Re: [pace] Sulla guerra cade il governo? E perché?



Caro Marco, ti ringrazio e ti ascolto. Non ho tempo, data la quantità di
post@, di rispondere dettagliatamente.
Dici che il governo battuto al senato non avrebbe effetti politici
disastrosi? Mah! Temo che siano anche pianificati, dall'estrema sinistra (la
responsabilità di governare non dà il senso vitale della lotta; tanto
peggio, tanto meglio!) e dall'estremo centro (scaricare questa sinistra!),
Casini benedicente.
Ciao! Enrico

----- Original Message ----- 
From: "Marco Trotta" <matro at bbs.olografix.org>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Sunday, July 16, 2006 7:47 PM
Subject: [pace] Sulla guerra cade il governo? E perché?


> Salve a tutt*,
>
> Enrico Peyretti, Domenica, 16 luglio 2006 ore 15:40:37 +0200
> ha scritto a tutt* in "Re: [pace]  Vescovo Nogaro "No a finanziamento
> missione in"
>  >Il vescovo Nogaro dice una triste verità sulla guerra, che, nell'ambito
>  >pacifista e nonviolento, abbiamo detto e diffuso fin dall'inizio di
questa
>  >questione. Il problema oggi è che, se si fa cadere questo governo si
forma
>  >una maggioranza di centro-destra, con i complici del berlusconismo,
assai
>  >meno cauta e assai più disposta a fare guerra e uccisioni, a servizio
della
>  >"guerra infinita".
>  >Questo governo è da criticare molto, ma può essere avviato - secondo
>  >valutazioni serie e sicuramente alla ricerca della pace, come Lidia
>  >Menapace e altri - a ridurre e preparare un'uscita da quella guerra.
>  >Ben difficilmente la verità della giustizia e della pace entra bella
intera
>  >nelle strettoie della storia. Si deve vedere e dire la verità intera, ma
>  >non si ama la verità cacciandola tutta fuori dalla realtà dei fatti pur
di
>  >preservarla intera.
>  >Enrico Peyretti
>
> caro enrico, sono d'accordo con te.
> giusto dire la verità fino in fondo, per esempio, è corretto che si
> continui a dire che su questa storia il governo rischia di cadere?
> Mi sembra che tutto il discorso in questa (e altre liste) sia stato
> parecchio orientato dalla disinformazione massmediatica.
>
> Per fare chiarezza, i dati di fatto sono:
> 1) Nel programma dell'unione non è contemplato il tema del rifinanziamento
> della guerra in Afghanistan (chiamiamola guerra, non missione, almeno
qui).
> Si parla invece di "discussione missione per missione". Non capisco,
> quindi, perché si siano criticati tanto aspramente i senatori dissidenti.
> Ma per me è ancora più incomprensibile come una parte del mondo pacifista
> non li abbia sostenuti, indipendentemente da come la si pensi
> sull'Afghanistan, di fronte al linciaggio mediatico operato dai soliti
> editorialisti guerrafondai (al Corsera come a Repubblica)
>
> 2) Di conseguenza chi critica il rifinanziamento della guerra in
> Afghanistan (in parlamento e fuori) ha il dovere di provare a spostare gli
> atti del governo il più vicino possibile ad un punto di coerenza con la
> Costituzione. Agli editorialisti di sopra piace parlare di "spostamento a
> sinistra". io non so cosa significa, e trovo controproducente accettare il
> piano dialettico che identifica come di "sinistra radicale" chi vuole il
> rispetto dell'Art. 11. Se non riesce questo, c'è una conseguenza
> ineludibie. Siamo in una democrazia parlamentare, giusto? E' bene farlo
> notare, e per due motivi.
> Primo perché penso che faccia parte del portato politico del movimento
> pacifista l'idea che le guerre ammazzino anche la democrazia e che c'è un
> parallelo tra le ultime guerre e le involuzioni dei sistemi politici
> occidentali che in Italia, per dirne una, stavano portando allo
> stravolgimento della Costituzione formale (dove aver stravolto quella
> sostanziale). Ricordare che esiste la sovranità parlamentare (e quella dei
> consigli comunali rispetto ai sindaci monocratici!) è un modo per
difendere
> la democrazia e la pace.
> Secondo, di conseguenza, in una repubblica parlamentare le leggi possono
> esser votate anche da maggioranze diverse. Ribadire questo è
nell'interesse
> del movimento pacifista che pensa che, ormai, questi temi siano
maggioranza
> sociale nel paese anche quando succede ben altro nel parlamento. Vuol
dire,
> proprio per amore di verità, fare in modo che ciascun parlamentare e
> movimento politico risponda delle proprie convinzioni sul tema senza
> tatticismi e scorciatoie.
>
> Vi pongo una domanda molto laica, nel paese dei Pollari e degli agenti
> Betulla infiltrati nei quotidiani, qualcun* pensa ancora che si possa fare
> affidamento ai soli atti parlamentari, magari strappati con qualche
> mediazione al ribasso, per invertire la rotta verso il disastro totale che
> ora ha incendiato anche il Libano dopo Iraq e Afghanistan e che ha preso
di
> mira anche l'Iran? Non abbiamo, invece, bisogno che sul tema della guerra
> cresca una convinzione che in maniera ancora più forte metta in relazione
> la crisi democratica, quella economia e 10.000 soldati con il tricolore
> schierati più o meno legittimamente ai quattro angoli del mondo? E' cosa
> c'entra questo con i distinguo palesemente senza progetto anche di
> parlamentari come Lidia Menapace?
>
> 3) Nota finale: coerentemente con i due punti di su trovo davvero
> imbarazzante che l'attuale presidente Napolitano abbia fatto un monito
così
> di parte come quello di qualche giorno fa che inneggiava alla compattezza
> della maggioranza mentre era in discussione il merito del provvedimento. E
> trovo che il mondo pacifista, quindi noi qui e altrove, lista o assemblea,
> dovrebbe prendere una posizione forte anche su questo. Napolitano, a rigor
> di Costituzione, è chiamato a verificare che il provvedimento rispetto
> l'art. 11. Se si limitasse a questo sarebbe già sufficiente
>
> Marco Trotta
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