Re: [pace] Re: [pace] Re: [pace] Perché ilaboratori della "guerra umani taria" sono p reoccupati della controinformazione sul Darfur?



Enrico e gli altri che leggono scusate, era scappato il non. Quindi "la violenza non ha solitamente dimora nella casa delle donne..."
Grazie per l'attenzione.
Doriana Citando Enrico Peyretti <e.pey at libero.it>:

Una sola cosa, cara Doriana, per parlarci, attraverso i consensi e le
differenze: quando scrivi "la nonviolenza non ha solitamente dimora nella
casa
delle donne...", proprio non capisco. Senza mitizzare le donne più degli
uomini, mi pare indubbio (qualcuno lo afferma come evidente verità) che il
movimento delle donne ha agito e agisce prevalentemente mediante una
positiva nonviolenza, ed è una componente essenziale della storia della
nonviolenza dall'800 ad oggi.
"Si è detto e scritto tanto", dici, ma si continua a fraintendere la
nonviolenza, come se fosse meno forte del pacifismo, mentre è proprio il
contrario.
Ciao! Enrico

----- Original Message -----
From: <doriana at inventati.org>
To: <pace at peacelink.it>; "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
Cc: <pace at peacelink.it>; <rvignoli at gmail.com>
Sent: Monday, November 06, 2006 8:55 AM
Subject: Re: [pace] Re: [pace] Re: [pace] Perché ilaboratori della "guerra
umani taria" sono p reoccupati della controinformazione sul Darfur?


Caro Enrico su questa storia della pace non violenta o della non
violenza pacifica, si è detto e scritto tanto ed ognuno se ne è fatto
un'idea, quando non uno stile di vita, portando la giacchetta dal
sarto o aggiustandosela da solo secondo coscienza. Ma nelle fila di
questo processo oggi, ieri molto vicino , che gli anni sono un battito
di ciglia malgrado i morti, ci siamo schierati e abbiamo sostenuto
fatti e persone.Abbiamo ritenuto di essere in tanti a pensarla nello
stesso modo, non fosse altro che la guerra detrae e non aggiunge se
non la paura e che la nonviolenza non ha solitamente dimora nella casa
delle donne...
Ora, voltarsi indietro e vedere che non ci sono le "folle"
manifestanti e le bandiere arcobaleno può essere indubbiamente
frustrante, ci si sente soli e diciamolo ingannati nei tempi nei modi
e nella sostanza.
Credo che Lorenzo abbia parlato di "chiarimento politico"...
Quasi un bene nel capire che non ci sono *amici* tantomeno governi
tali, quando si tratta di AFFARI, nazionali ed internazionali. Sul
Negoziato ho già detto la mia, e malgrado il mio modo di scrivere,
credo sia chiaro come la penso.
Ricostruire un movimento contro la guerra?
E chi è per la guerra? Chi è per la violenza?
Giù  la maschera, anche se questo significa denudare il re.
Altrimenti per quanto mi riguarda, preferisco essere sola e coerente
con la mia indipendenza di pensiero ed azione, che accompagnata ad una
folla di sudditi.
Doriana Goracci

Citando Enrico Peyretti <e.pey at libero.it>:

> Grazie. La mia opinione è che quelle note dichiarazioni di Strada e
> Euli sono battute polemiche entro il dibattito faticoso interno al
> mov. per la pace. Se le parole hanno un senso, al di là delle
> circostanze attuali, chi è contro la guerra è pacifista. Non sempre
> è nonviolento. La nonviolenza attiva opera per il superamento delle
> violenze strutturali e culturali ancor più che contro la guerra, la
> quale è solo il frutto delle prime, e non è neppure la violenza più
> profonda e dolorosa per l'umanità, sebbene la più vistosa, sempre
> assolutamente ingiustificabile.
> Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza.
> Enrico Peyretti
>
>
>   ----- Original Message -----
>   From: Roberto Vignoli
>   To: pace at peacelink.it
>   Cc: Contropiano
>   Sent: Sunday, November 05, 2006 11:38 PM
>   Subject: Re: [pace] Re: [pace] Perché i laboratori della "guerra
> umani =?iso-8859-1?Q?taria=22_sono___p_
> reoccupati_della_controinformazione_sul?= Darfur?
>
>
>   Caro Peyretti, il senso è chiarissimo, i compagni di Contropiano
> si definiscono non "pacifisti" ma "contro la guerra" richiamandosi a
>  quanto detto giorni fa da Gino Strada: "Non chiamatemi più
> pacifista. Si tratta di creare un movimento di coscienza per buttare
>  la guerra fuori dalla storia. Ormai si dà per scontato che dove c'è
>  un problema si mandano i militari. Poi, sotto quale egida e con
> quali regole d'ingaggio, sono questioni marginali. Mi preoccupa che
> questa tendenza sia stata assunta da organizzazioni che fanno parte
> del movimento per la pace. Organizzazioni che, quando erano gli
> avversari politici a fare le guerre, avevano una posizione, mentre
> se sono gli amici politici a fare le guerre, come oggi, hanno una
> posizione diversa"
>   http://www.nigrizia.it/doc.asp?ID=8762
>   Ed anche da Enrico Euli: "Il pacifismo è morto e sepolto. Il
> movimento è morto con la marcia di Roma del 2003. Movimento che non
> è stato neppure capace di proporre la pace in tempo di pace. La
> missione in Libano è la conferma della crisi del pacifismo: essere
> andati con queste istituzioni internazionali, nell'attuale contesto
> storico e con l'attuale governo, significa infilarsi in una trappola
>  ulteriore rispetto all'Iraq. Quelli di Assisi sono i mistificatori
> supremi. La cupola politico-televisiva. Credono in un qualcosa che,
> a mio parere, sta perfettamente dentro questa trappola. Alcuni sono
> in buona fede. Altri meno"
>   http://www.nigrizia.it/doc.asp?ID=8763
>
>   Tutto il resto è professionismo di pace pacifinto.
>
>   Roberto Vignoli
>   Information Guerrilla
>
>   Enrico Peyretti ha scritto:
> "Contropiano non è un sito pacifista ma è contro la guerra"
> Vorrei sapere, per favore, qual è il senso di questa frase. Grazie!
> Vorrei sapere cosa si intende per pacifismo.
> Io ritengo il pacifismo insufficiente senza la nonviolenza positiva.
> Ma, se capisco, qui non si vuole essere nemmeno pacifisti. In quale
senso?
> Grato di un chiarimento.
> Enrico Peyretti, Torino
>
>
>
> ----- Original Message -----
> From: "CONTROPIANO" <cpiano at tiscali.it>
> To: <pace at peacelink.it>
> Sent: Saturday, November 04, 2006 1:02 PM
> Subject: [pace] Perché i laboratori della "guerra umanitaria" sono p
> reoccupati della controinformazione sul Darfur?
>
>
>   Perché i laboratori della "guerra umanitaria" sono preoccupati delle
>     nostra
>   controinformazione sul caso del Darfur?
>
> Alcune settimane fa, avevamo scoperto che un importante sito
specializzato
> vicino al complesso militare-industriale italiano e alla NATO
> (<http://www.paginedidifesa.it>www.paginedidifesa.it) , con un articolo
di
> Franco Londei che riproduciamo nel nostro dossier, si stava preoccupando
> delle denunce e della documentazione che Contropiano da tempo sta
> producendo sulla preparazione di una nuova "guerra umanitaria" nel
Darfur,
> regione occidentale del Sudan (con le esatte e medesime caratteristiche,
> fonti, soggetti, ragionamenti di quella in Kossovo). Avevamo annunciato
>     che
>   stavamo preparando un altro dossier ancora più corposo e significativo
sul
> Darfur e sulla preparazione di una nuova "guerra umanitaria" in questa
> importante regione africana.
>
> In un successivo articolo su un altro sito
> (<http://inpolitica.net),/>http://inpolitica.net),  Franco Londei
tornava
>     a
>   contestare il nostro impianto di analisi sulla situazione in Darfur
> dichiarandosi amareggiato di come un sito "pacifista" (Contropiano non è
>     un
>   sito pacifista ma è contro la guerra, la differenza, come ha detto
Gino
> Strada a luglio, è ormai discriminante, NdR) potesse opporsi
>     all'intervento
>   dell'ONU per risolvere una emergenza umanitaria come quella in Darfur.
Il
> ricorso a luoghi comuni e ai ricatti morali ("è facile parlare e dire di
>     no
>   quando si sta comodi nelle proprie case" etc. etc.), cerca di
confondere
>     le
>   carte con il buonismo. In discussione infatti non è l'emergenza
umanitaria
> per i profughi del Darfur (dovuta però non solo alla guerra ma anche a
> fenomeni climatici di cui non si parla mai) ma la manipolazione di
questa
> emergenza umanitaria ai fini di un intervento politico-militare da parte
> degli Stati Uniti e della NATO in questa area del mondo. Non dovrebbero
> essere sfuggiti alcuni particolari come la preoccupazione di Washington
>     per
>   il recente vertice tra Cina e paesi africani (a cavallo tra ottobre e
> novembre) e per la penetrazione della Cina in una regione come quella
> africana che Stati Uniti e Francia ritengono loro esclusiva riserva di
> caccia. Il Sudan, in questo scenario, è paradigmatico. Le preoccupazioni
> umanitarie di Washington e di Parigi le abbiamo già viste all'opera in
> Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan, in Costa d'Avorio. Si chiamano
> colonialismo, tant'è che i sostenitori dell'intervento umanitario in
>     Darfur
>   contestano anche la capacità dell'Unione Africana di poter gestire la
> crisi.in fondo sono.africani, quindi dobbiamo mandare i soldati e gli
> esperti umanitari delle potenze occidentali a risolvere la crisi.
>
> Non deve sorprendere che l'intervento militare colonial-umanitario si
> faccia spianare la strada da denunce e documenti di organizzazioni
> internazionali. Ma queste organizzazioni sono legate a doppio filo con
> l'establishment statunitense (dall'International Crisis Group di  Gorge
> Soros ed Emma Bonino a Human Rights Watch). Li abbiamo già visti
all'opera
> con falsità, manipolazioni e denunce in Kosovo (smentite poi dalla
realtà
> come le fosse comuni) per preparare l'opinione pubblica a legittimare i
> bombardamenti e gli interventi militari sul campo. Ce li siamo studiati
da
> vicino, abbiamo radiografato il loro modus operandi, il tono e la
> costruzione delle notizie e delle denunce. Quelle sul Darfur sono
> praticamente la fotocopia di quelle che avevamo già visto e sentito
sulla
> Jugoslavia. Diciamo solo che di costoro non ci fidiamo perché non sono
> degni di fiducia. Si schierano con i più deboli ma lavorano per i più
>     forti.
>   E' bene dunque che le forze democratiche e contro la guerra, sappiano
che
> cosa si sta preparando per il Darfur e non si facciano cogliere
> impreparate. Noi cerchiamo di fornire documentazione e chiavi di lettura
> che consentano di non cadere nella trappola di quello che Giulietto
Chiesa
> ha definito giustamente lo "tsunami mediatico" al quale è difficile
> resistere se non si è ben saldi nelle proprie analisi. A questo scopo,
da
> lunedi 6 novembre sul nostro sito
> (<http://www.contropiano.org>www.contropiano.org ) mettiamo a
disposizione
> il nostro dossier. Qui di seguito il sommario dei documenti e dei
> contributi ospitati nel dossier.
>
> La redazione di Contropiano
>
> Darfur.
>
> Come i laboratori della guerra umanitaria
>
> stanno preparando l'intervento militare contro il Sudan
>
>
>
> Un dossier di Contropiano
>
>
>
> ********
>
> Sommario:
>
>
>
>             Premessa della redazione di Contropiano
>
>
>
> 1. I laboratori della guerra umanitaria tornano all'opera
>
>
>
> 2. Cronologia degli avvenimenti nel 2006
>
>
>
>
>
> 3. La vera posta in gioco in Sudan e Darfur. Dieci interventi che
> smascherano l'ambiguità della guerra "umanitaria" e chiariscono gli
> obiettivi degli Stati Uniti
>
> -          Perché il Sudan rifiuta le truppe dell'ONU (di Sara
Flounders)
>
> -          Il ruolo degli Stati Uniti nel Darfur (di Sara Flounders)
>
> -          Dopo l'Iraq, il Sudan? (di Luca Galassi)
>
> -          Fuori dall'Iraq, ora nel Darfur (di Gery Leupp)
>
> -          Sudan. Verso una nuova guerra contro un paese arabo? (di
>     Mohamed
>   Hassan)
>
> -          Le potenze occidentali orchestrano la disintegrazione del
Sudan
> (di Uwe Frieseke)
>
> -          Come la propaganda umanitaria prepara una nuova "guerra
> umanitaria" (di Claudio Moffa)
>
> -          E' umanitario l'interventismo umanitario? La cortina di fumo
>     nel
>   Darfur (di Carl G. Estabrook)
>
> -          Gli affari dei trafficanti di armi israeliani (anche in
Sudan)
> (di Luca Airoldi)
>
> -         Non si aiuta il Darfur con le minacce al governo sudanese (di
> Adrian Hamilton)
>
>
>
> 4. Stati Uniti e NATO puntano a intervenire militarmente contro il Sudan
>
> -         Per Bush necessario un maggiore impegno della Nato nel Darfur
>     (di
>   M. Brugnara)
>
> -         La Nato scalda i motori per la " guerra umanitaria " in Darfur
> (agenzia ANSA)
>
> -         Sudan, la Nato pronta a intervenire nel Darfur se l'Onu chiama
> (agenzia ANSA)
>
> -         Nato - Afghanistan e Darfur. L'Alleanza pensa globale
(Quadrante
> Europa)
>
>
>
> 5. Come i laboratori della guerra umanitaria e i neocons italiani
> preparano il terreno all'intervento militare
>
> -         Emma Bonino "Darfur: Il peggio deve venire"  (Emma Bonino)
>
> -         La mancata protezione del Darfur (International Crisis Group)
>
> -         La crisi del Darfur arriva alla Camera (la posizione dei DS)
>
> -         La marcia dell'Iran sul Darfur (Massimo Introvigne)
>
> -         Una tragedia inevitabile? (di Carlo Calia)
>
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