Pacifisti anacronistici





La mail che vi inoltro è di Floriana Lipparini, dalla lista Lisistrata.
Condivido pienamente quanto scrive. Ve la giro perchè penso possa
essere un" di più" e non un di meno da leggere sulla nostra posta.
Doriana


Carissime,
proprio mentre s'infuoca di nuovo il Medio Oriente, dove da oltre mezzo
secolo un¹intera popolazione è privata di ogni diritto con la forza delle
armi, i giornali riportano le parole di Napolitano sui pacifisti
³dissidenti²,  i suoi giudizi di anacronismo, scarso realismo e totale
irrilevanza.
Già, abbiamo poco seguito, ma da quando è il seguito a legittimare la
validità di una posizione morale? Quante volte nella storia sono state
proprio alcune sparute minoranze a testimoniare la verità e a ribellarsi
contro le ingiustizie (una lezione che chi è ³di sinistra² dovrebbe  ben
conoscere)? Napolitano si è anche stupito dell¹ostilità che ancor oggi
nutrirebbero alcuni gruppi verso gli Usa e la Nato.
Anacronismo? Scarso realismo? Se non stessimo parlando di tragedie, verrebbe
da sorridere.
Il rifiuto della guerra è il futuro, non il passato, è il traguardo cui
tendere se vogliamo continuare a esistere nella realtà che ci è data, qui e
ora, su questo pianeta, in questo universo.
Come fa una persona di cultura a non capire che la guerra è il peggior
retaggio del passato patriarcale? Come fa una persona in buonafede a non
capire che non si tratta di generica ostilità verso gli Usa e la Nato, ma di
rifiuto dei loro abusi di potere? Tutto il mondo è testimone delle loro
tremende responsabilità, i popoli che hanno subito e subiscono le loro
invasioni, i civili uccisi come ³danni collaterali², i prigionieri
torturati, il diritto internazionale azzerato, le convenzioni di Ginevra
calpestate. Tutto dietro lo schermo del ³terrorismo², questa nebulosa  di cui
nessuno vede chiaramente le coordinate, e che dalla guerra infinita può
soltanto trarre infinita linfa.
Forse una donna, un bambino, un giovane uccisi dalle armi degli Usa o di
Israele sono meno importanti di una donna, un bambino, un giovane uccisi dai
³terroristi²? Forse la potenza di uno Stato giustifica qualsiasi abominio? O
al contrario lo rende più grave?
Forse che l¹abitudine ormai invalsa delle uccisioni mirate (lo fanno gli
Usa, lo fa la Russia, lo fa Israele), vere e proprie esecuzioni senza
processo che oltretutto travolgono sempre le vite di innocenti casualmente
trovatisi in mezzo, può mai essere degna di un paese civile?
Certo che siamo amici degli Usa, amici di Cindy Sheehan e dei milioni di
cittadine/cittadini Usa che coraggiosamente protestano contro le politiche
guerriere e imperialiste di quel ³governo² (sappiamo che il vero governo è
dietro le quinte: multinazionali del petrolio più Neocon).
Rinunciare ad avere occhi per vedere sarebbe realismo? Rinunciare ad avere
capacità di giudizio sarebbe realismo? Rinunciare alla libertà di coscienza
sarebbe realismo? Ma davvero i potenti pensano di vivere in mezzo a una
massa di bambini da tener buoni con un rimprovero e una caramella?
A questo punto dobbiamo guardare in faccia la realtà. Siamo in un discrimine
mai toccato prima, e se non riusciremo a far crescere nella società il
rifiuto della violenza, della guerra, dello strapotere delle multinazionali,
e dei ceti politici che ne sono complici, alle generazioni dei nostri figli
e nipoti toccherà un destino da schiavi. Mai nella storia si era vista una
tale concentrazione e ampiezza di potere, perché nel passato anche i più
folli dittatori non avevano al proprio servizio né queste spaventose
sofisticatissime armi, né le attuali tecnologie che possono ingabbiare il
mondo in una rete capace di imprigionare gli esseri viventi come pesci che
si dibattono inutilmente.
L¹unica possibilità è unire le forze e usare intelligenza e fantasia per
convincere chi non ha ancora aperto gli occhi. Non basta qualche avamposto
di persone sensibili nei Palazzi, sono comunque troppo poche e da sole sono
destinate a perdere. Il lavoro da fare è nella società, ma quei pochi
valorosi che già lo fanno non bastano. Occorre collegarsi, pensare, trovare
strade nuove, definire percorsi e obiettivi comuni, incrociare le competenze
(ve ne sono di altissime), fidarsi reciprocamente senza spaccare il capello
in quattro, donne e uomini di buona volontà, insieme per cambiare se stessi
e il mondo.
Uno dei punti centrali è aumentare il grado di informazione. Su nonviolenza,
pacifismo, rifiuto della guerra lo fanno splendidamente ³Il cammino della
nonviolenza² (che diffonde anche il prezioso ³Femminile
Plurale²),³PeaceReporter², ³PeaceLink², ³Accademia apuana della pace²
e tanti altri  soggetti che mi scuso di non citare. Riprendiamo,
rilanciamo, troviamo il  modo di diffondere ancor meglio, ancor di
più. Mi limito ora a segnalare due  o tre cose che aiutano ad
attrezzarsi con gli argomenti necessari da diverse
angolazioni: gli interventi di Peppe Sini che chiariscono i termini del
problema da un punto di vista nonviolento, un lungo articolo di Enrico
Piovesana ³Caccia italiani in Afghanistan: a far cosa? L'Italia invierà dei
caccia bombardieri. Per fotografare papaveri... ³, contenuto nel dossier di
PeaceReporter sull¹Afghanistan,  il commento di Domenico Gallo ³Per la
sinistra è il tempo della responsabilitಠpubblicato sul sito di
Liberazione.



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