Vescovo Nogaro "No a finanziamento missione in Afghanistan"



 Dal portale  "casertanews"
 Sabato 15 Luglio 2006  Nogaro: "No a finanziamento missione in
Afghanistan"  Caserta – No al rifinanziamento all'Afghanistan perché
"in ogni caso le bombe sono le stesse dell'Iraq e il numero di morti in
percentuale agli abitanti maggiore". E' duro il commento del vescovo di
Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, sulla discussione in corso per il
rifinanziamento della missione in Afghanistan. "Il fatto che questa
guerra sia sotto l'ombrello dell'Onu - osserva il vescovo all'agenzia
Adista - che poi l'ha appaltata alla Nato è solo una finzione
giuridica. In ogni caso le bombe sono le stesse dell'Iraq, il numero
dei morti in percentuale agli abitanti maggiore". "In nome della
coscienza e della vita di ogni uomo - afferma ancora il prelato - non
credo si possa tacere sulla missione militare in Afghanistan, dove la
pace viene sistematicamente distrutta. L'Afghanistan è più lontano
dell'Occidente da tutti i punti di vista, è molto meno popolato e fa
meno notizia dell'Iraq. Non passerà molto che i crimini sistematici
commessi in Afghanistan saranno riconosciuti e universalmente
condannati". Il vescovo ha parole di particolare apprezzamento per
l'impegno e la testimonianza di Gino Strada e per il rigore con cui,
anche recentemente, il fondatore di Emergency è tornato a condannare
l'intervento militare in Afghanistan ed il rifinanziamento della
missione italiana. "Ciò che desta orrore - aggiunge monsigno Nogaro - è
che le stesse forze politiche che contestavano il sostegno di
Berlusconi alla guerra in Afghanistan oggi presentano come necessità
inevitabile la partecipazione italiana. Tutto questo in nome di impegni
morali derivanti da alleanze. Un appellarsi alla morale - prosegue il
vescovo - per fare la cosa più immorale di tutte: la guerra! Ai
parlamentari andrebbe ricordato che è nelle loro mani la vita e la
morte di migliaia di esseri umani (il che è già una condizione inaudita
perché si sostituisce a Dio), e che ogni calcolo del minor danno parte
da un presupposto assolutamente sbagliato: le inevitabilità
dell'intervento militare. La minaccia della caduta del governo è un
ricatto ignobile, perché non di un cataclisma inevitabile si tratta o
di una crisi economica sopranazionale ma di una decisione umana e
italiana, e come tale modificabile. In ogni caso la Costituzione (art.
11)- conclude il vescovo - viene prima di qualsiasi
alleanza".


  Dal portale  "casertanews"
  Sabato 15 Luglio 2006
  Nogaro: "No a finanziamento missione in Afghanistan"
  Caserta – No al rifinanziamento all'Afghanistan perché "in ogni caso le bombe sono le stesse dell'Iraq e il numero di morti in percentuale agli abitanti maggiore". E' duro il commento del vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, sulla discussione in corso per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. "Il fatto che questa guerra sia sotto l'ombrello dell'Onu - osserva il vescovo all'agenzia Adista - che poi l'ha appaltata alla Nato è solo una finzione giuridica. In ogni caso le bombe sono le stesse dell'Iraq, il numero dei morti in percentuale agli abitanti maggiore".
"In nome della coscienza e della vita di ogni uomo - afferma ancora il prelato - non credo si possa tacere sulla missione militare in Afghanistan, dove la pace viene sistematicamente distrutta. L'Afghanistan è più lontano dell'Occidente da tutti i punti di vista, è molto meno popolato e fa meno notizia dell'Iraq. Non passerà molto che i crimini sistematici commessi in Afghanistan saranno riconosciuti e universalmente condannati". Il vescovo ha parole di particolare apprezzamento per l'impegno e la testimonianza di Gino Strada e per il rigore con cui, anche recentemente, il fondatore di Emergency è tornato a condannare l'intervento militare in Afghanistan ed il rifinanziamento della missione italiana.
"Ciò che desta orrore - aggiunge monsigno Nogaro - è che le stesse forze politiche che contestavano il sostegno di Berlusconi alla guerra in Afghanistan oggi presentano come necessità inevitabile la partecipazione italiana. Tutto questo in nome di impegni morali derivanti da alleanze. Un appellarsi alla morale - prosegue il vescovo - per fare la cosa più immorale di tutte: la guerra! Ai parlamentari andrebbe ricordato che è nelle loro mani la vita e la morte di migliaia di esseri umani (il che è già una condizione inaudita perché si sostituisce a Dio), e che ogni calcolo del minor danno parte da un presupposto assolutamente sbagliato: le inevitabilità dell'intervento militare. La minaccia della caduta del governo è un ricatto ignobile, perché non di un cataclisma inevitabile si tratta o di una crisi economica sopranazionale ma di una decisione umana e italiana, e come tale modificabile. In ogni caso la Costituzione (art. 11)- conclude il vescovo - viene prima di qualsiasi
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