Re: Ghandi for ever



At 23.51 07/11/01 +0100, you wrote:
Caro Carlo, non assolutizziamo i concetti con termini come "criminale" e
"brava persona".

Era un esempio semplificativo, giusto per capirsi... :-)

E sei proprio convinto che il pacifismo e l'antimilitarismo
di tutti gli abbonati a questa lista sia di puro stampo ghandiano?

Non lo so e nemmeno mi interessa, dal momento che a nessuno e' stata mai richiesta la patente di "pacifista" DOC :-))) comunque e' vero che (anche grazie ad una certa sinistra a cui ha fatto comodo essere pacifista fino a quando e' servito) le categorie degli antimilitaristi, dei pacifisti e dei nonviolenti spesso si sono confuse.

Se sono
capitato in un club di calvi, non ho urlato che non hanno capito nulla, ma
forse gli ho detto che la lozione per capelli adoperata non era la più
efficace.

Secondo me la "lozione" dei pacifisti, o meglio dei nonviolenti, ancora non e' stata impiegata su nessuna testa (in nessun conflitto). Le tecniche della nonviolenza (ti invito a sfogliare, se non proprio a leggere l'omonimo libro di Aldo Capitini) non sono ancora patrimonio di un ampio settore della societa', ma solamente "arti marziali" del pacifismo in mano ad un ristretto gruppo di "ninja". Questi piccoli gruppetti, pero', quando si attivano sanno essere molto efficaci, come a Genova, dove in Piazza del Portello (li' c'era la mia ragazza e te lo puo' confermare) l'unico gruppo organizzato per un blocco nonviolento ha effettivamente raggiunto il suo obiettivo, facendo persino amicizia con i poliziotti in puro stile nonviolento, e suscitando negli agenti il piu' naturale sentimento di noncollaborazione con chi gli aveva detto che i manifestanti erano tutti dei nemici ostili da combattere. Questa e' una goccia nel mare, ma immaginiamo per un attimo che questo stile fosse stato adottato anche dai 30mila del corteo dei disobbedienti anziche' dai 300 di Piazza del Portello. Quello che e' poi successo (carica a freddo del corteo dei disobbedienti e successivi sviluppi) ha fatto saltare tutte le carte in tavola, ma io non mi convincero' dell'inutilita' delle tecniche della nonviolenza fino a quando non le vedro' applicate scientificamente da un numero significativo di persone, cosa che in italia non e' mai stata fatta.



Quanto
alla tua ossessione "criminale", credo che i compagni ti risponderebbero con
l'invito a essere meno moralista, prevenuto, disinformato sulla fattispecie,
e più rispettoso di sempre possibili verità alternative.

Io ho cercato di essere rispettosissimo, e mi scuso se ho dato l'opinione del contrario. Il problema e' che sono effettivamente prevenuto, ma non e' un pregiudizio che uso solo nei confronti di milosevic. Io ormai non divido piu' il mondo in "destra" e "sinistra" ma in "alto" e "basso", in chi comanda e in chi viene mandato al fronte, in chi sta al caldo nei palazzi e chi invece al freddo ad assediare cio' che gli hanno comandato di assediare, ha chi ha potere sulle vite di altre persone e a chi non ha nemmeno il potere di decidere per la propria vita. Sono quindi naturalmente diffidente e prevenuto verso TUTTI i potenti, e la lista include sicuramente Milosevic, ma anche tanti altri personaggi italiani per i quali qualcuno potrebbe ravvisare il reato di concorso in strage e vilipendio della costituzione. Per cui forse sono un po' piu' comunista di te :-) nel non fare distinzione tra i vari tipi di "potenti" e di "padroni".

Non credo che
Lenin, o Mazzini, o Lincoln, o Mao, o San Pietro, per il fatto che non si
siano messi a sparare o a farsi sparare siano stati meno amici della povera
gente e delle vittime. C'è bisogno di mettersi un elmetto per difendere la
propria gente?

No, pero' bisogna condividerne la sofferenza, la poverta', i disagi. In Italia ci sono tanti politici che difendono gli immigrati, ma per me e' solo una difesa di facciata fino a quando esisteranno gli obbrobri dei centri di detenzione temporanea, e se qualcuno di quelli che stanno in "alto" venisse sbattuto per 2 giorni in uno di quei posti, vedresti che sparirebbero immediatamente al terzo giorno.

Forse basta farsi democraticamente dimettere da un pugno di
mafiosi rinnegati e comprati, e aspettare che ti ammazzino o ti sbattino in
isolamento a vita sotto un magistrato che si fa pagare da una delle parti in
causa.  Quanto al "ricco Milosevic", quando la smetterai di leggere
Panebianco, Wesley Clark, o Emma Bonino?

Mi hai fatto venire i brividi sulla schiena, perche' non ho mai letto una riga di nessuno dei tre, in quanto anche nei loro confronti sono un po' prevenuto :-))) questa volta non ci hai preso, le mie letture sono piu' orientate verso rumiz, rastello, chomsky. . Comunque, visto che una persona si giudica anche dai propri amici e consiglieri, vorrei sapere quale pensi che sia stato il ruolo della tigre Arkan nella parabola politica di Milosevic. Questo senza intenti provocatori, ma con la voglia di capire meglio.

Grazie per la chiacchierata