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George W. Bush, May 1st 2003: "Mission Accomplished"
- Subject: George W. Bush, May 1st 2003: "Mission Accomplished"
- From: Aldo GARUTI <garut at email.it>
- Date: Wed, 2 May 2007 09:54:27 +0200
Il 30 aprile 1975 (32 anni fa) si concludeva la Guerra del Vietnam, iniziata anche quella con una menzogna (il preteso attacco di un'imbarcazione militare USA di pattuglia nel Golfo del Tonchino). Il governo di Lyndon Jonson usò la scusa di sempre: un piccolo e lontano Paese era giudicato una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. Vi perirono 58.000 soldati americani e 303.654 rimasero feriti, oltre a provocare più di 2 milioni di vittime fra i vietnamiti, 3 milioni di feriti e centinaia di migliaia di bambini rimasti orfani. 50 miliardi di dollari fu il costo di quell'impresa finita, com'è noto, con la fuga precipitosa dell'esercito aggressore, il più potente della Terra. Infatti, non furono sufficienti i bombardieri B-52, F-103 e F-104, né il napalm ed altre terribili armi di distruzioni di massa per frenare la determinazione del popolo vietnamita, deciso a riunificare tutto il Paese dopo la fine del dominio coloniale francese. La guerra del Vietnam è ancora una ferita aperta nella coscienza del popolo americano. Le atrocità commesse dalle stesse proprie truppe sono state persino riprese nella produzione cinematografica nazionale. La foto della bimba che corre nuda con il suo piccolo corpo sofferente per le bruciature prodotte dal napalm è diventata un emblema del degrado dei valori morali degli aggressori. La Storia sembra, però, non aver insegnato molto al governo degli Stati Uniti. Il 20 marzo 2003 inizia l'avventura bellica in Iraq. Sono seguiti 4 anni di massacri di cui è quasi impossibile tenere i conti. La censura militare statunitense impedisce il conteggio esatto dei morti iracheni ("We don't do body counts" - General Tommy Franks, US Central Command). Le cifre riguardanti le vittime del conflitto ricavate dai resoconti pubblicati dai mezzi d'informazione online sono dell'ordine di oltre 650.000 vittime. Prima dell'invasione, nell'Iraq non esisteva fondamentalismo religioso. Anzi, da questo punto di vista, il regime di Saddam Hussein era uno fra i più laici ed aperti tra i Paesi arabi, con un Ministro degli Esteri, Tarek Aziz, addirittura, cristiano. Non è mai stato dimostrato alcun coinvolgimento dell'Iraq in atti di terrorismo internazionale. Al Qaeda non era ancora nemmeno presente. Delle presunte armi di distruzioni di massa è ormai già nota la storia. Il 1° maggio 2003 (esattamente 4 anni fa) il Comandante in Capo George W. Bush, nel suo ormai famoso discorso ai marinai sul ponte della portaerei USS Lincoln, dichiarava: "Mission Accomplished" (Missione compiuta). Oggi come ieri, il governo del Paese più ricco e potente del mondo ha sempre più difficoltà a giustificare di fronte al suo stesso popolo i motivi e le cause che hanno provocato l'invio del suo esercito, con le portaerei e gli aeroplani per invadere e bombardare altri Paesi. Ora, persino nel Congresso USA si ammette la sconfitta militare, oltre che politica, della sua Amministrazione. Di nuovo incombe lo spettro del Vietnam. Nella Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, del 4 luglio 1776, si proclama solennemente il diritto di ogni popolo all'autodeterminazione. Mr. President: prima che metta in pratica questo sacrosanto principio, quante morti innocenti dovrà ancora piangere l'umanità, per l'arroganza imperiale? A.G. ****************************************************************************************************************** La via per Chou: una leggenda cinese di Edward Goldsmith Dopo la caduta della dinastia Han, vi fu in Cina un secolo d'instabilità chiamato "il periodo degli stati in guerra", nel quale il paese rimase diviso in molti stati indipendenti spesso in guerra fra loro. Il più importante era il regno di Wei, governato a lungo da un potente re Tsao Tsao che si faceva chiamare l'"Imperatore", perché rivendicava la sua sovranità sull'intera Cina. Il suo primo ministro, Ki Leang, era un uomo saggio e retto impegnato soprattutto a mantenere la pace e farne apprezzare i benefici a un popolo che poteva così diventare sempre più civile. Un giorno partì per un viaggio, ma dopo poche giornate di cammino fu raggiunto da un messo con la notizia che l'Imperatore aveva improvvisamente deciso di invadere il vicino regno di Han Tan. Ki Leang ritornò immediatamente alla capitale per la via più breve. Quando fu alla presenza dell'Imperatore raccontò la storia seguente: "Maestà, oggi, quando sono arrivato alle mura della città ho visto una carrozza che prendeva la via del nord verso Min-Li. Senza ombra di dubbio era la più bella carrozza che avessi mai visto, costruita in ebano, intarsiata con pietre semipreziose lavorate in disegni di una delicatezza che solo i nostri maestri artigiani sono capaci di fare. Nel chiarore dell'alba sembrava una strana apparizione dal mondo degli spiriti. Ma, Maestà, anche i cavalli che la tiravano erano impressionanti: sei magnifici stalloni bianchi, animali alti ed eleganti con corpi dalle forme meravigliose. E mi sono fermato per un po', affascinato dallo spettacolo straordinario, quando ad un tratto la carrozza si fermò. La occupava un uomo distinto che parlava come se fosse abituato ad essere trattato col massimo rispetto. Si affacciò al finestrino e mi chiese quanto distava la città di Chou. Risposi: 'La città di Chou è a 200 miglia a sud, ma voi state andando dalla parte opposta'. Il viaggiatore non sembrò per nulla turbato da quello che avevo detto e replicò: 'Ciò non ha nessuna importanza: ho i migliori cavalli di tutta la Cina'. Ripetei: 'Ma Chou è a sud e state andando a nord'. 'Sì' replicò il viaggiatore, sempre imperturbabile, 'ma il mio cocchiere è il più abile di tutto il regno di Wei'. 'Non lo metto in dubbio,' risposi, 'ma state andando dalla parte opposta'. 'AhŠ', rispose il viaggiatore con la solita mancanza d'interesse, 'Ma ho scorte illimitate per un viaggio lunghissimo'. Replicai: 'Se andate a nord, più sono buoni i vostri cavalli, più abile il cocchiere e più abbondanti le vostre scorte, e più servono solo ad aumentare la distanza fra voi e la città di Chou, che è a sud'." Poi, rivolgendosi all'imperatore Tsao Tsao disse: "Maestà, fin dall'inizio del vostro regno, il vostro unico scopo è stato accrescere la felicità e il benessere del popolo cinese. Se decidete di far guerra al popolo di Han Tan, più grande è l'armata che metterete in campo, più brillanti i vostri generali, più abbondanti le vostre scorte e più che vi allontanerete dal vostro scopo. È come andare a Chou per la strada del nord". Fonte: <http://wm.email.it/webmail/wm_5/scheda_fonte.php?id=3>Edward Goldsmith (24/04/2007) *****************************************************************************************************************
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