[Nonviolenza] Ebdomadario. 26



UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 26 del 7 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
0. Comunicazione di servizio
1. A due anni dal pogrom del 7 ottobre 2023. Cessino le stragi, siano liberati tutti i rapiti
2. Dalla parte di tutte le vittime, contro tutte le uccisioni. Una commemorazione il 7 ottobre 2025
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Per errore il numero 25 del 5 ottobre 2025 di questo notiziario e' stato inviato domenica scorsa alla mailing list recando nell'oggetto il numero 26.
Ci scusiamo per l'infortunio.

1. L'ORA. A DUE ANNI DAL POGROM DEL 7 OTTOBRE 2023. CESSINO LE STRAGI, SIANO LIBERATI TUTTI I RAPITI

Domani saranno due anni dall'abominevole pogrom del 7 ottobre 2023.
All'orrore di quel crimine e' seguito come conseguenza prevedibile e prevista l'orrore della guerra a Gaza che ha massacrato e continua a massacrare innumerevoli persone innocenti e inermi.
Che questo orrore finisca.
Che siano restituite alla liberta' le persone rapite dai nazisti di Hamas, e che siano restituite alle famiglie le salme delle persone assassinate dai nazisti di Hamas, salme che i nazisti di Hamas trattengono ancora.
Che cessino le stragi a Gaza e si rechino immediati ingenti soccorsi alla popolazione sopravvissuta e stremata.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 6 ottobre 2025
* * *
Allegato primo: un appello del 2 novembre 2023
Due cose che so (Ancora una concione di un digiunatore kafkiano)
La prima cosa: che per lo stato di Israele e per le persone ebree e le comunita' ebraiche sparse per il mondo, la lotta attuale e' una lotta per la sopravvivenza.
Hamas, e tutti i nazisti di tutto il mondo che al seguito dell'azione di Hamas oggi tornano anch'essi all'azione in tutto il mondo senza minimamente preoccuparsi di nascondere le loro intenzioni, hanno come scopo esplicito il genocidio. La distruzione dello stato di Israele a questo serve: ad avviare il genocidio.
Ogni essere umano decente deve oggi schierarsi in difesa dello stato di Israele e di tutte le persone ebree e le comunita' ebraiche sparse per il mondo.
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La seconda cosa: che il popolo palestinese continuera' a soffrire violenze indicibili finche' non avra' il suo stato, indipendente e democratico.
Il principale autore delle violenze di cui e' vittima il popolo palestinese e' tragicamente lo stato di Israele, che cosi' tradisce i suoi stessi piu' profondi valori.
Ma nemici del popolo palestinese sono anche tutti gli stati e tutti i poteri che invece di adoperarsi per la nascita dello stato di Palestina, indipendente e democratico, hanno continuato a favoreggiare l'inflizione di terribili sofferenze al popolo palestinese per farne strumento di propaganda per fini che con la liberta' e i diritti del popolo palestinese non hanno nulla a che vedere.
Ogni essere umano decente deve oggi schierarsi in difesa del popolo palestinese e per l'immediata nascita dello stato di Palestina.
*
Hamas non e' un'organizzazione religiosa: e' un'organizzazione fascista.
Hamas non rappresenta il popolo palestinese: e' un'organizzazione totalitaria, stragista e genocidaria: quindi nemica dell'umanita' intera.
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Lo stato di Israele non puo' e non deve continuare a macchiarsi di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita'. Sorto per garantire un rifugio alle vittime di una bimillenaria persecuzione, deve tornare ad essere fedele ai suoi costitutivi ideali.
Lo stato di Israele deve essere il primo promotore della nascita immediata dello stato di Palestina: e' oggi il suo compito storico per il bene comune dell'umanita'.
*
La difesa dello stato di Israele e' dovere comune dell'umanita'.
La difesa del popolo palestinese e la nascita immediata dello stato di Palestina e' dovere comune dell'umanita'.
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Non vi e' alcuna "guerra di religione".
Tutte e tre le grandi religioni sorelle di origine abramitica - come tutte le altre grandi tradizioni culturali dell'umanita' - convergono nel riconoscere il diritto alla vita di ogni essere umano, convergono nel riconoscere il dovere di fare il bene e di opporsi al male, convergono nel riconoscere che ogni persona deve agire verso le altre persone cosi' come vorrebbe che le altre persone agissero verso di lei.
Nel corso della storia in nome di Dio sono stati commessi crimini abominevoli da parte di poteri scellerati e palesemente blasfemi; ma ogni persona senziente e pensante sa che i credenti di qualunque religione nel nome di Dio riconoscono il bene che sempre e solo salva le vite, che sempre e solo e' misericordioso.
Ogni essere umano, credente o non credente in una religione positiva, sa che salvare le vite e' il primo dovere.
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Occorre un accordo immediato tra Stato di Israele ed Autorita' Nazionale Palestinese.
Occorre la cessazione immediata di tutte le uccisioni.
Occorre la nascita immediata dello stato di Palestina.
Occorre un impegno comune di tutti gli stati del mondo al riconoscimento immediato sia dello stato di Israele che dello stato di Palestina.
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Fermare la guerra, fermare le stragi.
Liberare tutti i rapiti, liberare tutti i prigionieri.
Soccorrere tutte le vittime che e' ancora possibile salvare.
Riconoscere la comune umanita' di tutti gli esseri umani.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Viterbo, 2 novembre 2023, nel giorno dei morti, all'ascolto delle vittime
* * *
Allegato secondo: un appello del 5 novembre 2023
A costo di sembrare il solito grillo parlante...
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
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Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Viterbo, 5 novembre 2023
* * *
Allegato terzo: un appello del 25 luglio 2025
"Chiunque ha un cuore getti le armi, ora e per sempre". Due parole su Gaza e dintorni

"Ogni luogo e' il centro del mondo"
(Alce Nero)

I dintorni di Gaza sono il mondo intero.
Quello che sta accadendo a partire dal mostruoso pogrom del 7 ottobre riguarda l'umanita' intera.
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Vi sono due popoli minacciati.
Entrambi hanno diritto alla nostra solidarieta'.
Vi sono crimini abominevoli commessi da un'organizzazione terrorista e nazista e da un esercito regolare agli ordini di un governo democraticamente eletto ma che sta attuando una politica folle, criminale e fascista.
Questi crimini devono cessare.
Nessuna persona deve essere piu' uccisa.
Tutti gli innocenti privati della liberta' devono essere restituiti alle loro vite e alle loro famiglie.
Tutte le salme delle vittime devono essere riconsegnate alle loro famiglie e alle loro comunita' per ricevere le onoranze funebri e poterne elaborare il lutto.
Tutte le persone bisognose di aiuto devono ricevere immediati e adeguati soccorsi.
Salvare tutte le vite e' il primo dovere.
Il momento della pace, della misericordia, del dialogo, della giustizia e della riconciliazione e' adesso.
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La comunita' internazionale ed in primo luogo gli stati limitrofi dichiarino solennemente che nessuno attentera' piu' all'esistenza dello stato di Israele.
La comunita' internazionale ed in primo luogo lo stato di Israele riconoscano l'esistenza dello stato palestinese ed affinche' tale riconoscimento sia reale si inizi immediatamente lo smantellamento di tutte le colonie nei territori occupati e si restituisca tutto il territorio illegalmente occupato allo stato palestinese rappresentato ad interim dall'Autorita' Nazionale Palestinese che prepari successive elezioni democratiche.
Di tutte le molte e complesse questioni controverse fin dal 1948 si inizi a trattare subito dopo tra due stati sovrani in termini di reciproco rispetto, di dialogo sincero e di autentica cooperazione.
Il Sudafrica di Nelson Mandela (e soprattutto con la straordinaria esperienza della "Commissione per la verita' e la riconciliazione" guidata da Desmond Tutu) ha dimostrato che con la nonviolenza si possono risolvere tutti i conflitti, anche i piu' tragici.
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Allego in calce un appello che mi sembra particolarmente condivisibile: la dichiarazione congiunta dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e del presidente della comunita' ebraica di Bologna Daniele De Paz "Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilita' comune per la pace".
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Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Tutte e tutti apparteniamo ad un'unica umana famiglia.
Solo la nonviolenza sconfigge la violenza.
Tu non uccidere.
Tu salva le vite.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiunque ha un cuore getti le armi, ora e per sempre.
Viterbo, 25 luglio 2025
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Allegato: Una dichiarazione congiunta dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e del presidente della comunita' ebraica di Bologna Daniele De Paz
Tra le molte dichiarazioni di questi mesi e di questi giorni una mi sembra di particolare valore: quella congiunta dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e del presidente della comunita' ebraica di Bologna Daniele De Paz "Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilita' comune per la pace". Essa recita:
"Noi, rappresentanti delle comunita' cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell'Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravita' dell'ora presente e della responsabilita' morale che ci unisce come credenti e come cittadini.
Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l'occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.
Ci uniamo al grido dell'umanita' ferita che non vuole e non puo' abituarsi all'orrore della violenza: basta guerra. E' il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa puo' arrivare solo nell'incontro e nella fiducia, che il diritto puo' garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: "Cercate la pace e perseguitela" (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: "Chi salva una vita, salva il mondo intero". Ma e' tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero.
Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa puo' giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sara' mai costruita sull'odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volonta' di parlarsi.
Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidita' perche' aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non e' debolezza, ma forza. La pace e' sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!".
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Allegato quarto: un appello che abbiamo incessantemente ripetuto negli ultimi mesi
Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. MEMORIA. DALLA PARTE DI TUTTE LE VITTIME, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI. UNA COMMEMORAZIONE IL 7 OTTOBRE 2025

La mattina di martedi' 7 ottobre 2025 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo il responsabile della storica struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, nel secondo anniversario del pogrom del 7 ottobre 2023 ha tenuto una commemorazione delle vittime di quel mostruoso eccidio, e con esse di quelle della guerra di sterminio che ne e' conseguita, e di tutte le vittime di tutte le guerre, poiche' siamo una sola umana famiglia e l'uccisione di ogni essere umano e' una tragedia infinita che tutte e tutti ci colpisce e ci strazia.
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Dopo aver letto sia l'intero capitolo conclusivo dell'ultimo capolavoro di Primo Levi, "I sommersi e i salvati", la' dove il grande testimone della dignita' umana concludendo la sua riflessione sulla Shoah e sui doveri dell'umanita' ammonisce che "e' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo" e convoca ogni essere umano all'impegno contro ogni risorgente sanguinaria barbarie; sia la sua profonda e sconvolgente poesia "La bambina di Pompei", vero e proprio manifesto dei compiti dell'umanita' nell'eta' contemporanea caratterizzata da armamenti in grado di distruggere l'intero genere umano; e dopo aver rievocato il cuore della fondamentale riflessione etica di Emmanuel Levinas; il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha concluso la sua meditazione con le seguenti semplici parole: "Nel secondo anniversario del mostruoso pogrom del 7 ottobre 2023 ricordiamo ancora una volta con dolore inestinguibile tutte le vittime di quella strage e della mostruosa guerra successiva che tuttora perdura, cosi' come di tutte le guerre che sempre e solo uccidono degli esseri umani, che tutti e tutte sono sempre nostri fratelli e nostre sorelle.
E chiediamo quindi ancora e ancora che cessino tutte le guerre e tutte le uccisioni.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere".
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo convoca ogni persona senziente e pensante ed ogni umano istituto all'impegno comune per il bene comune dell'umanita', al cui cuore vi e' il dovere di non uccidere, il dovere di salvare tutte le vite: occorre far cessare tutte le guerre, disarmare e smilitarizzare il mondo, riconoscere l'umanita' di tutti gli esseri umani e recare soccorso ad ogni persona bisognosa di aiuto, opporsi al male facendo il bene.
Riproponiamo ancora una volta l'appello che abbiamo incessantemente ripetuto negli ultimi mesi.
Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. CINQUE MINIME DESCRIZIONI DELLA NONVIOLENZA E CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO

Una caratteristica peculiare dell'esperienza del "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" è stata la scelta teorica e pratica della nonviolenza, anche grazie alla presenza di Alfio Pannega, che da antifascista coerente fu sempre un amico della nonviolenza.
Questi testi, estratti da una piu' ampia raccolta, tutti già apparsi negli scorsi anni sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", vogliono essere un omaggio ad Alfio e al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul", e forse anche un promemoria per la riflessione e la discussione e uno strumento di lavoro per un'adeguata impostazione delle lotte necessarie da condurre ancora contro la guerra, il fascismo, il razzismo, lo schiavismo, il maschilismo, la distruzione della natura; in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
*
Indice
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
2. Breve litania della nonviolenza
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è' il disarmo
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
3. In quanto le armi
4. Del non uccidere argomento primo
5. Poiché vi è una sola umanità

I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza

1. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi è chi soffre, lì interviene la nonviolenza.
Dove vi è ingiustizia, lì interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove è lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza è dove c'è la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza è l'umanità in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla libertà del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male è nella ricchezza, sa che il bene è la condivisione;
sa che si può e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la libertà di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza è l'antibarbarie.
La nonviolenza è il riconoscimento della dignità di ogni essere vivente.
La nonviolenza è questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanità unita contro il male e la morte;
sì, se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza è la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verità ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verità e del bene.
Sa che il mondo è gremito di persone, così fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la più ferma; e deve essere la più delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: lì è la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, lì è la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanità di persone tutte libere ed eguali in diritti,
lì, lì è  la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza già ti viene incontro.

La nonviolenza è una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

2. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non è la luna nel pozzo.
La nonviolenza non è la pappa nel piatto.
La nonviolenza non è il galateo del pappagallo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non è il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non è il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non è il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non è la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non è il colpo di carambola.
La nonviolenza non è l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non è il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non è il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non è la sala dei professori.
La nonviolenza non è il capello senza diavoli.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non è l'albero senza serpente.
La nonviolenza non è il piagnisteo di chi si è arreso.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non è il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non è il vestito di gala.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non è il film al rallentatore.
La nonviolenza non è il semaforo sempre verde.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non è il buco senza la rete.
La nonviolenza non è il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non è il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non è il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non è niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non è niente che si serva al bar.
La nonviolenza è solo la lotta contro la violenza.

*

3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitù.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanità come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralità delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorità.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

*

4. Ancora una schidionata della nonviolenza

La nonviolenza è vecchia come il cucco
la nonviolenza è zoppa e comunista
svelta come l'antica tartaruga
arrotolata come una lumaca
ha come casa un sacco e una coperta
al fontanile beve con le bestie
campa mangiando foglie e radici
è sempre in marcia e non si ferma mai.

Veglia la notte e parla coi fantasmi
conosce tutte le canzoni e non le canta
s'accampa fuori mano e s'alza presto
saluta con la mano e s'allontana
non ama le cerimonie
si tiene lontana dai palazzi
ha sempre due o tre sassi nel fagotto
sa quando usarli e non sbaglia la mira.

Non fa ritorno dalla guerra di Troia
perché alla guerra non ha voluto andare
detesta gli indovini e gli officianti
chiama assassino chi invoca sacrifici
chiama assassino chi ha sete di sangue
tutti i potenti gli stanno sul gozzo
si fida solo della povertà
sa che il progresso conduce alla morte.

E' dalla parte dei morti di fame
organizza la lotta dei più miseri
chiama a condividere il bene e i beni tutti
oppresse e oppressi sono il suo partito
ogni privata proprietà abolisce
abbatte le caserme e le dogane
giammai permette che si escluda alcuno.

Abolisce le guerre e le armi
a tutti i fascismi si oppone
contrasta ogni potere oppressivo
resiste ad ogni inerzia e imposizione
grida forte il dolore del mondo
apre gli occhi a chi ancora non vedeva
smaschera le menzogne dei malvagi
tutto sa aggiustare e rompere sa tutto.

Ha volto e voce di donna
è fatta di sputo e di fango
tutte le vite vuole salvare
separa e unisce e poi separa ancora
e poi ancora unisce sa che una
è la via all'insù la via all'ingiù
e che tutti i destini sono uno
fa la sua lotta e poi continua il suo cammino.

*

5. Corta litania della nonviolenza e del nulla

"Se non è la lotta che libera tutte e tutti
la nonviolenza è nulla"
(Nereo Zuzzanghi, Lunghe storie dette in breve, Ferney, 1778)

Se non abbatte tutte le muraglie di tutti i luoghi di pena
tutte le gabbie tutti i recinti di filo spinato
tutte le stanze buie gli angoli della vergogna
i vagoni bestiame le baracche con le orchestrine

Se non abolisce tutti i plotoni d'esecuzione
se non chiude tutte le fabbriche d'armi
se non scioglie tutti gli eserciti

Se non demolisce tutte le istituzioni totali
se non demolisce tutte le ideologie totalitarie
se non è lo spazio dell'eguaglianza e della diversità
se non è la casa comune che include il mondo intero
dove vige la legge dell'universale solidarietà e responsabilità
se non è colloquio corale e dialogo infinito
passarsi il pane e il vino e la parola
nell'ospitalità che nulla chiede

Se non versa sabbia nei motori
se non dissoda le strade asfaltate
se non ruba tutte le gomme

Se non spezza tutte le catene
se non salva tutti i naufraghi
se non soccorre tutti i bisognosi

Se non fa crescere l'erba
se non resuscita ogni giorno il sole
se non colma ogni notte il cielo di stelle
se non nutre le anime come i corpi

Se non demolisce gli idoli e l'idolo della demolizione degli idoli
se non si oppone a tutte le demolizioni
se non restituisce la parola
se non impara e insegna ad ascoltare
e riscaldare senza dare fuoco

se non restituisce la libertà ad ogni persona oppressa
se non condivide tutto il bene e tutti i beni fra tutte e tutti
se non salva tutte le vite
se non è la coscienza e l'organizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta
per la liberazione dell'umanità intera e la difesa dell'intero mondo vivente
la nonviolenza è nulla.

*

II. Cinque perorazioni per il disarmo

1. La prima politica è il disarmo

La prima politica è il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta più i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto è vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite è il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

*

2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprietà nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti dà la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffè diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto è tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo è buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto è aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanità

*

3. In quanto le armi

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
è già una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanità all'umanità.

Solo con il disarmo
la civiltà rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

*

4. Del non uccidere argomento primo

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.

Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.

Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanità non sia disfatta.

Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone è di esecuzione.

Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.

*

5. Poiché vi è una sola umanità

Poiché vi è una sola umanità
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarietà
da chiunque altro sia essere umano.

Nessun confine può la dignità
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualità
umana propria di ogni essere umano.

Se l'edificio della civiltà
umana ha un senso, ed esso non è vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalità.

Se la giustizia e se la libertà
non ciancia, bensì pane quotidiano
hanno da essere, così il lontano
come il vicino merita pietà.

Nel condividere è la verità
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto è la felicità
ogni diritto è un diritto umano.

Se vero è che tutto finirà
non prevarrà la morte sull'umano
soltanto se la generosità
sarà la legge di ogni essere umano.

La nonviolenza è questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza è questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Elia Milani, Voci dal confine, Mondadori, Milano 2025, pp. VI + 174, euro 18,50.
*
Riletture
- Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa, Einaudi, Torino 1995, 1999, Mondadori, Milano 2011, 2 voll. per complessive pp. XII + 1480.
*
Riedizioni
- Jean-Pierre Filiu, Histoire de Gaza, Fayard, Paris 2012, 2024, pp. 600, euro 13.
- Raja Shehadeh, Il pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare, EDT, Torino 2010, 2025, pp. XX + 196.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 26 del 7 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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