[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Voci e volti della nonviolenza. 192
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 192
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 18 Jun 2008 10:25:53 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 192 del 18 giugno 2008 In questo numero: 1. Se giovasse ripetere le cose (6) 2. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 2 luglio 1999 (parte seconda) 3. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 3 luglio 1999 4. Una lettera aperta del 12 luglio 1999 1. NOTA. SE GIOVASSE RIPETERE LE COSE (6) Riproponiamo alcuni altri materiali gia' pubblicati e ripubblicati nel notiziario della Campagna contro la schiavitu' nel 1999. 2. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 2 LUGLIO 1999 (PARTE SECONDA) Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 9 del 2/7/1999 * III. Avviso di convocazione e ordine del giorno della riunione del 13 settembre 1998 Proposta di ordine dei lavori per la riunione del 13 settembre 1998 1. discussione, scrittura collettiva ed approvazione del testo definitivo del programma dell'iniziativa contro la schiavitu' 1.1. traccia per il programma di massima (esaminata nella riunione del 10 settembre e proposta come sintesi delle precedenti riunioni): Scrivere, con il metodo della discussione e della scrittura collettiva, un documento che definisca: - l'argomento su cui si vuole intervenire: lottare contro la schiavitu' in Italia (di cui sono soprattutto vittima persone immigrate), per la liberazione delle vittime. - i motivi per cui lo si fa (alcuni esempi): difesa e promozione della dignita' e della liberta' di ogni persona umana; difesa della democrazia e dello stato di diritto; lottare contro l'ingiusto rapporto Nord/Sud (interpretando la migrazione coatta come conseguenza della rapina coloniale e neocoloniale delle risorse); lotta contro il razzismo; lotta contro il sessismo (oppressione dell’uomo sulla donna); lotta contro i poteri criminali (e contrastare certe azioni razziste delle istituzioni che di fatto danneggiano ancor piu' le vittime e favoreggiano i poteri criminali); lotta contro la violenza sessuale (e sui bambini); lotta contro la violenza. - le proposte che si formulano: in primo luogo liberare le vittime; quindi chiedere interventi sia legislativi che amministrativi; cio' significa chiedere un intervento delle istituzioni pubbliche (quindi uscire dalla logica della filantropia ed affermare quella del diritto); interventi che risarciscano le vittime per le violenze da esse subite in Italia; interventi che configurino una strategia coerente di aiuto e liberazione delle vittime: riconoscimento dei diritti civili (ed in primo luogo diritto di permanenza in Italia - se desiderata -), assistenza sociale ed economica, protezione da parte dei pubblici poteri rispetto ad ulteriori violenze e rappresaglie da parte dei poteri criminali, diritto allo studio e al lavoro; valorizzare esperienze (sia di soggetti pubblici che del volontariato) gia' in corso (sia di riduzione del danno, sia di costruzione di alternative). - la metodologia di lavoro: studio dell'argomento; uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza; prendere contatti con altre esperienze impegnate su questi temi; definire in prima approssimazione tempi, obiettivi, risorse, metodi, interlocutori (e controparti) dell'iniziativa. 1.2. esaminare e valorizzare per eventuali integrazioni o cambiamenti il documento del Gruppo Abele su "Prostituzione forzata e sfruttamento delle persone a fini sessuali" (diffuso nella precedente riunione). 1.3. raccogliere, discutere e valorizzare tutte le proposte, le critiche ed i suggerimenti che verranno presentati per iscritto o a voce: il documento che realizzeremo deve essere frutto di una autentica elaborazione e discussione collettiva, occasione di conoscenza e chiarimento per tutti, programma pienamente condiviso. 2. verifica del lavoro fatto, approfondimento della conoscenza di alcuni argomenti, decisioni da prendere sulla base di proposte preparate nel frattempo 2.1. verifica del lavoro fatto - raccolta di documentazione e costituzione dell'archivio cartaceo [si ricordi che ogni ritaglio di giornale o rivista deve recare anche nome della testata e data di pubblicazione]; - studio della documentazione diffusa nella riunione precedente (ciascuno illustri sinteticamente il materiale che ha letto); - dotazione di "diari di campagna" per tutti i partecipanti all'iniziativa. 2.2. approfondimento della conoscenza di alcuni argomenti - studio di casi: storie di vita; - studio di casi: esperienze di intervento e di solidarieta'. 2.3. decisioni - sul nome del nostro gruppo di lavoro e della nostra iniziativa contro la schiavitu'; - sull'autofinanziamento immediato ed in prospettiva; - sulle prossime iniziative (sia di studio, sia di training, sia di intervento pubblico); - sui contatti da prendere e sulla documentazione da acquisire; - sull'uso delle biblioteche pubbliche (tutti devono saperne far uso, quindi tutti devono farne esperienza); - ancora sugli obiettivi, sui tempi e sui modi della campagna (oltre quanto stabilito nel documento programmatico). 3. prosecuzione dello studio delle tecniche della nonviolenza e relativo training 3.1. Parte teorica - riassunto di alcuni valori fondamentali della nonviolenza: la nonviolenza e' lotta ed e' comunicazione; coerenza tra mezzi e fini; la nonviolenza di tipo "satyagraha"; il principio fondamentale e' che il potere ingiusto si regge sulla passivita' ovvero sulla complicita' degli indifferenti e degli stessi oppressi, occorre negare il consenso al potere ingiusto, rompere la complicita'; nella lotta nonviolenta non conta la quantita' ma la qualita': meglio pochi militanti molto coscienti e ben preparati che tanta gente confusa ed inaffidabile; la nonviolenza e' lotta per una umanita' di eguali, per la liberazione e la dignita' di tutti; - lettura della carta ideologico-programmatica del movimento nonviolento fondato da Aldo Capitini; - riassunto delle tecniche gia' studiate (descritte o sperimentate) nelle precedenti riunioni: a) tecniche decisionali: il metodo del consenso (e le sue implicazioni); b) formule organizzative: i gruppi di affinita'; c) tecniche di formazione all'azione diretta nonviolenta: giochi di fiducia (e limiti e rischi di manipolazione); esperienze condivise; giochi di ruolo; esercizi per la presa rapida di decisioni; brainstorm; comizio volante; diario di campagna; - scrittura collettiva e "presa di parola": come uguaglianza concretamente praticata e come valorizzazione della dignita' e partecipazione di tutti; - teatro politico di strada (teatro invisibile, umoristico, simbolico, etc.); - studio di casi; - modello di organizzazione di una campagna nonviolenta: conoscere, denunciare l'ingiustizia, informare, protestare, lottare, tenere sempre aperta la comunicazione; - presentazione di alcune tecniche dell'azione diretta nonviolenta: noncollaborazione (e varie forme di obiezione di coscienza), sciopero, sciopero alla rovescia, boicottaggio, picchetto, veglia, pedinamento, sciopero della fame, occupazione, marcia, corteo, assemblea, disobbedienza civile, formazione di organi di governo paralleli; - nel corso di una campagna di lotta nonviolenta tenere sempre presenti: comunicazione, ricerca di mediazione e compromesso (quando possibile ed onorevole, su punti condivisi), fini sovraordinati, intransigenza sui principi e flessibilita' (e creativita') nella lotta; rispetto per tutte le persone; essere pronti ad interrompere l'iniziativa qualora l'azione della propria parte sfugga al controllo e si rischi di violare le regole fondamentali liberamente decise e condivise. 3.2. Parte pratica - come si scrive un comunicato stampa (illustrazione ed esercizi); - alcuni giochi di fiducia (presentazione di se', anche descrivendo una cosa positiva accaduta e apprezzata, una propria qualita'/difetto, etc.); - esperienze condivise (esempio: canto); - interpretazione di discorsi come prosecuzione dello studio delle tecniche della retorica [illustrazione dell'importanza della dizione/recitazione: caso di frasi il cui senso e' determinato dal tono della voce ("Verrai a cena da me con tuo figlio questa sera?"); esercizi: letture/recitazioni del discorso di Pericle in Tucidide; della chiusa del Contro Eratostene di Lisia; dell'incipit della prima catilinaria di Cicerone; del discorso della montagna; dei discorsi ai romani di Bruto e di Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare; di alcune poesie di Svendborg di Brecht; degli Esercizi di stile di Queneau]; - alcuni giochi di ruolo; - comizio volante (o conferenza televisiva); - esercizi per la capacita' di sintesi (e la decisione consensuale) [adattamenti del gioco delle sette parole]; - comunicazione non verbale (gioco delle regole del gruppo; gioco dell'attivita' mimata); - interviste, ovvero brevi dialoghi a domanda e risposta, per addestrare alla forma discorsiva brachilogica (= esposizione semplice, chiara, breve, precisa, efficace). 4. Organizzazione della prossima riunione e distribuzione dei compiti 4.1. Diffusione del documento programmatico a: interlocutori significativi (chiedendo loro cosa ne pensano), mass-media locali e nazionali, istituzioni cui ci si rivolge; consegnandolo a mano, per posta, per fax e via internet; 4.2. Incarichi per la raccolta di documentazione (tramite internet, telefonando, scrivendo lettere, visitando centri di documentazione e gruppi...) e la sua razionale catalogazione ed organizzazione per facilitarne la consultazione; 4.3. Studio della documentazione disponibile; 4.4. Richiesta di preparare brevi relazioni scritte, da leggere nella prossima riunione, sui materiali letti; 4.5. Visite a biblioteche pubbliche ed apprendimento del loro uso (impegno richiesto a tutti i partecipanti all'iniziativa, chi non ci e' mai stato ci vada con chi e' gia' esperto); 4.6. Stabilire la data del prossimo incontro e l'"ordine del giorno" di esso. 5. Riassunto del lavoro svolto nella giornata, e giudizio sulla giornata e sul lavoro complessivamente svolto fin qui in preparazione dell'iniziativa (chiedere a tutti i partecipanti di pronunciarsi, con interventi a raggio). Alcuni libri da acquistare e leggere Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino; Raymond Queneau, Esercizi di stile, Einaudi, Torino; Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Lef, Firenze; Lorenzo Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lef, Firenze (ma anche presso altri editori: Movimento Nonviolento; Stampa Alternativa); Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino; Norberto Bobbio, Eguaglianza e liberta', Einaudi, Torino; Marcos, La quarta guerra mondiale e' cominciata, Manifesto, Roma; Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano; Ronald Laing, Nodi, Einaudi, Torino; Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano. Alcuni indirizzi utili (...) Alcuni strumenti di cui sarebbe opportuno dotarsi se e quando possibile - archivio; indirizzario; macchina da scrivere; telefono; - fotocopiatrice; fax; computer; collegamento internet; - codici penale, di procedura penale, civile, di procedura civile; agenda del giornalista; agenda dei Comuni; - abbonamenti ad alcune riviste; collezione di almeno due quotidiani. * IV. Alcuni riferimenti utili... * V. Alcuni appunti sulla comunicazione, il discorso, la scrittura In questi appunti si riassume il contenuto di alcune conversazioni preliminari ad esercitazioni effettuate nell'ambito dei training nonviolenti svoltisi nel Csoa "Valle Faul" di Viterbo nel mese di settembre 1998 1. Il processo della comunicazione richiede: - un emittente (esempio: la persona che parla) - un ricevente (esempio: la persona che ascolta) - uno strumento o veicolo (esempio: la voce) - un codice (condiviso dall'emittente e dal ricevente; esempio: la lingua italiana) - un messaggio Un messaggio ha sempre due aspetti: - il contenuto - la relazione Ogni atto comunicativo istituisce un sistema relazionale. 2. come si prepara un discorso Nella retorica classica (ovvero la tecnica di fare dei discorsi convincenti come fu sviluppata nelle culture greca e romana) si distinguono cinque fasi: - inventio (la creazione del discorso, l'argomento); - dispositio (l'organizzazione efficace del discorso, la sua architettura); - elocutio (l'abbellimento del discorso); - memoria (ricordare il discorso); - actio (la recitazione del discorso: tono della voce, gesti, etc.). 3. come si scrive - Si scrive per farsi capire - dire sempre e solo la verita' - parole semplici - frasi brevi e chiare - ragionamenti coerenti - organizzare le frasi - correggere sempre, cercare l'espressione migliore, la piu' chiara Come si fa un comunicato-stampa Titolo: breve (una o due righe) Testo: da dieci a venti righe, frasi brevi, parole semplici Firma Luogo e data Come si fa un articolo giornalistico di cronaca Titolo: breve e colorito (una riga). Occhiello (sopra il titolo; oppure: sottotitolo): piu' lungo del titolo ma sempre breve e su una sola riga, in corpo tipografico piu' piccolo, ha la funzione di spiegare meglio il contenuto dell'articolo. Articolo: solitamente ha una lunghezza predeterminata (quando e' di poche righe si chiama trafiletto); in esso nel descrivere un fatto bisogna ricordarsi di dire: chi, cosa, dove, quando, come e perche'. Le frasi devono essere brevi, le parole semplici. Appendice: alcune idee pratiche per parlare con qualcuno con la volonta' e con qualche speranza di riuscire a farsi capire; emerse dai giochi di ruolo svoltisi domenica 19 e lunedi 20 luglio 1998 presso il Csoa "Valle Faul" 1. Dire sempre e solo la verita'. 2. Dire in modo affermativo (esempi: io so; io sono sicuro; io credo; io sono convinto) solo le cose di cui si e' sicuri e convinti; dire in modo dubitativo (esempi: forse; e' probabile; di questo non sono sicuro) le cose di cui non si ha certezza; ogni volta che e' possibile farlo, e' opportuno usare espressioni affermative e negative precise e sintetiche (esempio: si'; no). 3. Parlare lentamente. 4. Scegliere con calma e attenzione le parole; usare solo parole di cui si conosce precisamente il significato. 5. Usare frasi brevi e precise. 6. Parlare ad alta voce e scandendo bene le parole. 7. Parlare in italiano ed evitando le parole difficili. 8. Ricordare sempre che si parla ad altri esseri umani. 9. Ricordare sempre che si parla per farsi capire. 10. Evitare espressioni confuse, volgari o che possano essere offensive o incomprensibili per qualcuno. 11. Respirare con calma e controllare il tono della voce. 12. Quando occorre riflettere, non essere frettolosi; eventualmente comunicare all'interlocutore che si sta riflettendo (esempi: su questo argomento ci sto pensando; su questo argomento ci sto ragionando sopra) o si ha bisogno di tempo per pensare (esempi: su questo argomento dovrei pensarci; avrei bisogno di un po' di tempo per pensarci). 13. Quando si e' emozionati, respirare profondamente e rilassarsi. 14. Quando non si capisce cosa ha detto l'interlocutore, chiedere che ripeta o si spieghi meglio (esempi: mi dispiace ma non ho capito cosa ha detto: per favore lo ripeta; mi dispiace ma non ho capito cosa intende dire, si spieghi meglio). 15. Quando si ha l’impressione di essersi espressi male, in modo confuso o sbagliato, oppure si ha l’impressione che l'interlocutore non abbia capito bene, occorre ripetere e spiegare cosa si intendeva dire (esempi: evidentemente mi sono espresso male, adesso mi spiego meglio; forse mi sono espresso male, adesso lo dico in modo piu' chiaro, piu' preciso; forse c'e' qualche confusione, e' opportuno che mi spieghi meglio; forse non sono riuscito a farmi capire, adesso ci provo di nuovo, in modo piu' accurato; forse non si e' sentito bene quello che ho detto, adesso lo ripeto a voce piu' alta e con parole piu' semplici). Libri particolarmente utili a) Strumenti di lavoro: un buon dizionario della lingua italiana; una grammatica della lingua italiana; Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano; b) Letture particolarmente consigliate: Scuola di Barbana, Lettera a una professoressa, Lef, Firenze; Raymond Queneau, Esercizi di stile, Einaudi, Torino; Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino; Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, varie edizioni; Platone, Fedro, varie edizioni. * VI. Note del 7 ottobre 1998 di approfondimento Per saperne di piu' su alcune persone ed argomenti cui si fa riferimento nel documento "Una proposta di lotta contro la schiavitu'" del collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu' "Liberare le stive" Premessa Nel documento del 30 settembre 1998 del Collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu' "Liberare le stive" si fa riferimento a persone, fatti, testi ed argomenti di cui si e' lungamente parlato nel corso delle riunioni di studio svoltesi tra agosto e settembre. Puo' darsi che i lettori del documento che non hanno partecipato alle riunioni possano avere qualche difficolta' a cogliere il senso e le implicazioni di quei riferimenti. Al fine di una migliore informazione e maggiore consapevolezza sulle vicende e le riflessioni che hanno contribuito alla nostra discussione, in queste note riportiamo alcune notizie utili. 1. Alcune persone ricordate Semira Adamu: giovane donna nigeriana, venduta come moglie da sua nonna a un marito poligamo e violento, per sfuggire a tale compravendita e' scappata dal suo paese cercando infine rifugio in Belgio. Negatole il diritto d'asilo, detenuta in un campo di concentramento, e' stata uccisa il mese scorso, soffocandola con un cuscino, dalla polizia che intendeva rimpatriarla a forza. Aldo Capitini... Franco Fortini... Mohandas Gandhi... Hans Jonas... Primo Levi... Emmanuel Levinas... Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana... Giuliano Pontara... Marco Revelli... Il volume Le due destre analizza il paradosso italiano in cui "al posto della competizione tra quelle che si e' soliti considerare una destra e una sinistra, lo spazio politico e' occupato essenzialmente da due destre: una destra populista e plebiscitaria (fascistoide) da un lato, e una destra tecnocratica ed elitaria dall'altro. Due destre in conflitto tra loro sui mezzi ma per molti versi unificate da un fine comune, che e' quello di offrire un'adeguata sponda istituzionale al 'salto di paradigma' produttivo e sociale - dal fordismo al postfordismo - cui stiamo assistendo". La parte terza del libro analizza il razzismo; la figura dello "straniero" nell'epoca della "globalizzazione"; il rapporto tra etica, politica e pace. Il volume La sinistra sociale affronta il problema della ricostruzione di una strategia alternativa per la sinistra "a partire dalla consapevolezza della radicalita' delle trasformazioni dell'economia, della societa' e della politica verificatesi nel corso degli ultimi vent'anni”. In appendice riporta anche il testo dell'"Appello dei 35 per l'elaborazione di una politica economica e sociale decisamente innovatrice e democratica" (l'appello promosso da un gruppo di studiosi e militanti francesi che propone ed intreccia le tre proposte di: riduzione del tempo di lavoro e ripartizione dell'occupazione; economia plurale e solidale; reddito minimo incondizionato). Vandana Shiva... [abbiamo qui omesso molte schede biobibliografiche poiche' successivamente le abbiamo notevolmente ampliate ed aggiornate e sono ora agevolmente reperibili cercandole con un motore di ricerca in vari fascicoli recenti de "La nonviolenza e' in cammino" - ndr 2008] 2. Alcune esperienze, movimenti, strutture - Amnesty International: e' il piu' noto movimento impegnato per i diritti umani, contro la tortura e contro la pena di morte... - Centro comunitario di Celleno (Viterbo): esperienza comunitaria, formativa, ricettiva, di intervento solidale; attivo soprattutto nella solidarieta' con l'America Latina, ospita la rivista "Amanecer" e La Piccola Editrice. - Centro di ricerca per la pace di Viterbo: e' dagli anni Settanta un punto di riferimento nel viterbese per iniziative ecopacifiste, contro i poteri criminali e il regime della corruzione, antimilitariste e di solidarieta'. - Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano (Pisa): attivo soprattutto sul rapporto Nord/Sud, per il consumo critico, per il commercio equo e solidale, per i diritti umani; svolge un lavoro di documentazione e di mobilitazione di importanza enorme. - centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo: esiste da cinque anni, ospita il Collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu' "Liberare le stive". - Gruppo Abele di Torino: esperienza guidata da don Luigi Ciotti, e' un punto di riferimento decisivo su tutte le questioni dell'emarginazione sociale e della solidarieta'. - Movimento Nonviolento: fondato da Aldo Capitini, ne prosegue l'impegno gandhiano contro la guerra, contro l'ingiustizia, "per un'umanita' di uguali". - Peacelink: network pacifista telematico. Un punto di riferimento fondamentale. Per contatti: sito web: http://www.peacelink.it. Su questa esperienza, e la riflessione di cui e' portatrice, si puo' anche leggere il libro, molto utile, di Carlo Gubitosa, Enrico Marcandalli, Alessandro Marescotti, Telematica per la pace, Apogeo, Milano 1996. 3. Alcuni documenti - Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. - Costituzione della Repubblica Italiana, artt. 1-11 (sono i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano). - Codice penale italiano, artt. 600, 601, 602 (sono quelli che riguardano la schiavitu'). - Legge 6 marzo 1998, n. 40 (e' la nuova legge sull'immigrazione). 4. Alcuni argomenti - accordi di Schengen: sono gli accordi tra i paesi dell'Europa cosiddetta "comunitaria" che prevedono privilegi per i cittadini dell'area e un duro trattamento per le persone escluse. - apartheid: il regime di segregazione razziale istituzionalizzata sperimentato in Sudafrica fino alla vittoria del movimento antiapartheid guidato da Nelson Mandela. - colonialismo e neocolonialismo: forma di violenta oppressione esercitata da un popolo o stato a danno di altri popoli soprattutto per sfruttarne le risorse o per negarne la dignita'; nel colonialismo e' tipica l'occupazione politico-militare del territorio abitato dal popolo oppresso, nel neocolonialismo vi sono forme di dominazione piu' sottili e non meno feroci. - commercio equo e solidale: movimento ed iniziativa di solidarieta' finalizzata alla creazione di un circuito che consenta la commercializzazione dei prodotti del sud del mondo facendo si' che i guadagni del lavoro giungano ai lavoratori, contrastando la rapina operata dalle transnazionali e rompendo la complicita' dei consumatori con esse. - globalizzazione: fase attuale dello sviluppo economico mondiale, caratterizzato sempre piu' dalla dominanza del capitale finanziario e dal potere delle transnazionali; suo effetto e' il sempre piu' grave sfruttamento ed impoverimento del sud del mondo (con le connesse e conseguenti gigantesche violazioni dei diritti umani), la sempre piu' accentuata devastazione ambientale, il crescente esaurimento delle risorse del pianeta sperperate per tenere in vita un modello di sviluppo e un sistema di dominio ingiusti e disumani. - immigrazione ed emigrazione: fenomeni costanti nella storia umana, determinati soprattutto dalla necessita' di procurarsi le risorse per vivere; oggi la rapina delle risorse del sud del mondo da parte dei poteri economici del nord fa si' che per sfuggire alla fame, alla miseria e all'oppressione, grandi masse di popolazione del sud cerchino di spostarsi nel nord per sopravvivere o comunque alla ricerca di una vita migliore. - nonviolenza: teoria-prassi di lotta contro l'ingiustizia e progetto di una convivenza fraterna ed egualitaria, elaborata particolarmente da Gandhi e valorizzata in moltissime esperienze di conflitto sociale nel mondo contemporaneo. - pensiero delle donne e della "differenza": la lotta e la cultura delle donne ha costituito probabilmente la massima acquisizione del pensiero contemporaneo: alcune pensatrici particolarmente importanti sono state Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Simone Weil, Virginia Woolf; in Italia vi e' una comunita' filosofica femminile, denominata Diotima, che si e' concentrata nell'elaborazione di una "filosofia della differenza sessuale". Per una conoscenza introduttiva di alcuni dei temi proposti cfr. Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola 1997; ed i capitoli relativi nella Storia della filosofia di Nicola Abbagnano scritti da Franco Restaino e Giovanni Fornero. Aggiungiamo alcuni profili di alcune pensatrici: Hannah Arendt... Simone de Beauvoir... Lidia Menapace... Rossana Rossanda... Simone Weil... Virginia Woolf... [abbiamo qui omesso le schede biobibliografiche poiche' successivamente le abbiamo notevolmente ampliate ed aggiornate e sono ora agevolmente reperibili cercandole con un motore di ricerca in vari fascicoli recenti de "La nonviolenza e' in cammino" - ndr 2008]. - rapporto Nord/Sud: il rapporto di sfruttamento economico, di rapina delle risorse, di oppressione sugli uomini, che i poteri oggi dominanti sul pianeta (il capitalismo finanziario, le transnazionali, il sistema politico-militare ad esso ed esse funzionale e coesivo) impongono coercitivamente all'umanita', costringendone i quattro quinti a una vita di profonda miseria, violenza, ingiustizia. - razzismo: insieme di teorie e di pratiche fondate sull'affermazione della permanente e radicale disuguaglianza tra gli esseri umani, ideologia disumana sulla base della quale alcuni gruppi pretendono di giustificare il fatto che opprimono fino alla morte altri gruppi ed esseri umani. - scuola di Barbiana: esperienza educativa condotta da don Milani in una zona rurale del Mugello in Toscana (vedi sopra la scheda relativa a Lorenzo Milani). 5. Alcune riviste utili... 6. Alcune case editrici... 7. Postilla Queste note sono state scritte, e piuttosto frettolosamente, il 6-7 ottobre 1998; alcune schede biobibliografiche sono state riprese da un nostro precedente lavoro: Uomini di pace, Viterbo 1997. 3. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 3 LUGLIO 1999 Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 10 del 3/7/1999 * Due lettere aperte ed un comunicato del settembre 1998 1. Lettera del 5 settembre 1998 al Presidente del Consiglio dei Ministri Liberare le vittime di schiavitu' in Italia Egregio Presidente del Consiglio, in merito ai recenti interventi di alcuni enti locali rispetto al fenomeno della prostituzione, e' doveroso fare luce su alcuni punti decisivi trascurati dal dibattito in corso. 1) La grandissima maggioranza delle persone che si prostituiscono sono tenute in condizioni di schiavitu' da efferati poteri criminali; pertanto le istituzioni democratiche hanno un preciso e ineludibile dovere: liberare le vittime di schiavitu' e combattere gli schiavisti, come richiede la Costituzione, come prevede il Codice Penale (artt. 600-602). 2) Gli enti locali possono e devono intervenire (anche valorizzando l'art. 16 della recente legge 40/98 sull'immigrazione) offrendo alle vittime di schiavitu': permanenza legale in Italia e riconoscimento dei diritti civili (molto spesso si tratta di persone immigrate, seviziate e private dei documenti), protezione rispetto a possibili rappresaglie da parte del racket, assistenza sociale ed economica. Cio' anche a titolo di risarcimento per le violenze da esse subite in Italia. 3) Il governo puo' dare un segnale forte ed un contributo decisivo nella giusta direzione promuovendo un'azione coordinata, legislativa ed amministrativa, contro la schiavitu' e per liberare le vittime. Liberare le vittime di schiavitu' e' doveroso e necessario per affermare la legalita' e il rispetto dei diritti umani, per combattere i poteri criminali, per difendere e promuovere la democrazia e lo stato di diritto. In attesa di un cenno di riscontro, distinti saluti, Viterbo, 5 settembre 1998 * 2. Lettera del 13 settembre 1998 al Presidente della Repubblica Governo, Parlamento ed enti locali si impegnino contro la schiavitu' Signor Presidente, In Italia vi sono decine di migliaia di persone tenute in condizioni di schiavitu', soprattutto donne e bambini immigrati. Tale situazione di feroce violazione della dignita' umana e' resa possibile non solo dall'azione di poteri criminali che barbaramente sfruttano queste persone, ma anche dalla diffusa indifferenza e talora dalla vera e propria complicita' di istituzioni e societa' civile. Occorre far cessare questa infamia. Occorre che in Italia si dispieghi un impegno contro la schiavitu' che sia attraverso provvedimenti legislativi ed amministrativi dei pubblici poteri, sia attraverso la sensibilizzazione e l'impegno della popolazione, ponga fine a questo orrore. Per combattere la schiavitu' la cosa piu' urgente e' liberare le vittime. Ebbene, le vittime sono persone che sono state brutalizzate, private di diritti e di documenti, ridotte alla miseria e alla disperazione. Occorre quindi liberarle dalla schiavitu', restituire ad esse tutti i diritti civili (in primo luogo quello di soggiorno legale nel nostro paese), garantire ad esse alloggi, assistenza sociale ed economica, e protezione rispetto a ulteriori violenze. Abbiamo il dovere di aiutare e liberare le vittime di schiavitu', anche come forma di risarcimento per le violenze da esse subite nel nostro paese. Signor Presidente, chiediamo a Lei, al governo, al Parlamento ed alle istituzioni tutte, ed in particolare agli enti locali, un impegno immediato, energico, limpido in tal senso: liberare le vittime, combattere la schiavitu'. Solo aiutando e liberando le vittime, garantendo ad esse diritti ed assistenza, si puo' concretamente affermare la legalita' ed il rispetto dei diritti umani nel nostro paese; solo aiutando e liberando le vittime si puo' cominciare a lottare efficacemente contro il racket schiavista; solo aiutando e liberando le vittime si difende lo stato di diritto e la democrazia. Su questo chiediamo l'impegno delle istituzioni e dei cittadini. E condanniamo certe recenti vergognose iniziative degli enti locali contro le vittime di schiavitu', iniziative che costituiscono di fatto veri e propri atti di favoreggiamento degli schiavisti. Signor Presidente, confidiamo su un suo autorevole intervento in difesa della dignita' umana, contro la schiavitu' tragicamente persistente in Italia. Viterbo, 13 settembre 1998 * 3. Comunicato stampa del 20 settembre 1998 Contro la schiavitu', anche nel viterbese Occorre liberare le vittime e combattere il racket schiavista La stampa locale ha riferito che alcuni giorni fa una giovane nigeriana residente in Italia che cercava di liberare la sua sorella di 16 anni vittima del racket della schiavitu' sessuale, e' stata aggredita nei pressi di Monterosi, tra Viterbo e Roma, e solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell'ordine ha salvato la propria vita. Dopo l'omicidio di una giovane prostituta e di un vigile urbano nei pressi di Tarquinia, il territorio viterbese e' ancora teatro di una vicenda di violenza legata alla schiavitu' sessuale. Occorre quindi rinnovare la richiesta di un intervento adeguato delle istituzioni, che deve caratterizzarsi per i seguenti criteri: 1. occorre aiutare e liberare le vittime di schiavitu', valorizzando anche quanto previsto dall'art. 16 della recente Legge 6 marzo 1998 n. 40 sull'immigrazione, che prevede opportuni interventi umanitari; a tal fine gli enti locali possono e devono realizzare interventi assistenziali e di sostegno economico per liberare le persone schiave. 2. occorre combattere il racket schiavista contestando ai suoi membri lo specifico reato di riduzione in schiavitu', di tratta di schiavi, di compravendita di schiavi, reati previsti e punti dal Codice Penale agli articoli 600, 601, 602. 3. occorre chiarire una volta di piu' che certi interventi delle istituzioni mirati contro le persone schiave (le famigerate multe ai sensi del codice della strada; i decreti di espulsione che precipitano chi li riceve in una piu' profonda clandestinita' ed illegalita') sono del tutti iniqui ed inefficaci: emettere decreti di espulsione ai danni di persone schiave, non le libera dalla schiavitu', ma la rafforza; multare le persone in condizioni di schiavitu', non le aiuta ad uscirne ma le opprime vieppiu'. Torniamo a proporre alle istituzioni una strategia di intervento basata sulla lotta contro gli schiavisti e per la liberazione delle vittime di schiavitu', alle quali occorre restituire diritti civili, assistenza, solidarieta'. Viterbo, 20 settembre 1998 4. DOCUMENTAZIONE. UNA LETTERA APERTA DEL 12 LUGLIO 1999 Una lettera aperta ad alcuni amici per la prosecuzione della campagna contro la schiavitu' in Italia * Carissimi, dopo la tragica vicenda della guerra, stiamo riprendendo la nostra campagna contro la schiavitu' in Italia. Tra la fine di giugno ed i primi di luglio abbiamo ridiffuso alcuni materiali informativi e propositivi che avevamo prodotto e fatto circolare lo scorso anno. * 1. I termini essenziali della campagna contro la schiavitu' in Italia Ricorderete che i termini essenziali dell'iniziativa sono i seguenti: l'abominevole pratica della schiavitu' e' ovviamente illegale in Italia (cfr. gli articoli 600, 601, 602 del Codice Penale) ma, come dimostrano le cronache, e' evidentemente tuttora diffusamente presente nel nostro paese, e di essa sono vittima particolarmente uomini, donne e bambini immigrati. Noi proponiamo un piano globale di lotta contro la schiavitu' e chiediamo un preciso impegno del governo, del Parlamento e degli enti locali. Fulcro dell'iniziativa la richiesta di un intervento sia amministrativo che legislativo che, attraverso il combinato disposto di normative gia' in vigore (valorizzando in particolare l'art. 16 della recente legge 40/98 sull'immigrazione) e la loro eventuale integrazione in uno specifico indirizzo di intervento che potrebbe altresi' concretizzarsi in una legge ad hoc, preveda in primo luogo un'azione efficace per la liberazione delle persone attualmente in condizioni di schiavitu' in Italia, garantendo loro - a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale nel nostro paese qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno riconoscimento di diritti civili, assistenza sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo, aiuto nella ricerca di un lavoro legale. Sottolineiamo che particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto di sfruttamento sessuale, una iniziativa da parte delle istituzioni democratiche sarebbe immediatamente praticabile ed efficace. Gli enti locali potrebbero intervenire efficacemente fin d'ora con programmi di riduzione del danno e di percorsi assistiti di liberazione, valorizzando ed estendendo esperienze gia' in corso da parte sia di esperienze di volontariato sia di servizi sociali di enti pubblici. * 2. Alcuni recenti libri utili Recentemente sono stati pubblicati alcuni utili libri, tra cui vi segnaliamo particolarmente: - Pino Arlacchi, Schiavi, Rizzoli, Milano 1999; - Oreste Benzi, Una nuova schiavitu', Paoline, Milano 1999; - Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999. * 3. Un semplice ragionamento Vi vorremmo proporre questo ragionamento: il solo don Oreste Benzi con l’ esperienza della "Comunita' Papa Giovanni XXIII" ha liberato circa 1.200 ragazze straniere dal racket della prostituzione in Italia; ordunque, poiche' le immigrate tenute in condizioni di schiavitu' a fini di sfruttamento come oggetti sessuali in Italia sono circa 26.000 secondo stime attendibili, e' evidente che basterebbe che 20-25 esperienze pubbliche o associative intervenissero con efficacia analoga a quella dispiegata da don Benzi, per liberare tutte le persone che subiscono questa specifica condizione di schiavitu', e per dare un duro colpo ai poteri criminali che questo mercato schiavista gestiscono. * 4. Altri interventi necessari Naturalmente questo non basterebbe: occorrono anche altri interventi di carattere sia contingente che strutturale: 4.1. occorre colpire il mercato schiavista sul versante della domanda di schiavitu', ovvero colpire i cosiddetti "clienti": ed a tal fine servono interventi sia educativi e di sensibilizzazione, sia anche e soprattutto repressivi. Non e' ammissibile che si tolleri che qualcuno fruisca di beni prodotti e di servizi resi da esseri umani in condizioni di schiavitu', tale "cliente" deve essere considerato pienamente complice dello schiavista e compartecipe degli "utili" della schiavitu', ed in quanto tale punito; 4.2. occorre colpire i poteri criminali che traggono enormi profitti dalla schiavitu': la specifica fattispecie di reato e' prevista e punita dal codice penale, si tratta di intervenire con decisione; 4.3. occorre colpire tutte le complicita' che in vario modo favoreggiano la schiavitu', e tali complicita' sono molte: - delle istituzioni che la schiavitu' permettono e che sovente intervengono contro le vittime invece che contro gli schiavisti (sfruttatori e clienti); - dei mass-media e degli apparati ideologici che sostengono tale pratica presentandola come normale, ovvia, socialmente accettabile; - dei poteri e meccanismi economici locali ed internazionali che producendo poverta' e disperazione, fondandosi su logiche e dispositivi di sfruttamento fin disumani e su finalita' di profitto che per realizzarsi costitutivamente reificano e fin annientano gli esseri umani, con cio' favoriscono, propugnano e fin impongono pervasivamente la schiavitu' come forma di relazione economica e sociale prediletta ai fini della massimizzazione del profitto. * 5. Una strategia integrata Contro la schiavitu' occorre una strategia integrata; si tratta di lavorare a piu' livelli e coinvolgendo in un'azione convergente e coordinata piu' soggetti: 5.1. interventi con unita' di strada per prestare soccorso materiale immediato alle vittime ed offrire loro relazioni umane significative e prospettare autentiche e persuasive possibilita' di alternative reali; 5.2. interventi per sottrarre le vittime ai loro aguzzini; 5.3. azione delle forze dell'ordine e della magistratura per liberare le vittime, e per perseguire e condannare schiavisti e complici; 5.4. azione degli enti locali e dei servizi sociali per realizzare interventi ed alternative; 5.5. produzione di un nuovo quadro normativo efficace contro la schiavitu', con interventi legislativi ed amministrativi specifici, espliciti, coordinati e coerenti; 5.6. mobilitazione della societa' civile, delle esperienze di solidarieta' e di volontariato, delle reti sociali della "welfare community" oltre che delle agenzie del "welfare state" e del cosiddetto terzo settore; 5.7. mobilitazione dei mass-media democratici e dell'intellettualita' per una adeguata e ragionata sensibilizzazione e mobilitazione dell'opinione pubblica contro la schiavitu' e di aiuto alle vittime; 5.8. promozione di un piano nazionale di lotta contro la schiavitu' promosso dal Parlamento ed adeguatamente finanziato dallo Stato con l'obiettivo di cancellare la schiavitu' in Italia entro il Duemila. * 6. La nostra attivita' nello scorso anno Lo scorso anno abbiamo lavorato soprattutto a proporre il problema rigorizzandone i termini, a formulare il ragionamento e le proposte sopra riassunti e ad approfondirne le articolazioni; abbiamo cercato di contribuire a contrastare la feroce, cinica e subdola campagna ideologica razzista che di fatto favoreggia la schiavitu' e reduplica l'oppressione sulle vittime di essa; abbiamo diffuso appelli e materiale informativo, documentario ed interpretativo; abbiamo lavorato a proporre la necessita' e quindi la costituzione di un ampio movimento, democratico ed antirazzista, di riflessione e di lotta contro la schiavitu'. * 7. I nostri obiettivi attuali Quest'anno vorremmo fare uno sforzo ulteriore: 7.1. mobilitare qualche altro ente locale in iniziative concrete; 7.2. arrivare ad una proposta di legge in Parlamento; 7.3. diffondere molto di piu' la sensibilizzazione, l'informazione, l'iniziativa contro la schiavitu': utilizzando particolarmente sia le possibilita' di informazione e di collegamento offerte dalle risorse comunicative del movimento democratico, della solidarieta', del volontariato ed antirazzista; sia la strategia di promuovere iniziative (limitate, mirate, verificabili) in collaborazione con altri soggetti che gia' operano nell'ambito della solidarieta' e della promozione dei diritti. * 8. Un invito Ecco perche' vi chiediamo di voler contribuire a questa riflessione ed a questo impegno. Contiamo sul vostro impegno: la schiavitu' oggi presente in italia, di cui sono vittima decine di migliaia di uomini, donne e bambini, particolarmente immigrati, puo' e deve essere sconfitta. Chiunque puo', chiunque deve fare qualcosa. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, promotore della "campagna contro la schiavitu' in Italia" Viterbo, 12 luglio 1999 ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 192 del 18 giugno 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 490
- Next by Date: Minime. 491
- Previous by thread: Minime. 490
- Next by thread: Minime. 491
- Indice: