre 2002, non possa incontrare liberamente i suoi avvocati né la sua famiglia, vivendo in condizioni di trattamento inumano e degradante come testimoniato dai suoi legali. Elementi positivi, anche se non
sufficienti, sono stati forniti nella risposta del Commissario quando
ha considerato una priorità per la Commissione, nei nogoziati con la
Turchia, che le prigioni civili e militari in Turchia siano aperte ai
controlli indipendenti
Ci auguriamo che la Commissione e
il Consiglio rivedano la loro posizioni riguardo ad Abdullah Ocalan e
continuino a fare pressioni sul Governo turco affinché il protocollo
opzionale della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite, già
sottoscritto dalla Turchia il 14 settembre 2005, venga rispettato e
applicato, accelerando i tempi per la creazione di un meccanismo
indipendente per il controllo delle prigioni turche, priorità
fondamentale per l'adesione della Turchia all'Unione Europea.
Luisa Morgantini – Vice Presidente Parlamento Europeo, GUE/NGL Vittorio Agnoletto – MEP, GUE/NGL Vincenzo Aita – MEP, GUE/NGL Giusto Catania – MEP, GUE/NGL Roberto Musacchio – MEP, GUE/NGL |
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