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Re: poveri noi!
- Subject: Re: poveri noi!
- From: davide.bertok at adriacom.it
- Date: Mon, 4 Feb 2002 19:45:23 +0100
Ho trovato il seguente articolo che illustra la presenza di parlamentari di "sinistra" da tutto il mondo, Italia e parlamentari DS compresi, a Porto Alegre. Non escluderei magari che oltre ai francesi, ci siano anche parlamentari tedeschi e inglesi che hanno votato per interventi bellici da una parte o l'altra del mondo. Quindi appare ben chiaro quello di cui parlava glr, non si capisce quindi perchè invitino parlamentari di qualunque tipo basta che siano di sinistra, e invece non il gruppo antimperialista di cui citava glr. Beninteso trovo questa mossa del Forum parecchio ipocrita in quanto, se diamo per scontato che il gruppo di cui sopra è tutt'altro che nonviolento, mi domando come possano essere nonviolenti dei parlamentari DS, Verdi o del PdCI per le azioni che hanno effettuato dal loro posto. L'articolo in questione lo trovate sul Gazzettino di Venezia Ciao, Davide http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3? Codice=960837&Luogo=Main&Data=2002-02- 04&Pagina=5&Hilights=porto+alegre PORTO ALEGRE Accordo fra i 1.115 parlamentari di 40 Paesi nel non volere nuove azioni Usa contro Iran, Iraq e Corea No sofferto dal Forum a nuove guerre Contestazione de "I disubbidienti" (ex Tute bianche) di Casarini contro i favorevoli all'intervento in Afghanistan Porto Alegre NOSTRO SERVIZIO Una mozione di condanna della guerra in Afghanistan ha rischiato fino all'ultimo momento di compromettere i lavori del grande Forum di 1.115 parlamentari di 40 Paesi del mondo che ha rappresentato uno degli eventi di maggiore spicco nei primi giorni del World Social Forum di Porto Alegre . Ma alla fine un duro e unanime no ai nuovi sviluppi della guerra anti- terrorismo in Iran, Iraq e Corea del Nord, annunciata l'altro ieri dal segretario di Stato americano Colin Powell, ha superato l'impasse. Lo hanno confermato ieri in una conferenza stampa conclusiva gli organizzatori del summit parlamentare trasformatosi in una gigantesca rete parlamentare internazionale antiliberista. Dopo i 503 parlamentari brasiliani, la delegazione dei 78 parlamentari italiani dei Ds, Rifondazione e Verdi è stata la più numerosa superando di un deputato quella francese e di sette quella argentina. Della quindicina di mozioni votate, quella generica sul no alla guerra è stata quella che più ha creato frizioni: alla fine è stata l'unica a non essere approvata all'unanimità. Nel primo giorno di lavoro del Forum parlamentare le ex Tute Bianche di Luca Casarini, ora ribattezzate «i disubbidienti», avevano guidato una rumorosa contestazione internazionale contro i parlamentari presenti favorevoli all'intervento in Afghanistan. Le grida di «fuori chi ha votato per la guerra» avevano portato tensione nella riunione e disagio fra i diessini e fra alcuni parlamentari francesi. Ma nella seconda giornata di lavori si è arrivati a una soluzione di compromesso mediata sul piano italiano dai Verdi di Pecoraro Scanio. Si è votato quindi su due risoluzioni finali sulla guerra: la prima del tutto generica che ha ottenuto il sì di tutti tranne quello di Rifondazione in quanto troppo vaga, e la seconda molto specifica sui nuovi venti di guerra annunciati da Powell al World Economic Forum di New York. «A questa hanno votato tutti a favore tranne un delegato uruguayano -ha detto Aloysio Mercadante, responsabile delle relazioni estere del Partido dos Trabalhadores brasiliano e principale coordinatore del Forum Parlamentare-. Il compromesso collettivo espresso dai parlamentari antiliberisti di tutto il mondo è stato quello di impedire una qualsiasi nuova guerra». L'unanimità di questa risoluzione ha sorpreso gli stessi addetti ai lavori specialmente per l'inatteso voltafaccia di vari deputati francesi prima schierati decisamente pro intervento in Afghanistan. «L'unanimità registrata sul secondo documento sottolinea la posizione di non volere che la guerra si ripeta» ha detto Monica Frassoni, eurodeputata dei Verdi. Fra le altre risoluzioni finali votate con l'alzata di mano di tutti spiccano una condanna dell'embargo economico americano a Cuba, la solidarietà espressa all'Argentina, la difesa della creazione di uno stato palestinese, e un no all'Alca, l'area di libero commercio delle Americhe che Washington vuole impiantare fra l'Alasca e la Terra del Fuoco entro il 2005. Oliviero Pluviano
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