Caro Andrea Mazzi,
ti dico la mia simpatia e solidarietà, ma anche la
mia perplessità. Non intendo insegnare. Quello che dico non è una sicurezza
assoluta, ma ipotesi serie, da pensare.
Ho fatto l'obiezione alle spese militari (non si
chiama obiezione fiscale perché non si rifiuta il fisco) per forse 18 anni,
dall'inizio, nel 1982. Non serve. Non togli una lira alle armi. Lo stato sa già
quello che vuoi dirgli, e non si scompone. Gandhi insegna che una campagna deve
essere precisa e limitata. Se fallisce si cambia. Credo che, nonostante le
enromi difficoltà, si può incidere 1) con la diffusione di idee, cultura,
educazione, informazione di pace e nonviolenza (è quello che faccio) 2) con
il tipo di acquisti che facciamo ("chi compra vota").
L'aborto è tristissima cosa. Solo la donna
implicata sa se è in stato di impossibilità vera ad accogliere il figlio non
cercato. La società deve aiutarla, e in questo la legge non è applicata
abbastanza. Ma alla fine non può obbligarla a ciò che essa sente impossibile. Se
non è sincera è responsabilità sua. Gli aborti avvenivano in clandestinità,
assai più che ora, prima delle legge. Io se fossi medico non lo farei, non me la
sentirei; ma altrettanto non mi sento di impedire e condannare con la forza
della legge, questo che è oggettivamente un male, ma non so quanto lo è
soggettivamente. A suo tempo votai nel referendum per mantenere la legge, perché
doveva funzionare a ridurre e tendenzialmente eiliminare i casi di aborto. Se lo
ritrovo ti mando un articolo.
Ci sono problemi difficili, senza certezze.
Luminosi i princìpi, incerte le applicazioni.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza,
buona speranza. Enrico Peyretti
----- Original Message -----
Sent: Monday, December 18, 2006 12:29
AM
Subject: [pace] Appello: Rinunciare alla
macchina per non finanziare la morte?
Rinunciare alla macchina per non finanziare la
morte?
E' arrivato. Dopo tanti anni, quando sembrava
che si fosse dimenticato di me, è arrivato. Lo Stato ha deciso di intervenire
per riprendersi i soldi delle tasse che non gli ho versato. Poca roba,
50.000 lire nel '94, poi ancora nel '96, poi nel '99. Con sopratasse e
interessi, ora sono circa 200 Euro in tutto. E allora ha deciso che se
entro il 28 dicembre non pago, non potrò più utilizzare la mia macchina.
Tecnicamente si chiama 'fermo amministrativo'. Ma quei soldi non li ho dati
allo Stato perché ho fatto obiezione fiscale. Alle spese militari e a quelle
abortive. Quindi quei soldi li ho versati per iniziative che portassero la
nonviolenza dove ci sono dei conflitti armati e il sostegno a donne incinte
che altrimenti avrebbero abortito. Come del resto da anni facciamo in tanti
della nostra comunità Papa Giovanni XXIII. Non possiamo sopportare che
parte dei soldi delle nostre tasse sia utilizzato per dare la morte ad altre
persone. Che venga impiegato per costruire armi e mandare eserciti a tenere
sotto controllo i poveri del mondo, per difendere gli interessi dei grandi
della terra, a mantenere l'oppressione e l'ingiustizia. O che venga usato
per pagare a nostre spese un atto come l'aborto che provoca la morte ogni
giorno di 450 bambine e bambini in Italia, e una ferita mortale per le loro
mamme, che le segnerà per tutta la vita, quando per tante mamme incinte le
istituzioni non hanno soldi da dare per permettere loro di continuare la
gravidanza con serenità. Che tutte queste azioni violente avvengano in
palese violazione con la nostra Costituzione, che proclama il ripudio alla
guerra in tutte le sue forme (art. 11), la tutela dei diritti fondamentali
delle persone (art. 2) e la tutela dell'infanzia (art. 31). Con un bilancio
della Difesa che continua ad aumentare, uno schiaffo a tutti i poveri che
invece anno dopo anno continuano a dover tirare la cinghia sempre di
più. Mentre tanti oggi in Italia protestano perché ci sono tasse che vanno
a colpire i loro interessi (non dico legittimi o no, non è questo il punto),
l'obiezione alle spese abortive e militari è un atto di disobbedienza civile
per difendere i diritti degli ultimi della società, per far sentire la voce di
chi è vittima della violenza nelle sue mille forme. Giustamente Papa
Benedetto XVI nel suo messaggio per la prossima giornata della Pace dice che
sono attentati alla pace sia "le vittime dei conflitti armati, del terrorismo
e di svariate forme di violenza" che "le morti silenziose provocate dalla
fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni", sottolineando quanto
sia questi atti siano tutte minacce alla pace, da combattere
insieme.
Tutto questo tra l'altro porta a delle contraddizioni
assurde. Da un lato le istituzioni prevedono l'obiezione di coscienza a
certi atti, riconoscono quindi in questi casi che ci sono delle convinzioni
profonde della persona che vanno rispettate. Ma poi se ne dimenticano quando
si tratta di finanziare gli stessi atti. Quindi se fossi un ginecologo, da
un lato la legge mi dà il diritto di obiettare, e quindi di non partecipare e
l'ufficio li ha presi!
Chiedo perciò a quanti amano la pace e la
vita un sostegno. Non so ancora con certezza cosa farò, ma sto
esplorando le vie possibili per resistere. Sarebbe soprattuto bello in
questi giorni poter sentire attorno tanta solidarietà, da chi condivide che
non è giusto pagare per la morte. E anche che ci fosse qualche personalità
pubblica che si esprime su questo tema. Non può essere qiuesto il momento
propizio per associazioni, movimenti, autorità civili e religiose, persone
impegnate in politica, neli mass- media (è troppo pensare a ordini del
giorno di solidarietà?) per schierarsi? E magari anche per dare un sostegno
economico, anche se simbolico. Perché so già che non posso evitare in
eterno le ganasce fiscali (se resisto ora, dopo verranno a farmi le trattenute
automatiche sullo stipendio). Però quando andrò a pagare è importante che
almeno in questa occasione le istituzioni si rendano conto che c'è anche
qualcun altro che è disposto a mettere mano al portafoglio perché condivide
questa causa.
Qualcuno
risponderà? Andrea
Mazzi
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