lettera aperta per R. T. Erdogan



Cari amici e amiche,
vi inviamo una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio turco
R.T. Erdogan che Dehap sta facendo circolare.
Come sapete la discussione politica in Turchia ultimamente riguarda la
richiesta da parte kurda di un'amnistia generale che possa consolidare il
clima di pacificazione, che con l'ultimo cessate il fuoco in questi 4 anni
ha di fatto posto fine al conflitto armato che da 15 anni vedeva l'esercito
turco contro le forze kurde.
La richiesta di amnistia generale si pone come una possibilità di favorire
la pace sociale e il rinserimento nel tessuto sociale e politico di kurdi,
ma anche turchi, che in questi anni hanno militato e militano nel movimento
kurdo di liberazione non solo in Turchia. Quei militanti che si trovano
quindi in prigione, in clandestinità o in esilio per ragioni politiche. I
kurdi a livello internazionale hanno avviato una campagna per l'amnistia
generale, che come già vi abbiamo reso noto si sta svolgendo in diverse
forme anche in Italia. In Turchia il Dehap, come partito e attraverso i
suoi sindaci, che amministrano le circa 40 municipalità del sud-est, sono
mobilitati su questo tema e intenzionati a ottenere dei risultati in questo
senso. Potrete girare la lettera con la vostra adesione direttamente
all'ufficio di Colonia del Dehap il cui indirizzo elettronico appare sotto
indicato.
Saluti
Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia
Roma, 13 giugno 2003


----- Original Message -----
From: "dehap" <dehap at t-online.de>
To: "I™talya Bürosu" <uiki.onlus at tin.it>
Sent: Friday, June 13, 2003 11:05 AM
Subject: Acžk Mektub




Lettera aperta

Al Primo Ministro
della Repubblica di Turchia
On. Recep Tayyip Erdogan



  Caro Primo Ministro,

  Già da molti anni la Turchia aspira ad aderire all'Unione Europea. A tal
fine noi appoggiamo i vostri numerosi sforzi per creare un sistema
democratico e continueremo ad appoggiarvi in questa vostra ambizione. V'è,
tuttavia, ancora un lungo cammino da percorrere e vi sono importanti passi
da intraprendere e principi fondamentali da affermare. Noi sinceramente
crediamo che sia di estrema urgenza che passi ulteriori siano intrapresi
con rapidità, poiché l'indugiare può produrre gravi conseguenze riguardo
alle misure già attuate. Gradiremmo collaborare con voi e farvi conoscere
le nostre preoccupazioni quale parte del processo democratico.

  Ne siete consapevoli, la Turchia è ancora retta dalla Costituzione
maturata dal colpo di stato militare del 12 settembre 1980. Vi fu, e c'è,
insostenibilmente, un regime repressivo e proibitivo. Esso è risultato
nella negazione dei diritti umani fondamentali del popolo kurdo e nella
proibizione della lingua kurda. In aggiunta, questa costituzione ha portato
nella propria scia forti perdite politiche, finanziarie e morali per la
Turchia.

  Dal 1999 è in vigore il cessate-il-fuoco, una grande occasione per una
soluzione opportuna della questione. Noi crediamo ancora che questa
situazione dovrebbe servire a far cessare ogni forma di ostilità. Pensiamo
che ciò sia del tutto possibile e necessario. La Turchia ha la forza e il
potere di ricercare la pace. La Turchia deve tuttavia imparare ad avere
fiducia in tutti i suoi cittadini, inclusa la popolazione kurda. Noi
sinceramente desideriamo vedere la Turchia come parte integrante di un
mondo moderno e civilizzato e dare il benvenuto alla conclusione dell'abuso
tirannico dei diritti umani fondamentali come anche all'insediamento di uno
stato veramente democratico. È nostro credo immodificabile che tutti i
residenti e cittadini in Turchia meritano ciò ed è nostra intenzione
appoggiare la Turchia nell'intero percorso.

  Il mondo sta trasformandosi molto rapidamente. Nel Medio Oriente abbiamo
visto irreversibili cambiamenti  prender piede molto rapidamente.
Oligarchie militari, regimi dispotici e leggi draconiane non hanno futuro.
Il futuro risiede nella pace, nella libertà e nel rispetto per i diritti
umani. Questa è democrazia. Una Turchia democratica sarebbe potente e
meglio equipaggiata per risolvere i problemi che ha ereditato. La Turchia
deve proseguire la lotta per la democrazia e il primo grande passo verso la
democrazia è la soluzione del "problema kurdo". Questo deve essere risolto
una volta per tutte in maniera equa, che vada a vantaggio di tutti, come in
una vera democrazia. Per mantenere la pace interna e la stabilità la
Turchia ha bisogno di continuare la lotta verso la democrazia.

  Noi crediamo che soluzioni a questo problema non siano impossibili da
escogitare fino a quando le scelte siano fatte in modo democratico e
tramite consultazioni. Per questa ragione è importante riconoscere e
attuare i Criteri di Copenhagen: la lingua nonché la cultura e l'identità
kurda devono cioè essere legalmente consentite e riconosciute.
   
  Quale primo passo, nel processo volto a stabilire la pace, dovrebbe
essere dichiarata un'amnistia generale che includa il pieno diritto al
ritorno per coloro i cui villaggi furono bruciati e le case svuotate.

  Solo azioni di questo tipo assicureranno alla Turchia un posto in questa
nuova fase di rapida trasformazione del mondo. La Turchia deve cambiare le
proprie politiche e le proprie opinioni riguardo al popolo kurdo. Il popolo
kurdo non costituisce alcun pericolo per il Medio Oriente; al contrario la
sua libertà è una precondizione per la stabilità e il progresso democratico.

  In aggiunta deve essere enfatizzato che per garantire questo nuovo clima
in Turchia, dovrebbe porsi fine all'isolamento continuo del leader kurdo
Abdullah Ocalan unitamente alla proclamazione dell'amnistia generale.

  Noi speriamo sinceramente che prenderete in seria considerazione le
nostre opinioni. Esprimiamo la nostra disponibilità a intraprendere tutti i
passi necessari per la democrazia e la pace in Turchia, in spirito di
unione e fratellanza.

  Vi porgiamo i nostri migliori auguri per il vostro lavoro per una Turchia
democratica.


  Distinti Saluti